Quando rivesti un ruolo importante, di primo piano, la pressione tende ad esercitare un ruolo spiacevole, ancor più se il terreno di gioco è amico e il pubblico di casa non lascia spazio ad errori. Serve una forte impronta caratteriale per cancellare la paura, trasformare l'attesa in entusiasmo.
Il Cile intraprende il cammino, in Coppa America, con un successo sull'Ecuador, due reti a zero per mettere a referto i primi tre punti e indirizzare il Girone A, in attesa di Messico - Bolivia.
L'Ecuador si conferma avversario scorbutico, in grado di chiudere le linee di passaggio cilene e di far male in ripartenza con Enner Valencia e Montero. Sampaoli stupisce, difesa a tre in salsa mondiale, Vidal a guidare la squadra, il talento di Valdivia e Sanchez a spaccare la partita. Lo scatto iniziale produce buone occasioni ma il Nino Maravilla non sorvola Dominguez. L'Ecuador guadagna campo e fiducia, Montero spezza la linea difensiva, mettendo in ambasce Medel e compagni.
Il treno di destra del Cile è perfetto, perché Isla supporta gli avanti e mette al centro inviti appetitosi, manca sempre qualcosa al Cile e con lo scorrere dei minuti la partita si complica. Sampaoli intuisce il pericolo e cambia lo spartito, muovendo le pedine sulla scacchiera. Si passa al 4-3-1-2, ma l'Ecuador, nella ripresa, è più attento, le giuste distanze tra i reparti inibiscono i padroni di casa.
Serve un episodio per sbloccare l'incontro e puntuale arriva dopo il 60'. Noboa, ingenuo, abbocca al tranello di Vidal, massima punizione e vantaggio Cile, proprio con Vidal. Il gol muta la gara, perché l'Ecuador deve concedere e il Cile trova spazi. Valencia, sul traversone di Ayovì, sfiora l'incredibile pari di testa, con Bravo - ottimo nella prima frazione su Martinez - a osservare la traversa. Nel finale, Edu Vargas chiude i conti. Sanchez, sempre lui, ispira, esterno destro delicato di Edu Vargas e 2-0.
L'unica nota stonata nel recupero, quando Mati Fernandez, già ammonito, scalcia Iborra e va anzitempo negli spogliatoi.