Meno di tre giorni alla finale di Berlino. Il Barcellona continua la preparazione verso la partita di Sabato sera contro i bianconeri della Juventus. E’ notizia della mattinata l’infortunio di Chiellini che non permetterà al difensore della nazionale di giocare finale, e la Juventus parte nuovamente svantaggiata nel confronto di Champions.
Intanto in mattinata Luis Enrique dirama la lista dei ventisei convocati per la sfidaa di Berlino. Oltre ai titolarissimi, presenti nella lista anche i giovani centrocampisti Sergi Roberto, Rafinha e Samper, e gli attaccanti sempre di provenienza canterana: Sandro e Munir. Presente nella lista anche il nome di Andrés Iniesta. Nonostante nel corso della giornata di ieri l’illusionista del centrocampo catalano non si sia allenato in gruppo, c’è cauto ottimismo sulla presenza di Iniesta dal primo minuto per la finale. Lo stesso giocatore spagnolo aveva ammesso in conferenza stampa che costi quel che costi la finale la dovrà giocare.
Il Barcellona di Luis Enrique vincendo Sabato scriverebbe un’altra pagina di storia. Primo club a livello mondiale a compiere “dos tripletes” nella storia, dal magico 2009 al 2015 il tempo dalle parti di Barcellona non si è fermato. Qualche intoppo stagionale nel corso di sei anni giocati da protagonisti della scena mondiale, e un’altra coppa dalle grandi orecchie nel 2011 sempre contro il Manchester United. Il caso vuole che nel duemila nove prima della finale di Roma, il Barça avrebbe dovuto affrontare l’Athletic club di Bilbao in una finale di copa del rey. Allora segnò Messi. Sabato scorso uguale. Messi si esprime sui livelli abituali da quella stagione (coincisa con il triplete ed il primo pallone d’oro), e nonostante una “leggera flessione” nel 2014 (più per i “numeri” che per le giocate), quest’anno si è riconquistato la scena. Ora Messi gioca leggermente arretrato al servizio di Suárez e Neymar, lanciando in profondità le punte, costruendo gioco, fornendo l’ultimo passaggio vincente. Messi sa anche lanciarsi nello stretto da solo, senza bisogno che qualcuno lo possa soccorrere. Il primo gol di Sabato scorso contro l’Athletic Bilbao è stato accompagnato dalle preghiere dei tifosi della Juventus. Messi in doppietta in finale di coppa spagnola solo 5 giorni fa, arriva a Berlino in uno straordinario momento di forma. E’ il Messi più forte della storia ? Ancora non è lecito saperlo. Chi può fermare Messi? Beh… Nella giornata di ieri è stato fermato dal controllo antidoping dell’UEFA. Un controllo di routine che ha visto coinvolti insieme al 10 argentino: il portiere Ter Stegen, Piqué, Rakitic e Rafinha. La pulce si è arrabbiato perché per colpa del controllo non ha partecipato alla “despedida oficial” di Xavi Hernández.
Per uno Xavi che se ne va, un nuovo (o una nuova) Hernández che arriva. Momenti di commozione durante la cerimonia officiale d’addio del centrocampista numero 6 del Barcellona che sul palco, insieme alla moglie Nuria Cunillera, ha annunciato che diventeranno genitori per la prima volta. “Andiamo in Qatar però tra poco tempo saremo tre. Non sappiamo ne il nome ne il numero socio del Barça che avrà – scherza Xavi – però saremo tre “culés” in più in Qatar.” Questo l’annuncio di Xavi. Durante il suo lunghissimo discorso d’addio il numero 6 ha toccato le corde emozionali affermando: “Grazie al Barça. Sono arrivato da Terrassa a qui quasi 25 anni fa, quando ne avevo solo undici essendo un bambino e sognando di diventare un giorno calciatore. Neanche nel migliore dei miei sogni potevo immaginare tutto quello che avrei vissuto poi nel Barcellona. Sono stato e sto immensamente felice.” Citati i tantissimi allenatori che sono passati dalle parti di Barcellona nelle varie stagioni: “Ringrazio gli allenatori, anche quelli che ho avuto per poco tempo come Antic, Sarra Ferrer, Rexach e Tata Martino. Voglio ringraziare in particolare Van Gaal per la sua fiducia, Rijkaard perchè mi diceva che dovevo diventare un punto di riferimento. A Pep, che è stato il mio punto di riferimento sia como giocatore che poi come allenatore. Grazie a Tito, che è stato il mio padre calcistico. Sempre ti porterò nel cuore.” E sul retroscena dell’addio poi ritrattato la scorsa stagione ricorda che: “Grazie anche a Luis Enrique e Zubizarreta, que mi convinsero affinché non me ne fossi andato via l’anno passato. Che fortuna che non l’ho fatto, perché adesso mi starei tirando i capelli.” Concludendo poi con l’imperativo di questa finale “Grazie al Barcellona. Sarò eternamente grado per tutto quello che mi ha dato. Prima di andarmene spero di alzare un'altra coppa questo sabato a Berlino. Spero che non sia un “adiós” ma un “hasta pronto”. ¡Visca el Barça y visca Catalunya!”