Ghana - Mali 0-3
(Samssekou, Dieudonne Gbakle, Aboubacar Doumbia)
Primo ottavo di finale e prima sopresa al Mondiale Under 20. Giunti alla fase ad eliminazione diretta il destino ci ha regalato un match intriso di siginificati questa notte, opponendo Ghana e Mali, incontratesi sia nei gironi che nella finalina per il terzo posto alla Coppa d'Africa U20 di qualche mese fa. Lo score era fermo ad una vittoria ciascuno e quella di oggi era la cosidetta bella. In tanti avevano dato per favorito il Ghana, capace di battere l'Argentina e vincere il Girone B. Non è andata così.
Già dalle prime battute il Mali ha reso ogni pronostico poco verosimile: Souleymane Diarra impegna Ati nel bel mezzo del dominio maliano. Il gol che porterà meritatamente il Mali in vantaggio arriva al 20°: gol fantastico di Samassekou, che "brekka" centralmente, si appoggia al trequartista del Lilla Adama Traoré e per chiudere l'azione lascia partire un bolide imparabile. 1-0. Il Ghana ci proverà due volte con il titolare a sorpresa Emmanuel Boateng (tutti si aspettavano Ben Tetteh, titolare in ogni partita del Ghana) ma Djigui Diarra risponderà presente. Il Mali rimane tuttavia la squadra migliore ed il raddoppio pare dietro l'angolo. Rete di Dieudonne Gbakle che rispetto alla conclusione di Samassekou imprime più effetto e meno potenza al tiro da fuori. E' quasi un pallonetto quello che si arrotola in aria e precipita dietro Ati.
Ghana al tappeto e vicino al triplo svantaggio: ancora uno splendido Gbakle scende sulla destra ed impegna Ati. Il portiere ghanese non fa però che rimandare l'appuntamento col tris maliano. Il tiro giusto è quello di Aboubacar Doumbia che impenna nella maniera più classica il tocco a tu per tu col portiere avversario, una volta fatta fuori l'impotente e rassegnata difesa ghanese.
Il Ghana esce a testa alta dopo aver battuto la Seleccion ma un dubbio ci rimane: perché Ben Tetteh e Attobrah sono stati relegati in panchina sull'altare dei più blasonati Osei ed Emmanuel Boateng, proprio ora che il Ghana aveva trovato un equilibrio niente male? Per il Mali, prima sorpresa di giornata, il tabellone riserva la vincente fra Germania e Nigeria. Comunque andrà sarà una gara in salita.
Ghana (4-1-3-2) : Ati; Fobi, Kpozo, Aidoo, Ntim; Donsah; Samu Tetteh (65° Ben Tetteh), Aboagye, Osei (56° Attobrah); Yaw Yeboah, Emmanuel Boateng (89° Atanga)
Mali (?) : Djigui Diarra; Hamidou Maiga, Souleymane Coulibaly, Youssouf Koné; Falaye Sacko, Samassekou (89° Malick Touré), Souleymane Diarra; Aboubacar Doumbia, Adama Traoré, Diueudonne Gbakle; Mohamed Diallo (71° Hamidou Traoré)
Serbia - Ungheria 2-1 (d.t.s.)
(Mervò; Saponic, autogol Talaber)
Due gol in zona Cesarini regalano i quarti di finale alla Serbia, che elimina l'Ungheria in una partita dalle mille emozioni. Finisce 2-1 dopo 120 minuti pieni di pathos. La Serbia era la squadra fra le due più riposata e sulla carta più forte. L'Ungheria era invece giunta ai quarti mettendo sulla bilancia i soli tre punti ottenuti contro la modesta Corea del Nord.
Nonostante gli sforzi iniziali la Serbia non riuscirà a trovare l'1-0 nel primo tempo. Merito di Szekely, portiere ungherese, autore di una prestazione maiuscola: due volte è Mandic lo sfortunato ad incontrare i guantoni dell'estremo difensore dell'Ujbuda, una volta è Zdjelar a vedersi la gioia negata da una super parata. Spartito identico all'inizio della seconda frazione: stavolta a sprecare è Filip Jankovic del Catania, che getta all'aria un rigore in movimento azionato da Antonov.
