Anche una vittoria, di misura, può essere fonte di tranquillità. Il Psg supera il Saint Etienne, grazie a un colpo di petto di Ibrahimovic e avanza in Coppa di Francia, scongiurando una crisi accentuata dalla clamorosa disfatta patita per mano del Bastia. L'impressione, da fuori, è di una polveriera pronta ad esplodere, un gruppo di stelle restio a concedere qualcosa, intento a proteggere lo spazio vitale in cui diffondere ego e immagine. Come sempre in questi casi, è il colosso di Malmoe a ergersi protagonista e Blanc, almeno per qualche ora, può nuovamente lavorare sereno.
Lavezzi e Cavani, reintegrati prima della gara, osservano da fuori, non è ancora il tempo di assaporare il campo per due dei fautori della rivoluzione. Resta in piedi, soprattutto per giugno, l'ipotesi cessione, ma ora le priorità portano altrove. La Ligue 1 è obiettivo ovvio, da non sbagliare, la Champions il sogno dello sceicco. Un parco come quello parigino non può accontentarsi di sporadiche rappresentazioni all'altezza.
Anche per questo Blanc, in Coppa, cambia, ma non troppo. Tanti campioni in una trasferta da non sbagliare. Giunge l'attesa risposta caratteriale - splendida prestazione di Verratti, male Thiago Motta, sempre più teso e pronto ai saluti - per il buon calcio c'è tempo. Segna Ibra nella ripresa, ispirato da Lucas. Il pubblico protesta, il gol è buono.
Nel post partita campeggia la parola "squadra", il Psg prova ad auto-convincersi, serve un passo indietro per tornare a vincere, con continuità. Campioni disposti al sacrificio, chiamati alla fatica, per il resto c'è Ibra, leader maximo, a Parigi.