Continua il viaggio alla scoperta della Copa America 2015, a soli due giorni dal calcio d'inizio della 44esima edizione del più antico torneo per nazionali. Dopo aver scoperto le squadre che comporranno il Gruppo A, che sancirà il calcio d'inizio della manifestazione, oggi andiamo alla scoperta del Gruppo B, quello considerato di più difficile lettura, che vedrà protagoniste l'Argentina, sulla carta favorita numero uno del torneo, l'Uruguay, il Paraguay e la piccola Giamaica che, nelle vesti di vittima sacrificale, potrebbe fare da arbitro, quanto meno per la seconda piazza. 

Argentina: Parliamo della Nazionale con la rosa più forte di tutte, almeno sulla carta. Aggiungiamo a questa considerazione alcuni fattori motivazionali non da poco: la cocente sconfitta nella finale mondiale ai supplementari dopo una gara tiratissima e i tanti gol sprecati contro la Germania; la bruciante eliminazione ai rigori, nell'ultima edizione casalinga, ad opera degli odiati cugini dell'Uruguay, in un'edizione che la vedeva come favorita, e il fatto che non vince il torneo dal 1993, quando Batistuta, con una doppietta, annientava il Messico in finale. Sarebbe possibile non indicarla come la favorita numero uno? La fisionomia della rosa a disposizione di Martino è la solita: tanti dubbi nella fase arretrata, dove davanti a Romero (secondo di Viviano alla Samp) giostreranno un comprimario del nostro campionato, Roncaglia, e l'esperto ma non più che discreto Demichelis. Ma più vai avanti più la Seleciòn fa paura: in mezzo il capitano Mascherano, garanzia di garra e battaglie, e davanti il meglio che si possa sognare: Messi, chiamato per l'ennesima volta a essere protagonista anche in albiceleste, Tevez, tornato in Nazionale, Aguero, Lavezzi, Higuain. E a innescarli? Beh, gente come Banega, Di Maria, Lamela, Pastore... E' necessario aggiungere altro?

Paraguay: La selezione biancorossa si presenta a questa edizione della Copa America dopo la finale, rocambolesca e insolita, raggiunta nel 2011, ottenuta senza mai vincere ed eliminando anche il Brasile ai rigori, prima di fermarsi al cospetto dell'Uruguay. A guidarla dalla panchina una vecchia conoscenza del calcio italiano: quel Ramon Diaz campione d'Italia con l'Inter nel 1989. Diaz potrà continuare a contare su Justo Villar tra i pali, divenuto una sorta di eroe nazionale dopo le imprese ai rigori in quella famosa edizione del 2011. Scudieri della difesa i centrali Pedro Aguilar e l'esperto Paulo da Silva. La mediana sarà composta  da due elementi parecchio interessanti, ma che rischiano di pagare la poca esperienza in un torneo ostico come la Copa America: Oscar Romero e, soprattutto, Richard Ortiz. Grande esperienza, in compenso, l'albiroja la potrà garantire davanti: dove a due icone come Lucas Barrios e Santa Cruz, Diaz ha deciso di aggiungere quel Raul Bobadilla che tanto bene ha fatto prima allo Young Boys (ne sanno qualcosa i tifosi dell'Udinese) e poi all'Augsburg, dove nell'ultima stagione ha realizzato ben 13 gol. 

Uruguay: Non molti lo sanno, ma in un torneo che tutti immaginano storicamente dominato da Argentina e Brasile, la Celeste non si presenta semplicemente come la Nazionale campione in carica, ma anche come quella che più volte si è aggiudicata la vittoria finale. Sarà dura riconfermarsi, però: peserà l'assenza di Suarez (squalificato per il famoso morso a Chiellini), probabilmente, al momento, il giocatore più importante di questa nazionale. Così come peserà quella di Forlan, ormai sul viale del tramonto dopo aver trascinato la Celeste alla vittoria nel 2011.  Tabarez potrà contare, però, sull'altro grande leader tecnico e carismatico: quell'Edinson Cavani che è sempre garanzia di lotta, sacrificio e gol. In porta ancora Muslera, portiere capace di capolavori così come di qualche passaggio a vuoto. Interessante la coppa centrale di difesa, che sarà tutta di scuola Atletico Madrid: Diego Godin, carnefice dell'Italia al mondiale brasiliano, e il giovanissimo e interessante Josè Gimenez, classe '95 e già pupillo del Cholo Simeone, impeccabile nel doppio confronto con la Juventus in Champions League. Occhio in mezzo a de Arrascaeta, talento cristallino di casa Cruzeiro. Ma chi affiancherà Cavani? Difficile non rimpiangere Suarez, se le alternative si chiamano Stuani e Abel Hernandez, che andato via da Palermo non ha svestito i panni dell'eterna promessa. Attenzione, però, a Diego Rolan, 22enne del Bordeaux autore di 13 gol nell'ultima Ligue 1.

Giamaica: Difficile non indicare i Reaggae Boyz come la vittima sacrificale del girone. Ultimo posto nel ranking Fifa tra le squadre presenti in Cile, e prima partecipazione al torneo, di certo la Nazionale caraibica potrà godere della simpatia dei tifosi neutrali, la proverbiale simpatia di cui godono i cosiddetti underdogs. Per sopperire ai limiti tecnici, i caraibici hanno deciso di affidare la panchina a un tecnico europeo di comprovata esperienza, il tedesco Winfried Schafer. Difficile indicare dei punti di forza nella rosa giamaicana, anche se il centrocampo sembra il reparto più attrezzato: accanto ad Austin, reduce da una stagione al Leeds, e dalla rescissione del contratto, mediano tutto muscoli e potenza atletica, due ali veloci e che potranno essere determinanti in situazioni di contropiede: McCleary e McAnuff, altri due elementi che militano nella Championship, rispettivamente nel Reading e nel Leyton Orient. Ma il vero punto di forza della nazionale "rasta" è in difesa, dove giostra Wesley Morgan, perno difensivo di quel Leicester City reduce da una brillante salvezza in Premier League.