Un raggio di sole aveva illuminato i cieli d'Inghilterra nella giornata di ieri. Una speranza, di rinascita. Un sorriso sul volto degli amanti del calcio alla notizia di un possibile ritorno in campo di Paul "Gazza" Gascoigne. Aldilà delle discutibili scelte dell'uomo, ad affascinare è sempre stato il personaggio, il calciatore. Istrionico, borderline, spesso oltre il filo che separa la grandezza dalla follia.
A 47 anni la pazza idea di tornare in campo, nelle file dell'Abbey, squadra dilettantistica. Una sorta di catarsi. Il nastro riavvolto, il tempo fermo per aspettare Gascoigne. Scomparsa la vita dissoluta, cancellata da continue sedute per sconfiggere il demone dell'alcol.
Tutto falso. La realtà compare sulle pagine del Daily Mirror. Fotografie che sono un pugno fortissimo a chi in Gazza aveva creduto ancora una volta. Forse non può cambiare Gascoigne, non sarebbe Gascoigne. La sua immagine con in mano una bottiglia di vodka è il perfetto esempio della caduta, di un vortice che ti inghiotte e non ti lascia più, mai più. L'ospedale ha accolto Gazza per l'ennesima volta. Il sogno è finito, ora la realtà, cruda, triste.