Chissà cosa avrà mai detto Pep Guardiola al termine del primo tempo, quando dopo il duplice fischio di Clattenburg si è avvicinato a Leo Messi per parlargli, per poi rientrare insieme negli spogliatoi all'intervallo. Gli potrebbe aver augurato buona fortuna, come ha fatto a fine partita con Luis Enrique: sì, perchè il Bayern Monaco di Pep non si giocherà la finale di Champions League nonostante la vittoria per 3-2 in casa sul Barcellona, che forte del 3-0 casalingo dell'andata non ha avuto nemmeno troppi problemi a conquistarsi il suo biglietto per l'Olympiastadion.
Dalla Germania alla Germania: 504 km tra Monaco e Berlino, percorsi di fatto in 120 minuti, i 90 dell'andata e i 30 in cui c'è stata partita al ritorno, ovvero il tempo che Neymar ha impiegato a segnare la sua doppietta personale, zittendo ulteriormente una miriade di critici che lo definivano semplicemente tuffatore, spegnendo i sogni di rimonta che il colpo di testa di Benatia aveva acceso. Per il resto, si gioca per l'onore, e il Bayern vuole dimostrare di avere cuore e orgoglio: Lewandowski e Muller nel finale fissano il punteggio sul 3-2 finale.
Le squadre in campo sono la fotocopia di quelle viste al Camp Nou 6 giorni fa: Guardiola rinuncia a Mario Gotze per inserire un centrocampista in più, ovvero Schweinsteiger, lasciando Lewandowski come unica punta con solo Muller in appoggio, dirottando Thiago Alcantara sulla sinistra nei tre alle spalle del polacco. Non c'erano invece perplessità per Luis Enrique, che ovviamente si affida al tridente dei sogni, schierando Rakitic a centrocampo al posto di Xavi e Ter Stegen in porta, come da tradizione in Champions League, con Bravo dalla panchina.
Non sono solo le formazioni a rispettare le attese, ma anche l'inizio scoppiettante di gara: la quantità di talento sul campo è quasi imbarazzante, e le grandi giocate non tardano ad arrivare. Il primo lampo è di Dani Alves con un ottimo pallone in verticale a cercare Rakitic: il croato arriva al tiro in diagonale trovando però l'opposizione di un sempre pronto Neuer. I bavaresi non si fanno certamente intimorire però, alla vigilia avevano trasmesso sicurezza, e ne dimostrano altrettanta: l'ex di giornata Thiago Alcantara cerca un destro respinto da Piquè con la spalla, intervento che vale una parata. Al però 7' si infiamma l'Allianz Arena, perchè proprio lo spagnolo pennella il solito corner perfetto a centro area sulla testa di Benatia, che stacca praticamente indisturbato e batte un incolpevole Ter Stegen, firmando il vantaggio del Bayern.
L'1-0 dura davvero poco, solamente 7 minuti, perchè al 14' il Barcellona fa valere la dura legge del gol: da una parte Lewandowski temporeggia eccessivamente e si fa soffiare la palla da tre uomini in piena area, mangiandosi un gol; non fa altrettanto dall'altro lato del campo però il Barcellona. Ribaltamento veloce di campo, palla per Messi che pesca un meraviglioso taglio di Suarez: l'uruguagio è freddissimo a resistere alla tentazione del tiro e servire a centro area l'accorrente Neymar, che va a botta sicura a porta sguarnita e mette in rete l'1-1. Tutto da rifare per il Bayern, che cerca però di non disunirsi e cercare ancora il gol: ci si mette però anche un Ter Stegen tendente al miracoloso nel primo tempo, che si presenta da ex Borussia Moenchengladbach (e quindi non amatissimo in Baviera) e al 18' con un balzo stupendo alza oltre la traversa un'incornata di Muller.
