L'ultima sfida degli ottavi, l'ultimo traghetto verso i quarti di finale. Con la carta d'imbarco si presentano al controllo Belgio e USA. Solo una avrà il permesso di continuare l'avventura iridata, coltivare sogni ancor più grandi. La ragione direbbe Belgio. Un gruppo di talento, acceso da una stella indiscussa, Hazard, composto da giocatori d'esperienza e giovani d'avvenire. La squadra di Wilmots ha chiuso il girone a punteggio pieno. Tre vittorie, nell'ordine contro Algeria, Russia e Corea. Mai la sensazione di reale grandezza, ma comunque risultati, quelli che contano in una spedizione a tempo come quella Mondiale. I quesiti sul gioco permangono, ma finora Wilmots ha sempre corretto con attenzione qualche errore iniziale.

I dubbi che seguono il tecnico, a poche ore dall'ottavo di finale, non sono pochi. L'assenza di terzini di ruolo, con Van den Borre costretto al forfait questa sera, portano alla conferma di una linea difensiva composta da quattro centrali. Un colpo al possibile sviluppo di gioco sulle corsie. Kompany resta in bilico, perché l'affaticamento agli adduttori tende a farsi sentire al termine di ogni partita. Difficile però che il Belgio rinunci al suo uomo più carismatico.

Davanti la conferma di Lukaku. La delusione più cocente è lui. Giunto in Brasile come annunciato crack, ha steccato le prime due uscite e alle sue spalle preme il giovane Origi. Con il longilneo attaccante il Belgio acquista in rapidità e imprevedibilità. Se la manovra perde uno sbocco fisico, importante nei momenti di difficoltà, di certo ne beneficia in fluidità e opzioni.

Wilmots, con intelligenza, ha caricato l'undici pronto ad affrontare la sfida, indicando in Hazard il giocatore chiave. A fasi alterne Eden, talvolta svogliato, quasi in attesa del giusto momento per incidere in maniera indelebile sulla gara. Quando sceglie di accendersi il Belgio cambia pelle. Dalle sue creazioni nascono i successi dei rossi. Chiedere a Capello e alla Russia, frastornata dai dieci minuti finali dell'indiavolato Hazard. "Eden vuole fare di più e sappiamo tutti quanti cosa potrebbe aggiungere al nostro gioco se fosse più continuo. Non pensiate che voglia mettergli pressione, lui sa perfettamente quanto lo stimi e in questi giorni abbiamo parlato un pò assieme. Voglio che prenda in mano le partite e le conduca in porto, come fa un leader".

Dall'altra parte gli Stati Uniti di Klinsmann. Sembrava, quella americana, una spedizione destinata a spegnersi presto, stante il valore dei rivali. Col passare dei giorni è cresciuto invece l'entusiasmo attorno alla spedizione e di colpo gli Stati Uniti si sono riscoperti calciofili. Incredibile il seguito, con oltre 24 milioni di spettatori incollati al televisore, per USA - Portogallo. La vittoria d'apertura col Ghana ha spianato la strada ai ragazzi di Jurgen, proiettati a pari punti con la Germania dal 2-2 contro C.Ronaldo. L'ultima sconfitta, indolore, con i tedeschi, non ha inficiato il cammino degli USA, qualificati per differenza reti.

L'assenza di Altidore costringe Klinsmann a schierare come unica punta Dempsey, con alle spalle Davis (o Bedoya), Zusy e Bradley. Curiosità per vedere all'opera il terzino destro Johnson, una delle rivelazioni del Mondiale brasiliano. In conferenza Klinsmann ha lanciato una frecciata al direttore di gara Haimoudi "Nelle due gare dirette finora ha fatto bene, ma il fatto che parli il francese, come i giocatori del Belgio, mi preoccupa. Inoltre lui è algerino, squadra che abbiamo eliminato nel Mondiale 2010 e che quest'anno era nel girone del Belgio. Non capisco la scelta della FIFA". Schermaglie, attesa.