Non c’è partita tra la Germania e gli USA. Gli USA si vedono di sfuggita, schiacciati in modo impressionante dalla potenza tedesca. Sarà la maglia rossonera stile Flamengo, fatto sta che questa sera all’Arena Pernambuco una squadra che non si è fatta mancare velocità, tecnica, grinta e occasioni gol non poteva non vincere. Se poi a questa squadra ci aggiungiamo un talento come Thomas Muller, allora le motivazioni sono doppie.
PRIMO TEMPO - Al contrario di quanto alcuni pensassero, alle squadre di Klinsmann e di Low non basta assolutamente un pareggio. Si trovano nell’Arena per portarsi a casa una vittoria. Due squadre a cui non manca assolutamente la voglia di prevalere l’una sull’altra, ma sicuramente una voglia più spiccata negli uomini di Low. Da una parte c’è la Germania che costruisce il gioco, dall’altra gli USA che sanno ripartire alla grande. Una partita che si gioca con una buona intensità nonostante le condizioni climatiche altamente sfavorevoli. Due squadre che rischiano e non si tirano indietro, con terzini che accompagnano tutte le azioni create e tanti capovolgimenti immediati in cui non manca l’accelerazione per sorprendere gli avversari.
La Germania attua un gioco prettamente collettivo, un gioco di squadra nel vero senso della parola. Lahm, giocatore che ha recuperato più palloni in questo girone, è quasi un fuoriclasse, difficile da rincorrere, in questa come nelle altre partite. Le azioni migliori partono però da Boateng, che immette sempre palloni nella trequarti avversaria, palloni che sfila perfettamente. I tedeschi avanzano sempre lateralmente grazie alla velocità di quest’ultimo e alle grandi giocate di Mesut Ozil per poi cercare Muller, in ogni occasione, al centro dell’area. E’ un po’ questo lo schema-base della squadra tedesca. Muller, giocatore che ha la capacità di essere sempre pronto a concludere, con una grande intelligenza calcistica che lo proietta un gradino più in alto degli altri, interpreta tanti ruoli e non perde mai la pericolosità sotto porta, rimane sempre efficace, aspetta solo di trovare il gol anche in questo match. Germania che tiene palla, USA che attende.
Gli USA hanno una difesa e un centrocampo molto densi tanto da reprimere gli spazi utili alla Germania per attaccare. Seguono gli inserimenti dei tedeschi, ma non riescono ad evitare di tanto in tanto la smarcatura dei più bravi fra questi. Beckerman è un po’ il giocatore che deve dare equilibrio alla squadra piazzandosi davanti la difesa. Bradley è un pilastro statunitense, effettua sempre grandi inserimenti. Infine Jones è il giocatore che si spende di più per gli Stati Uniti, riesce a fare il mediano, ma a volte copre anche il ruolo di Bradley, riuscendo a essere trequartista e a volte tenta conclusioni da prima punta.
Primi 10 minuti di attesa per gli americani, ma poi riescono a trovare buone linee di passaggio, provano ad osare con le loro qualità e la loro intesa, ma il possesso palla rimane quasi esclusivo per la Germania. Gli USA tentano di ripartire molto rapidamente appena ne hanno la possibilità, ma quello che ne ricavano sono solo dei veloci contropiedi scaturiti dalle loro palle perse. Tanti, troppi, sono i palloni regalati a Thomas Muller nell’area avversaria per poter segnare. Riceve deliziosi assist che purtroppo l’attaccante tedesco non riesce a concretizzare. La vera grande occasioni per gli USA è un gol sfiorato da Zusi con un tiro che supera di poco la traversa. La Germania, invece, si concede spesso occasioni da fuori area: al 30’ Kroos lascia partire un potente tiro diretto centralmente, ma lo attende Howard. Pericoloso è anche Ozil al 35’ che stoppa palla, dribbla, tira con tutta la potenza possibile, ma Howard ancora una volta non fallisce. Il portiere statunitense è sempre nella posizione giusta, si distende nei tempi giusti. Al 45’ le squadre sono ancora pari, ma se la giocano e anche alla grande.
SECONDO TEMPO - Subito al 1’ minuto della ripresa la Germania fa rabbrividire gli avversari con Ozil. Un colpo di testa che però sfila sulla traversa. Low gioca la carta Klose a sostituzione di Podolski. Dopo 7’ minuti arriva la sua prima occasione con un colpo di testa, quasi per mandare un segnale che il tedesco è entrato col piede giusto in questa partita. Ma questi sono solo assaggi, perché poi arriva lui che ha aspettato tanto, troppo. Il bomber di questa Germania, che gioca in maniera tanto pulita quanto sublime, non risparmia i suoi gol nemmeno in questa partita. Dopo una respinta di Howard su Klose, la palla si ritrova sui suoi piedi magici e in un attimo il gol del vantaggio è stabilito. Thomas Muller, sempre lui, 9 gol su 9. Ora è tutto in discesa per i tedeschi. Gli Stati Uniti nutrono una certa tranquillità nonostante il risultato, forse dettata dal pareggio tra Portogallo e Ghana, che rende la loro sconfitta abbastanza innocua. Nessuna brivido attraversa l’Arena in questa seconda fase, e se lo fa, la protagonista è sempre la Germania. All’82’ Mario Gotze (subentrato al posto di Schweinsteiger al 76’) e Ozil orchestrano una splendida azione alla quale è mancato solo il tiro finale. Klose all’85, beccato in fuorigioco, non ha potuto finalizzare un grande assist dell’instancabile Muller. All’ultimo minuto gli USA sembrano svegliarsi da una lunga agonia: due occasioni in meno di un minuto con Bedoya e Dempsey. Un po’ deludente la prestazione di quest’ultimo, molto opaco ma anche poco servito dai compagni. Ma adesso è troppo tardi per stabilire il pareggio. E’ stato più che scarno il gioco offensivo statunitense che in questa partita ha offerto davvero molto poco. L’arbitro fischia, il gioco è concluso, il primo posto se lo aggiudica la Germania.
Ha deciso Thomas Muller, giocatore dallo straordinario talento, umile nonostante i numeri che classificano i suoi gol, numeri che parlano di lui come un giocatore incredibile. In questa partita lo abbiamo trovato ovunque, a destra, a sinistra, sempre al servizio della squadra e in ogni occasione pronto a guidarla verso il vantaggio.Ha vinto una squadra solida e compatta, ben organizzata che merita il primato del girone. Si qualifica anche la squadra di Klinsmann con 4 punti grazie alla differenza reti con il Portogallo di Ronaldo, anch’esso a 4 punti. Un match deludente, ma un risultato comunque gratificante, vista la qualificazione.