Ultima fermata. Il Mondiale 2014, ipotetico trampolino di lancio verso il sesto titolo iridato, si trasforma per il baffuto Scolari nella più triste storia. L'illusione di essere profeta in patria travolge il tecnico, rimasto solo nella tempesta. Il naufragio della nave verdeoro, completato dalla disfatta contro gli arancioni di Van Gaal, scuote le certezze di Felipao. Dalle scuse all'orgoglio, fino a un'analisi attenta della realtà.
Non poteva continuare Felipe, nemmeno dopo le parole di Neymar, il simbolo, il prescelto. Dieci gol in due partite, una sensazione di arrendevolezza inspiegabile. Una fragilità mentale non tollerabile. Giusto farsi da parte, giusto non solo assumersi le proprie responsabilità, ma riconoscere il fallimento. Poco conta essere tra le prime 4 del Mondo, quando l'unico risultato concesso è la vittoria.
Fonti della Federcalcio brasiliana (Cbf) annunciano le dimissioni di Felipe Scolari e dell'assistente Parreira, confermando altresì che le stesse sarebbero state immediatamente accettate. Termina quindi la corsa di Felipao alla guida del Brasile, tornato sotto la sua egida nel 2012, proprio in vista del Mondiale di casa.
Da tempo si parla del futuro della Selecao. In pole Adenor Leonardo Bacchi, in arte Tite. Recentemente alla guida del Corinthians, con cui ha vinto nel 2012 Coppa Libertadores e Mondiale per Club.