"Mi dicono che voglia cambiare il suo 3-5-2. Logico: è un modulo poco attuale a livello internazionale, anche se gli ha dato tante soddisfazioni con la Juve".
Stoccata ferma e decisa di Niko Kovac, allenatore della Croazia, nei confronti del dirimpettaio azzurro Antonio Conte, che in vista della sfida di Spalato varerà un'Italia completamente diversa dalle ultime viste, un pò per necessità, un pò per voglia di rinnovamento, tattico e mentale.
Quello dell'Italia sarà un 4-3-3 inedito oltre che nel modulo anche per quanto riguarda gli interpreti: al centro della difesa ci sarà infatti Astori, in mezzo al campo Parolo, mentre il tridente d'attacco sarà composto dal neo redivivo El Shaarawy, Candreva sui lati con l'ariete centrale Pellè che dovrebbe spuntarla su Immobile.
Schermaglie dialettiche che alla vigilia della gara che risulterà decisiva per il primato nel girone delle qualificazioni agli Europei di Francia 2016 incendiano l'atmosfera attorno al match. Tuttavia, dalla parte opposta, Antonio Conte cerca di placare gli animi e stemperare la tensione creatasi: "E' una partita tra due squadre accreditate ad andare a giocare la fase finale. Abbiamo preparato la partita nella maniera giusta e siamo vogliosi di fare bene. Il problema dei sistemi di gioco è di voi giornalisiti, per me contano i principi di gioco, qualunque sia il modulo che viene adottato. L'allenatore deve cercare di mettere tutti i migliori in campo, adattando a questa situazione il modulo".
Uno dei temi ricorrenti di questi giorni è la condizione fisica, ma anche psicologica dello zoccolo duro italiano della Juventus, reduce dalla sconfitta di Berlino: "Come stanno i bianconeri a livello di testa? Parliamo di giocatori formati come mentalità, hanno archiviato Berlino e si stanno concentrando sulla Croazia, partita altrettanto importante per noi. Pirlo in Qatar o Australia? Quando sarà realtà eventualmente sarà una cosa che prenderemo in considerazione".
Conte sa bene che la gara di stasera è decisiva per il passaggio del turno e, eventualmente, anche per il primato, compromesso in parte nella gara di San Siro dove la Croazia dominò la giovane Italia contiana. "La Croazia a San Siro si è dimostrata forte e che meritava il primato. Domani cercheremo di dimostrare il contrario".
Certo, la Croazia ha giocatori più pronti all'uso, come Rakitic reduce dalla vitttoria della Champions, come Mandzukic e Modric, oltre ad un'ossatura ben più compatta rispetto a quella degli azzurri. Tuttavia due delle caratteristiche storiche dell'Italia per far bene nelle gare importanti sono l'essere sfavoriti e le precarie condizioni fisiche e psicologiche: quando tutti ci danno per morti, emerge l'orgoglio tricolore. Conte farà di necessità virtù, ma l'Italia di stasera sarà pronta a giocarsela fino in fondo.