Spesso invidiamo la vita di attori, cantanti, calciatori, modelle, invidiamo e desideriamo il loro stipendio, le loro donne o uomini, il loro tenore di vita, i party. Ma poche volte conosciamo le storie, non sempre felici, di queste persone. E con ciò non vogliamo giustificare la mole sproporzionata di soldi che guadagnano, ma siamo qui per raccontare e per conoscere, per condividere il dolore e le rivincite, per lasciare i giudizi da parte e tendere l'orecchio, ad ascoltare ed imparare.
Saido Berahino è l'attuale trascinatore dell'Inghilterra U21 verso l'Europeo 2015 in Repubblica Ceca con 10 gol in 9 apparizioni tra qualificazioni e playoff (a proposito, domani gli inglesi voleranno in Croazia per giocare il ritorno dei playoff, la gara di andata è terminata 2-1 con centro decisivo – ovviamente – di Berahino).
Eppure la vita non è sempre stata così bella per il 21enne. Liliane Berahino dà alla luce Saido il 4 Agosto 1993, nel Burundi. La sua storia parte qui, tra le strade di Bujumbura, capitale del secondo Paese più povero del mondo secondo la World Bank. “Per giocare a palla usavamo dei sacchetti di plastica avvolti da lacci” - ricorda Berahino al Telegraph.
Il Burundi è un paese del sud-est dell'Africa. L'Africa è probabilmente il Paese più sfruttato e assoggettato dagli occidentali che, per smettere di scannarsi e per dividersi quelle ricche risorse delle quali il Continente Nero é possessore, hanno tracciato confini a piacere senza mettere in conto le diverse etnie, religioni, abitudini, costumi, mentalità. Ed allora popoli, tribù, con dèi differenti, tradizioni differenti e modo di pensare opposto, si sono ritrovate a condividere lo stesso pezzo di terra, lo stesso “altarino per il dio” e non a tutti è sempre andato bene cambiare bruscamente vita in questo modo. In Burundi è successo questo. Hutus e Tutsis (i primi compongono il gruppo più numeroso di gente in Burundi e Rwanda - Paese confinante -, con ideologie razziste; i secondi sono considerati degli stranieri, sono degli indigeni e compongono la parte minoritaria) si sono fatti la guerra. Liliane decide di portare via Saido. Come lo cresci un figlio che sente familiare più il suono delle bombe che quello della voce di una madre? Un figlio che invece di giocare per le strade, deve scansare i cadaveri delle persone cadute? Come glielo spieghi ad un figlio il perché di tutto questo orrore, se un perché non c'è?
“Dovevamo andarcene. Ho lasciato i miei amici in Burundi. E' stato pazzesco. In Africa i bambini non dicono 'Mamma, papà, che facciamo?'. No. Non puoi dirlo in Africa, non ne hai il tempo. Devi solo seguire ciò che i tuoi genitori stanno facendo e non devi fare domande. Le cose accadono e basta. Niente domande” - continua Berahino nell'intervista al Telegraph - “Ce ne siamo andati. E' l'unica cosa da fare quando c'è una guerra civile e mia madre voleva una vita migliore per i suoi figli. Perciò ha deciso di andare in Inghilterra. Quando siamo sbarcati io ero con un mio amico, non con lei. Non sapevo dove fosse. A quel punto sono stato portato in una casa dove mi hanno trattato bene” - “Hanno rintracciato mia madre dopo un po' ma non ho potuto vederla per un paio di settimane. Mi avevano chiesto di fare il test del DNA per vedere se fosse davvero mia madre. Giorni dopo la incontrai in un ufficio da qualche parte per Londra. Ci vedemmo, ci dicemmo “ciao” ma non potetti stare con lei. Perché? Perchè non erano ancora arrivati i risultati del test. Diedi di matto. Ma mi dissero “no, non potete ancora stare insieme”. Allora sono dovuto tornare nella casa dove abitavo. Mia madre era arrabbiata. Quando finalmente i risultati arrivarono, mi fu permesso di stare con lei, a casa sua, a Birmingham. La mia vita è cominciata lì, in quel momento”.
In quel momento lì, Saido aveva dieci anni. “Il calcio mi ha aiutato molto ad adattarmi alla nuova vita. Giocavo nella squadra della mia scuola, l'Aston Towen. Tutti erano molto carini con me. Mi guardavano come il ragazzo tranquillo, che non parlava molto, ma in realtà io avevo contatti con tutti. Nessuno sapeva cosa avevo passato. Non l'ho mai detto”.
Fino ad ora abbiamo sempre parlato di Liliane Berahino, la donna che gioca un ruolo fondamentale nella vita di Saido. Non abbiamo mai fatto riferimento a suo padre. Neanche Berahino ha mai chiesto a sua madre Liliane di suo padre, morto nella guerra civile nel 1997. “Se facessi delle domande, ciò mi riporterebbe indietro nel tempo, al passato, a ricordi che non voglio rispolverare” - dice (al Telegraph) - “Ma io gioco per mio padre. So che mi sta guardando dal Cielo. Dio si sta prendendo cura di me. Mio padre è uno di quegli angeli felici e che sorridono che sono in cielo. La religione ha giocato un ruolo importante nella mia vita. E' difficile essere una persona religiosa su questa Terra, non solo in quest'industria del calcio. E' davvero difficile essere un bravo cristiano in questa società. Devi solo essere una brava persona, come dice la Bibbia 'un bravo servo di Dio'. Se tu vivi la Bibbia, sarai ok. Io ho studiato la Bibbia. Mia madre è molto religiosa, mi ha sempre guidato”.
