Ci credeva Jurgen Klinsmann, perché un sogno non deve necessariamente interrompersi di fronte a un avversario più forte. Ci credeva, e a confermarlo c'è quella furiosa reazione dopo la segnalazione di un solo minuto di recupero allo scoccare del minuto centoventi. Stati Uniti a un passo dalla rimonta, dopo essere stati a un passo dal baratro. Il 2-0 di Lukaku aveva tramortito la selezione a stelle e strisce, il gol di Green riacceso le speranze.
Poi il triplice fischio e la fine di un'avventura mondiale comunque positiva, condita da un'inattesa qualificazione agli ottavi, dopo il secondo posto raggiunto in un girone formato da una potenza come la Germania e da squadre di tutto rispetto come Ghana e Portogallo.
Non lascia Klinsmann, anzi raddoppia. Il pensiero corre al prossimo quadriennio, alla rassegna iridata in programma tra quattro anni in Russia. Quattro anni per crescere e credere nei propri mezzi, per avvicinare ancor di più la genta americana al mondo del calcio "Stiamo ancora imparando a imporre il nostro gioco. Non importa chi si ha di fronte, non possiamo semplicemente aspettare. C'è ancora troppo rispetto, quando si tratta di grandi palcoscenici".
"Troveremo il modo di introdurre nuovi giocatori giovani e sviluppare il nostro gioco a ogni livello. Abbiamo fatto un grande lavoro e siamo entusiasti di iniziare un ciclo olimpico e di andare a Rio de Janeiro tra due anni. I tifosi continueranno a crescere, grazie anche a un campionato che sta diventando sempre più forte. C'è ancora molto da costruire". (fonte FIFA.com)