Dopo una fase piuttosto sottotono della gara, con la squadra di Guardiola in gran difficoltà a centrocampo e gli ospiti in gestione, il portiere tedesco torna protagonista al 27', stavolta senza dover fare gli straordinari su un tiro di Lewandowski, e due minuti dopo su un tentativo ancora di Muller. Anche il collega e connazionale Neuer viene chiamato in causa al 28' da Messi, rispondendo presente. Nulla può nemmeno il supereroe tedesco però al 30' di fronte a un altro contropiede fulmineo del Barcellona, bravo e cinico ad approfittare degli imbarazzanti buchi difensivi avversari, con un'azione fotocopia: ancora Suarez scappa via, serve Neymar al centro che stavolta controlla di petto prima di battere col destro piazzato sul primo palo, mettendo la palla nell'angolino basso, di fatto imprendibile.
Qui il Bayern si scioglie totalmente: 5 minuti di mera impotenza (con Benatia letteralmente irriso da Suarez con un delizioso sombrero di tacco), prima di farsi vivo nuovamente dalle parti dell'estremo difensore blaugrana con un colpo di testa di Schweinsteiger alzato in corner. Al 40' la grande occasione per tornare negli spogliatoi in parità: Lewandowski si trova un pallone vagante in area delizioso a seguito di un dribbling di Thiago Alcantara, ma calcia centrale trovando la mano aperta di Ter Stegen. La palla sembra avviarsi comunque in porta, con il giovane tedesco diretto dall'altra parte sullo slancio della parata precedente, ma un balzo reattivo e intelligente si fionda sulla sfera e salva sulla linea, allontanando a mano aperta. Ultima occasione del primo tempo per Benatia, che di testa non trova la porta di un metro. Prima dell'intervallo, anche due ammoniti: Rafinha e Thiago Alcantara.
Al ritorno in campo, il Barcellona non può più contare su Suarez, che ha lasciato il posto a Pedro. Sicuramente (e non per causa della sostituzione, sia chiaro) l'inizio di ripresa è piuttosto a basso ritmo, senza grosse occasioni da segnalare per i primi 10 minuti abbondanti. Bernat continua a spingere a sinistra come uno stantuffo inesauribile, cosa che non fa un Rafinha molto negativo a destra. A risvegliare un po' tutti, gara compresa, ci pensa Robert Lewandowski al 59', e lo fa anche con un certo stile: appena dentro l'area manda al bar Mascherano con un paio di finte di corpo, poi da fermo la manda a fil di palo a giro aprendo l'interno destro e lasciando Ter Stegen immobile. Nuova linfa per il Bayern, che vuole almeno chiudere vincendo la gara: Muller, solo 4 minuti dopo il gol, prova a sfruttare una palla vagante dopo una punizione, ma non trova la porta.
Il Barcellona continua a rilassarsi e cambia anche alcuni uomini: Rakitic e Iniesta lasciano spazio a Mathieu e Xavi, con Mascherano avanzato sulla linea mediana. Guardiola invece toglie Lahm per inserire Rode, anche se non cambiano eccessivamente i ritmi, ben diversi da quelli del primo tempo, anche perchè i catalani continuano a giochicchiare, senza mai affondare veramente. Prova ad approfittarne il Bayern, che trova anche la rete del 3-2 grazie a un bel destro a giro da fuori area di Thomas Muller: il pallone non è precisissimo, ma è potente, e soprattutto Ter Stegen è coperto e la vede spuntare all'ultimo. Il pubblico continua a tifare come se fosse il primo minuto della partita d'andata, ma mancano ancora tre gol, e i giocatori in campo sembrano crederci comunque il giusto, anche se un paio di buone trame le riesce a costruire.
Il finale è ricco di cartellini: ben 4 nell'ultimo quarto d'ora, per una partita che di fatto è già chiusa piuttosto eccessivi. Va comunque bene al Barcellona, che potrà andare a Berlino senza squalificati. Sì, perchè sull'aereo che porta all'Olympiastadion ci va la squadra di Luis Enrique, e ci va da favorita. La sfida finisce 3-2, con Dani Alves chiamato a una gran chiusura su Gotze, entrato anche lui nel finale insieme a Javi Martinez, mentre dall'altra parte Neymar cerca di servire Messi davanti alla porta dopo un dribbling fantascientifico, ma la tocca troppo lunga. In finale, che l'avversaria sia la Juventus o il Real Madrid, gli alieni catalani partono favoriti. E Luis Enrique, pronto ad andare a Berlino, è a un passo dal campionato e in finale di Copa del Rey, sulla panchina della squadra più forte del mondo.