A Podgorica, un nulla di fatto. Tra Montenegro e Russia va in scena una lotta di tifo e la serata si trasforma in una guerra armata, con i supporters di casa "protagonisti", in negativo. Al minuto 66, Aytekin, direttore di gara tedesco, chiude definitivamente le ostilità, quando la gara è ancora in bilico, sul punteggio di 0-0. A quel punto la situazione è ormai alla deriva, alla rissa di campo, si accompagna la furia che imperversa sugli spalti. Oggetti in campo, fumogeni, collissione tra le due squadre.
A scatenare il putiferio una massima punizione concessa alla Russia. Shirokov sbaglia il calcio di rigore, ma il clima diventa incandescente e la situazione pressoché ingestibile. La decisione è conseguente e automatica, basta così. L'episodio che spegne definitivamente la luce su un incontro maledetto giunge molti minuti dopo il primo "assaggio".
Pochi secondi passano dal fischio d'avvio al colpo di scena che "incendia" la serata. Akinfeev è colpito da un fumogeno. Il portiere ospite, costretto a lasciare il campo, viene trasportato in ospedale, accertamenti repentini, nulla di grave, spavento e contusioni. Una ferita al collo, questo il bollettino medico. Dopo 35 minuti, in uno stato di calma apparente, la partita riprende, ma il filo che divide il calcio dalla ribellione si spezza nuovamente nel secondo tempo.
Il tramonto è nero, per Montenegro e Russia, già prima della discesa in campo sensazioni negative, l'Europeo si allontana. Le due squadre attendono il verdetto Uefa, ferme a quota 5, mentre davanti il treno Austria - Svezia corre, giocando a calcio.