Se pensi al Barça, pensi a Messi e al tridente più forte al mondo; pensi alla classe di Iniesta; all’esperienza di Xavi; alle geometrie di Busquets. Normale, quasi scontato esaltare i fuoriclasse dell’attacco più prolifico di sempre, ma, come spesso succede nel calcio, senza una buona fase difensiva risulterà difficile alzare trofei come la Champions League. Il Barcellona di quest’anno però, non è solo MSN, no, anzi è molto di più…

Il segreto di una stagione fin qui stellare parte da dietro, dalla fase arretrata di un Barcellona miglior difesa della Liga con appena 21 reti subite, almeno 17 in meno di ogni altra squadra della Lega; numeri importanti, numeri che descrivono in pieno la ritrovata forma di Piqué, la stagione di grazia di Dani Alves, l’attenzione ed il temperamento di Mascherano, senza dimenticare la corsa e la duttilità del soldato Jordi Alba. Quello dell’estremo difensore, poi è un capitolo a parte: salutato Victor Valdes, sono arrivati due top player, Claudio Bravo, titolare in campionato e Marc André Ter Stegen, titolare nelle coppe. Il loro rendimento nella stagione di debutto è stato strepitoso: Bravo è stato nominato miglior portiere della stagione in Liga, abbattendo anche il record di clean sheet blaugrana, che durava dai tempi di Zubizarreta. Ter Stegen invece, data la giovanissima età, in avvio di stagione ha commesso qualche piccola sbavatura, ma poi si è ripreso alla grande consacrandosi tra i grandi con prestazioni di alto livello in Champions ed in Copa del Rey.

La coppia centrale Piqué-Mascherano si intende alla perfezione; i due tatticamente si completano e per di più fanno coppia fissa da diverse stagioni; anche in quella che sta per concludersi la coppia Hispano-Argentina ha giocato più minuti rispetto al resto del pacchetto arretrato (900 minuti per il primo; 989 per il secondo). Dani Alves e Jordi Alba invece, sono due terzini moderni e dinamici, perfetti per sviluppare un gioco propositivo ed aggressivo. Non stupisce il fatto che Dani Alves sia il giocatore blaugrana con il maggior numero di ammonizioni (6), e Jordi Alba quello che in Champions abbia percorso più chilometri (111). Il ruolo della coppia Alves-Alba è fondamentale non solo in fase offensiva, ma anche in fase di interdizione con i 68 palloni recuperati dal brasiliano e i 66 recuperati dallo spagnolo.

Anche le seconde scelte di Luis Enrique, hanno avuto un ruolo di grande importanza nell’arco della stagione: Uno su tutti Jeremy Mathieu. Spesso impiegato sia da esterno che da centrale, grazie alla sua duttilità Mathieu è riuscito a ritagliarsi ampio spazio nelle rotazioni di Lucho, che è stato ripagato con molte prestazioni convincenti e qualche gol decisivo, come quello nel Clasico. Anche il canterano Bartra è stato di grande importanza per garantire un po di riposo ai vari Piqué e Mascherano, proprio come avvenuto con Adriano e Montoya, impiegati obiettivamente poco, ma sempre attenti e concentrati nei momenti di necessità.

Per quanto riguarda l’atteggiamento in campo, spesso il Barça ha preferito proporre una linea difensiva alta (27.6 m), anche se non sempre efficace nel far scattare la trappola del fuorigioco. La “garra” di gente come Mascherano si fa sentire alla voce contrasti vinti, specifica in cui il Barça domina alla pari della classifica dedicata al recupero dei palloni in fase difensiva. Inoltre, essendo una squadra molto propensa al palleggio, spicca tra le caratteristiche dei difensori il numero di passaggi riusciti e di palloni toccati durante il match, che fanno di Dani Alves e Jordi Alba una delle coppie difensive maggiormente in controllo del pallone.