478 gol in 749 partite giocate tra club e nazionali. Bastano soltanto questi due numeri per far partire un pallottoliere infinito, magico. Il talento di CR7 sta nei numeri, ma soprattutto nella sua incredibile costanza. Resta ad oggi, il giocatore forse più iconico nel panorama mondiale. Bello, ricco, un po' arrogante (forse può permetterselo), imprendibile per gli avversari. Antipatico perché ha vinto tutto, con uno stile e delle movenze che solo lui conosce.
I passi all'indietro e le gambe divaricate prima di battere un calcio piazzato sono già simboli dei fanatici del pallone. In Portogallo, probabilmente, qualcuno porterà piegata nel portafoglio la sua foto, come fosse un santo.
Cristiano Ronaldo è per la terza volta il giocatore più forte al mondo, superando il nemico Messi e rispedendo indietro i sogni di gloria tedeschi da esaltazione post mondiale.
CR7 vince semplicemente perché è il più forte. Pochi come lui hanno saputo replicare prestazioni sublimi con la propria squadra di club in competizioni con le nazionali. Il Portogallo deve tutto al suo gioiello, trascinatore e uomo simbolo di una scuola di talenti incredibili ma spesso discontinui. Tranne uno, il re. Comanda lui, è ancora il numero uno, Cristiano Ronaldo.