Gli esperti del settore, raccontando le dinamiche del calcio, sono concordi nell'identificare il centrocampo come reparto chiave. La stessa parola "centrocampo" riporta a un'idea di centralità, a un qualcosa attorno a cui gravita il tutto. Si parte dal mezzo, poi l'azione si dipana, avanti e indietro. Il centrocampo quindi riveste una duplice rilevanza, quando si attacca accompagna e rifinisce, quando si difende aiuta e protegge.

La costruzione di una grande squadra non può prescindere dal centrocampo, dal centrocampo deve anzi partire. Pensando ai club più forti d'Europa, è facile intuire la veridicità dell'assunto. La Juve che doma il Real gode dell'assenza in bianco di Modric, regista e uomo di pensiero, il Barcellona che travolge il Bayern vive delle defezioni in mediana di Guardiola.

Allegri, nel mezzo, può sorridere, perché è proprio il centrocampo il fiore all'occhiello della Juventus. Il futuro è da scrivere, soggetto ai dubbi di Pirlo, alle lune di Raiola e alle offerte per Vidal - in entrata già chiuso Khedira - ma il presente è un corredo di stelle.

Juventus e Barcellona si presentano al via con schieramenti differenti, un uomo in più in mediana per i bianconeri, 4 - 3, un punto di possibile vantaggio. La Juve si schiera a rombo, Vidal vertice alto, ad annebbiare Busquets, a infastidire la manovra, Pogba e Marchisio ai lati, il passo elegante del francese e il continuo movimento dell'azzurro, Pirlo un passo avanti alla coppia di difesa, il primo tassello, il primo geometra.

Possibile che Luis Enrique affidi a uno dei tre tenori il compito di limitare la libertà di Pirlo, per chiudere la fonte di gioco bianconera, è d'altronde anche una partita a scacchi. L'impressione è che la Juventus parta qui almeno alla pari del Barcellona, perché Iniesta non è al meglio e 4 fuoriclasse possono cambiare la storia di un incontro. Tanto dipende dalla serata di Pirlo, non sempre all'altezza di recente, dalle lune di Pogba, chiamato a dimostrare di valere già oggi l'assegno che la ricca Europa è pronta a strappare, meno da Marchisio e Vidal, giocatori su cui scommettere in una serata così.

Questo Barcellona vive meno sul palleggio a centrocampo, perché dall'estremo possesso palla targato Guardiola si è passati a un gioco più equilibrato, dove ai tocchi in mediana si è aggiunta una tendenza allo strappo, per favorire Suarez e Neymar. Sfruttare le falle catalane per colpire il Barcellona, affondare il pugnale nella specchio di Luis Enrique, colpendo quei refusi narcisistici che spesso accompagnano i fenomeni.

La Juventus ha un'occasione ed è sepolta nella terra di mezzo, dove si vincono le partite.