Un episodio che definire spiacevole è riduttivo. Quanto successo ieri sera in Croazia esula dal calcio, da qualsiasi vicenda sportiva o meno. Un disegno, sul prato dello stadio dove si è giocata la gara tra i padroni di casa croati e l'Italia, che resterà molto più impresso della sfida in quanto tale. Il calcio, ed in generale lo sport, con la politica, le ideologie politiche e quant'altro dovrebbero avere davvero poco a che fare, ma è risaputo che la cassa di risonanza del football in tutto il mondo è il maggior veicolo per diffondere un'idea, un pensiero, giusto o sbagliato che sia.
Per quanto possibile, il marchio sul terreno di gioco di Spalato è stato cancellato il più in fretta possibile, ma oltre all'ombra del simbolo resta un episodio da censurare che ha macchiato Croazia-Italia e tutto il paese balcanico. Inevitabile, dunque, da parte della Uefa l'apertura di un'inchiesta, che verrà avviata poco dopo aver ricevuto dall'arbitro inglese Atkinson e dal suo delegato il danese Daamrgard il referto della gara con conseguente rapporto.
Una vicenda che infanga ancora di più il nome del popolo croato, ammonito con la chiusura dello stadio di Zagabria per gli ululati razzisti nella gara di qualificazione contro la Norvegia. Oltre il danno, la beffa, ben più beffarda e grave degli episodi dello scorso marzo.
Le prime critiche, feroci, arrivano direttamente dal presidente della Croazia, Kolinda Grabar Kitarovic: "Esprimo la mia più ferma condanna per la svastica apparsa ieri sull'erba durante la partita tra la Croazia e l'Italia, volendo nel contempo ricordare che i tifosi della nazionale croata sono tra i migliori e più fedeli al mondo. La Croazia ha anche un serio problema con gli hooligan il cui scopo è discreditare non solamente il calcio croato, ma anche l'intero Paese. Con questo atto è stato arrecato un danno incommensurabile alla reputazione dei cittadini croati e della loro Patria in tutto il mondo. Vanno trovati i responsabili".
Altrettanto duro è il presidente esecutivo della Federcalcio croata, Damir Vrbanovic: "Saremo puniti severamente, non ci sono dubbi. È un'operazione calcolata, ora lo Stato ci deve aiutare poiché abbiamo preso uno schiaffo dagli hooligan, non solo il calcio ma tutto il Paese".