Joseph Blatter dispensa sorrisi, prende il via il suo quinto mandato a capo della FIFA. Lo scandalo non piega Sepp, il potere assoluto resta nelle mani dell'uomo che da tempo immemore gestisce i destini del calcio. L'urlo di sdegno che accompagna l'ennesimo “sì” a Blatter non muta il destino della votazione.
Il Capo vince e lascia poi agli ascoltatori parole d'ordinanza, dichiarazioni di facciata. Una sfinge Blatter, accusa il colpo e rilancia, l'FBI annienta i vertici della FIFA, fa terra bruciata intorno a Sepp, ma non tocca il n.1, lui resta in sella e lo scandalo, di proporzioni oggi ancora indefinite, non scalfisce un impero che sembra non poter conoscere fine.
Ali è uno sparring partner alla deriva, conosce il suo destino e si adegua, finge di sferrare qualche montante in avvio, ma dopo aver impedito l'esultanza di Blatter al primo turno, si ritira. A quel punto, Sepp è solo sul trono, si prende la scena, annuncia un calcio pulito, un calcio a ladri e inchieste.
Blatter, il Presidenti di tutti.
Figo è uno dei primi a reagire, dopo la rinuncia a competere in una gara dall'esito scontato, decisa in partenza. Non può esistere la sfida a Sepp, perché è Sepp a decidere.
"Oggi è una giornata nera. Hanno perso il calcio e quelli che lo amano. Non si può condurre la Fifa facendo piazza pulita delle più elementari regole, trasparenza, legalità e democrazia. Il signor Blatter conosceva e tollerava la corruzione. La sua rielezione dimostra che l'organizzazione Fifa è malata. Non mi pento di nulla. Ho lottato e insistito per la rigenerazione di una organizzazione che deve cambiare rotta. Viviamo in una situazione di emergenza, e il calcio è pesantemente influenzato dalla situazione attuale".
Alla fine, basta forse un tweet di Leonardo:
#Blatter La #FIFA merita di essere abbandonata dai suoi affiliati. Non esiste la #FIFA senza il calcio, ma esiste il calcio senza la #FIFA
— Leonardo (@leo_de_araujo) 29 Maggio 2015