"Gol sbagliato, gol subito" è la legge che sembra regolare il ribaltamento di fronte. Kalmar fa impazzire Babic, lo manda al bar un paio di volte facendogli credere in più occasioni di essere pronto a girarsi verso la porta. Quando il capitano magiaro lo fa Babic ci casca e non segue il movimento, poi concluso dall'assist del giocatore del RB Lipsia a Mervò. Sì, proprio lui, il vice-capocannoniere del torneo, che non può sbagliare e manda l'Ungheria clamorosamente in vantaggio. La Serbia apparecchia l'assedio e manda in campo un'altra punta: Saponic. L'assalto all'area ungherese arriva ma Szekely risponde ancora no a Mandic, davvero sfortunato, mentre Zsoter spreca l'occasione del 2-0 dall'altra parte.
Quando tutto sembra finito ecco il più vecchio dei gol allo scadere: su calcio d'angolo perfetto Saponic trova lo stacco giusto per mettere la palla lì, nell'angolino più alto, dove nemmeno il difensore piazzato sul palo può arrivare. Sconforto Ungheria: si va ai supplementari ma attenzione, Gajic si fa espellere e la Nazionale ungherese ora può sperare di invertire il momentum nell'extratime. Forse è proprio questo ad illudere l'Ungheria nei minuti finali,probabilmente la squadra più a suo agio a giocare con il catenaccio a questo Mondiale. Gambe stanche ma l'Ungheria spinge e quando Saponic mette in mezzo il cross la difesa è scoperta. In preda alla confusione Talaber cerca di spazzare con un improbabile intervento scomposto. E' il 119°, la deviazione è beffarda e finisce dietro Szekely. La Serbia è ai quarti.
Serbia (4-2-3-1) : Rajkovic; Gajic, Veljkovic, Babic, Antonov; Nemanja Maksimovic, Zdjelar; Andrija Zivkovic, Grujic (78° Gacinovic), Filip Jankovic (60° Saponic); Mandic (93° Miladin Stevanovic)
Ungheria (4-3-3) : Szekely; Osvath, Kecskes (53° Talaber), Lenzser, Kr.Tamas (73° Dominik Nagy); Kalmar, Mate Vida, Adam Nagy; Zsoter, Mervò, Sallai (59° Forgacs)
USA - Colombia 1-0
(Rubio Rubin)
La favola degli USA prosegue. La Nazionale U20 a stelle e strisce continua a replicare i progressi della Nazionale maggiore raggiungendo per la prima volta in 8 anni i quarti di finale. La squadra di Tab Ramos l'ha fatto battendo di misura la Colombia, giunta seconda dietro il Portogallo nel Girone C. I Cafeteros, a differenza degli uomini a stelle e strisce, non hanno confermato le buone cose fatte vedere nella competizione continentale, in questo caso il Sudamericano Sub 20, dove Lucumì aveva brillato. In Nuova Zelanda il "nuovo Cuadrado" ha fallito, così come Alexis Zapata e Jarlan Barrera, l'uomo decisivo per l'eliminazione colombiana.
Siamo infatti sull'1-0 per gli USA ed a dieci minuti dal termine la Colombia ha l'opportunità di portare la partita ai supplementari grazie ad un calcio di rigore guadagnato da Rodin Quinones e procurato dal secondo fallo da giallo di Kellyn Acosta, espulso. Steffen si farà trovare prontissimo sul penalty, stoppando il tiro diretto alla sua destra. Nello stoppare la Colombia Steffen avrà anche avuto parecchi aiutanti oggi - da Desevio Payne che stoppa Borré ad Arriola che ferma Deinerr Quinones nei minuti finali - ma è senz'altro a lui che vanno parecchi meriti del passaggio ai quarti. Negli occhi gli incredibili interventi su Borré ancora e su Lucumi.
A far sì che questi interventi fossero decisivi è però il gol del predatore d'area Rubio Rubin, che al 58° indossa il mantello del rapace degli 11 metri e raccoglie in maniera astuta il tiro di Arriola, finito fortuitamente sulla spalla del difensore e rimbalzato proprio davanti all'implacabile sinistro dell'attaccante dell'Utrecht.