A undici anni, il West Bromwich Albion lo nota. La ruota gira. “Non avevo la più pallida idea di cosa stavo facendo quando giocavo. Correvo e basta, e segnavo. Tutti mi dicevano 'yeah, sei un grande giocatore, blah blah blah'. Ma quando sono andato al WBA, mi dicevano 'devi correre, devi fermare la palla, bloccarla, ragionare e fare almeno due tocchi' ". - “E' diventato tutto più tecnico per me. A 15 anni ho davvero giocato a calcio”.
Particolarmente, il giovane Berahino, ha studiato tre tipi di attaccanti, di modelli: “Ho sempre guardato i movimenti e come finalizzavano Samuel Eto'o, Didier Drogba e Jermain Defoe”.
Il WBA è stata la vera guida. Ma la sua squadra del cuore è il Manchester United e quella di sua madre l'Arsenal. L'anno scorso, Berahino segnò un gol contro il Manchester (28 Settembre 2013), “mia madre mi chiamò e mi disse 'Come hai potuto segnare contro la tua squadra?!, ridendo'. Nei fine settimana guardiamo le partite e parliamo di calcio. Sempre. Quando Arsenal e United giocano contro, a casa ci divertiamo. Lei non è stata molto contenta quando segnai contro i Gunners (25 Settembre 2013, in Capital One Cup, n.d.r.) ma tanto perdemmo lo stesso (ai rigori, n.d.r.). Mia madre è davvero una donna molto calma, rilassata, ma si arrabbia da morire quando l'Arsenal perde. Amava Thierry Henry. Lei amava gli invincibili dell'Arsenal: Henry, Patrick Vieira, Pires. Oh eccome se li amava! Siamo tutti e due pazzi di calcio.”
L'Inghilterra ha accolto Berahino, ha abbracciato il figlio della guerra, e Berahino ha ripagato il Paese scegliendolo come Nazionale: “Il Burundi è la mia madrepatria ma io voglio giocare al massimo livello con i giocatori migliori nei migliori tornei. Sarò sempre un burundese nonostante ciò che è successo, anche se diventerò un giocatore importante in Premier League. Avrò sempre la cultura del Burundi dentro di me. Ma giocare per l'Inghilterra è diverso. Mi hanno dato una seconda possibilità qui. Sono davvero, davvero grato all'Inghilterra”.
Riavvolgiamo il nastro. Eravamo fermi al West Bromwich Albion che lo prende e lo aggrega nella sua Accademy. Prima di passare in prima squadra, Berahino deve fare gavetta e perciò comincia a salire sulla giostra dei prestiti: 3 mesi al Northampton (2011-2012) dove colleziona 14 presenze e 6 reti; successivamente sbarca al Brentford (2012), 4 gol in 7 partite fino a quando viene cacciato a causa di uno sfogo su Twitter (ha ancora 18 anni). Nella stagione 2012/2013 è in volo verso Petersbrough (2012) ma a causa di infortunio al ginocchio, vede poco e niente il calcio (solo 2 gol e 2 assist in un anno). Il WBA non si scoraggia e decide di dargli una chance: stagione 2013/2014, lo fa debuttare in prima squadra titolare in Coppa di Lega contro il Newport. Come risponde lui? Con tre gol. Un mese dopo sostituisce Sinclair al 13° all'Old Trafford, contro lo United di Moyes e come abbiamo già detto sua squadra del cuore, segna il 2-1 finale con un bel sinistro. E' fatta, il West Bromwich è suo.
E' nel giro dell'Inghilterra dall'Under 16 in cui firma 3 gol in 4 caps (nel 2009); l'anno successivo mise a segno una rete ogni due partite (6 gol in 12 presenze); nel biennio 2010-2011 le sue statistiche calano: 2 centri in 2 partite; nel 2011-2012 si alterna tra Inghilterra U19 ed U20 (3 reti in 11 partite con la prima; 0 in quattro match con la maglia della seconda). Dal 2013 fa parte della Nazionale inglese Under 21 con cui, fino ad ora, in totale ha collezionato 12 reti in 10 apparizioni.
Caratteristiche – Capace di giocare da prima punta, seconda punta e ala (destra o sinistra, è indifferente), ruolo dove ha più spazio per sfruttare la sua velocità. Doti da finalizzatore, pericoloso nei contropiedi, elegante nei movimenti, non fortissimo di testa (comunque 180 cm di altezza), sa calciare con entrambi i piedi. Sa inserirsi negli spazi, dribbla facilmente, buon controllo di palla, sa muoversi sulla linea del fuorigioco. Attenzione a quando punta il difensore, rientra e calcia in porta.
Come Berahino, anche noi siamo grati all'Inghilterra per aver accolto e salvato, prima di un grande talento e calciatore, un ragazzo dal cuore d'oro.