Non si placa la grottesca questione che vede Legia e Celtic al centro di una querelle europea. Il club polacco, estromesso dalla massima competizione per una grossa ingenuità, chiede ora l'annullamento della sanzione decretata dalla UEFA o perlomeno una riduzione.
Riavvolgiamo il nastro. Il Legia rifila 4 reti al Celtic nel match casalingo (4-1) e anche nel ritorno domina senza problemi la scena. Sul 2-0, al minuto 88, entra Bartosz Bereszynski, espulso nell'ultimo impegno europeo dell'anno precedente. Ecco il pronto reclamo del Celtic e la vittoria a tavolino per il club scozzese. Il punteggio totale, 4-4, premia proprio il Celtic che si vede così alla fase a play-off.
Non tarda la reazione del Legia. Una lettera viene inviata ai rivali per chiedere la disputa di una partita, una sorta di "bella" per risolvere sul campo quanto invece deciso in ufficio. Inevitabile la risposta del Celtic "Questa è una questione che riguarda la UEFA e i suoi regolamenti".
Il "no" nemico non spegne però le speranze del Legia. Il club sceglie di presentare ufficialmente ricorso - domani a Nyon il responso - per ribaltare la sentenza ottenuta in primo grado. Queste le parole del presidente Mioduski "Più che delusi, siamo frustrati e arrabbiati. Ammettiamo di aver sbagliato ma la sanzione è sproporzionata e va contro tutto ciò che riguarda lo sport".
Intanto, a Varsavia, giorni difficili per Marta Ostrowska. La donna, indicata come responsabile del "fattaccio" che ha portato allo 0-3, subisce continue minacce di morte e la polizia incoraggia quotidianamente la dirigente ad abbandonare la città "In più occasioni sono arrivate telefonate in sede per chiedere il mio indirizzo. Ci sono state minacce ed è stato detto a me e alla mia famiglia di stare qualche giorno fuori Varsavia" (fonte Daily Record).