Arjen Robben e Lionel Messi, due tra i talenti del calcio contemporaneo, si ritroveranno stasera sul prato all'Arena Corinthians di San Paolo per rispondere più che alla sconfitta, all' umiliazione del Brasile: cinque gol nei primi trenta minuti, due nella ripresa, una disfatta che ha mandato in depressione un’intera nazione. Olanda e Argentina non vogliono essere spettatori del trionfo tedesco, ricordando che nulla è ancora scritto e tutto può succedere.
Robben contro Messi : L'olandese volante ha messo il turbo a una squadra che al servizio di Van Gaal è diventata determinata e cinica. Robben ha dato lezioni di samba alla Spagna dei miracoli, segnando due gol da applausi e graffiando sulla fascia come solo lui sa fare. Messi è il giocatore più atteso dopo l’uscita di scena del rivale e compagno di squadra al Barcellona Neymar. Solo due partite lo separano da un trionfo che sarebbe storico.
Due campioni che hanno vinto di tutto tranne in nazionale: Quattro anni fa, a questo punto del torneo, Messi era a casa dopo un’ amara sconfitta (4-0 contro la Germania ai quarti) e Robben stava per fare l’errore della vita: il tiro moscio finito in braccio a Casillas nella finale vinta dalla Spagna. In questi anni hanno alzato trofei, ma manca il più importante, la coppa del mondo.
Messi fin qui ha giocato un Mondiale da fenomeno vero, trascinando di peso e in avanti l'Argentina, coi suoi gol ma anche con il suo cuore da vero capitano. Gli altri non c'erano e lui invece sì, con tutti i sentimenti. Lionel è l’uomo che sta trascinando l’Argentina, che non avrà un gioco spettacolare ma ha vinto tutte e cinque le partite che ha giocato finora. La Pulce non ha brillato contro il Belgio, ma potrebbe rifarsi contro gli olandesi, a lui il compito di portare la Seleccion ad una vittoria che avrebbe del clamoroso. Clamoroso proprio come il successo albiceleste del 1986, quando a trascinare la squadra fu Diego Armando Maradona, stella scintillante in una squadra tutt’altro che irresistibile.
Messi: "Voglio guidare l'Argentina alla Coppa del Mondo" - Alla vigilia della semifinale di San Paolo contro l'Olanda, Lionel Messi sottolinea ancora una volta di voler alzare il trofeo il 13 luglio allo stadio Maracanà nell'atto conclusivo della rassegna iridata: "È un grande onore essere il capitano dell'Argentina. Voglio ripagare questa fiducia portando la Seleccion alla Coppa del Mondo, Per un giocatore non c'è niente di meglio che vincere un Mondiale. È un qualcosa che si sogna da quando si è bambini e che non svanisce mai" Ho chiesto cosa si prova a sollevare il trofeo ai miei compagni di squadra al Barcellona Xavi, Iniesta e Piquet, e non me lo hanno saputo spiegare - aggiunge il 4 volte Pallone d'oro -. Faremo di tutto per tramutare questo sogno in realtà. Giocare una finale nella grande atmosfera del Maracana è qualcosa che ogni giocatore sogna, ma prima dobbiamo assicurarci di esserci". Ovvero, prima bisognerà battere l'Olanda di Van Gaal, ostacolo tutt'altro che agevole da superare che però non sembra togliere il sonno alla Pulce argentina: "Sento una pressione positiva - assicura - voglio guidare l'Argentina al titolo"
Il penultimo ostacolo di Messi e compagni si chiama Olanda, una squadra che ha un volto ben preciso, quello del fuoriclasse Arjen Robben che non vede l’ora di ricordare a tutti che lui non è più il brutto anatroccolo di un tempo. Nelle ultime due stagioni il talento del Bayern Monaco si è trasformato da brutto anatroccolo a cigno reale. Un giocatore capace di cancellare la sconfitta in finale di Champions League contro il Chelsea con il gol vittoria nella finale di Wembley dello scorso anno. E si è preso anche una spietata rivincita contro la Spagna, nazionale che quattro anni fa aveva alzato la Coppa del Mondo proprio sotto gli occhi degli olandesi, dopo una gara in cui Robben aveva avuto sui piedi il pallone per portare ad Amsterdam il prestigioso trofeo. Nella prima gara del Mondiale brasiliano l’Olanda ha sconfitto per 5-1 le furie rosse con una doppietta, guarda caso, di un incontenibile Robben.
I compagni di squadra sostengono il cigno: Sneijder è stato uno dei primi a consacrare Robben: "È il nostro Messi. Vale altrettanto ed è fondamentale". Persino Van Gaal ieri ha lasciato la scena al suo numero 11: "Queste sono le partite per gente come Robben e Messi" e poi ha aggiunto il tocco egocentrico, "Messi non è stato ancora arginato, io spero di invertire la tendenza". Cioè lui vuole essere l’uomo che blocca un genio e ne libera un altro e pazienza se l’altra stella dell’Olanda è acciaccata. Van Persie corre in disparte, sfiancato dal mal di stomaco e debilitato da un dolore alla gamba sinistra, "è il mio capitano non penso di fare a meno di lui".
Gli Orange per ripetere le gesta della generazione di Cruijff, Messi per continuare e inseguire il mito di Diego: stasera alle ore 22:00