Gli USA ai quarti troveranno la Serbia ma dovranno fare a meno non solo di Maki Tall, perso per un infortunio al piede al termine della prima partita, ma anche di Jamieson: l'attaccante dei Los Angeles Galaxy ha infatti visto la propria gara odierna interrotta all'11°, quando una caduta molto preoccupante ha costretto i sanitari a soccorrerlo con la barella.
USA (4-3-3) : Steffen; D. Payne, Carter-Vickers, Miazga, Kellyn Acosta; Hyndman, Marco Delgado, Zelalem (87° Tommy Thompson); Arriola (84° Requejo), Rubin, Jamieson IV (11° Jordan Allen)
Colombia (4-2-3-1) : Alvaro Montero; Rodin Quinones, Sanchez Mina, Juan Quintero, Jeison Angulo; Andrés Tello, Victor Gutierrez (60° Deinerr Quinones); Lucumi (64° Ibarguen), Jarlan Barrera, Alexis Zapata (72° Joao Rodriguez); Rafa Borré
Ucraina - Senegal 1-1 (1-3 ai rigori)
(Biesedin; Sidy Sarr)
Allora è proprio squadra da last-minute, questo Senegal. Qualificatosi per il rotto della cuffia grazie a due gol fra il 75° ed il 90° dell'ultima partita della fase a gironi, gli africani hanno avuto la meglio anche della quotata Ucraina agli ottavi di finale. Ed anche stavolta c'è stato bisogno di uno sforzo nei momenti finali.
La disputa combattutissima con l'unica squadra ad aver chiuso la fase a gironi senza un gol preso è durata più di due ore ed ha tenuto tutti i tifosi in piedi. Si parte ed è il Senegal la prima squadra a rendersi pericolosa: tacco al volo di Sidy Sarr. La parabola finisce alta sulla testa di Sarnavskyi. Rapido cambio di fronte ed è l'Ucraina che va a vicina al gol: la punta Besedin è costretta ad allungarsi per raccogliere il cross di Kabaev, stoppato da Sy. Sarà sempre Sy il protagonista del gol negato a Kovalenko, il capocannoniere del torneo risvegliatosi nel secondo tempo. 2-1 ad occasioni da gol. Tocca al Senegal, quindi, che con Roger Gomis è davvero prossima al vantaggio. Forse la parata più spettacolare del torneo è l'unico ostacolo che si frappone fra il capitano senegalese e lo 0-1.
Siamo nel secondo tempo e finalmente la partita si sblocca. Il gol è dell'Ucraina e porta la firma di Besedin, che duetta con Nemtimov (subentrato a Kabaev e bravo nell'aspettare la sovrapposizione) e piazza sul secondo palo un bel tiro rasoterra difficile da stoppare. Il botta e risposta durato per 90 minuti non potrà certo fermarsi nei minuti decisivi: Sidy Sarr è caparbio nell'andare a pressare Kacharaba così quando conquista palla si trova a tu per tu con Sarnavskyi, mettendo fine all'imbattibilità ucraina.
I supplementari non portano nulla, la roulette dei rigori è chiamata in causa. L'eroe si erge sul piedistallo ed il suo nome è Sy: l'eclettico estremo difensore senegalese para ogni penalty, godendosi la gloria quando il più importante dei suoi avversari in campo, Luchkevych (Kovalenko era uscito) sbaglia, regalando al Senegal i quarti di finale contro la vincente di Austria - Uzbekistan.
Ucraina (4-2-3-1) : Sarnavskyi; Polehenko, Kacharaba, Burda, Sobol; Kharatin, Chumak; Luchekevych, Kovalenko (118° Habelok), Kabaev (27° Nemtimov, 91° Yaremchuk); Biesedin
Senegal (4-3-3) : Sy; Moussa Wague, Eli Cissé, Mouhamet Sané, Alhassane Sylla; Roger Gomis, Mamadou Ndiaye, Sidy Sarr, Moussa Koné (99° Alassane Sow), Mamadou Thiam (75° Malick Niang), Remy Nalassan (109° Wadji)