L’Italia torna indietro di cinquant’anni. Erano gli anni ’60 quando, per due volte di fila, uscì alla fase a gironi di un Mondiale. Cile 1962, Inghilterra 1966. Ieri come oggi. A castigarci l’Uruguay del maestro Tabarez che trova il tap in di testa di Godin all’82 e regala un sogno ad un intero popolo.
Gli azzurri lasciano la competizioni tra le polemiche per la mancata prova di gioco che ci si aspettava, per le tante scelte contestate di mister Prandelli e per quelle odierne, quantomeno dubbie, del direttore di gara Rodriguez Moreno.
Il messicano rifila un rosso diretto a Marchisio a mezz’ora dal termine costringendoci in 10 per buona parte del secondo tempo. Dura la decisione arbitrale nonostante il brutto fallo dello juventino. E non è tanto questo quanto il rosso mancato a Suarez, 19 minuti più tardi, ancora sullo 0-0 quando si trasforma in un Dracula recidivo mozzicando la spalla di Chiellini che prova a mostrare il corpo del reato senza ottenere risultato.
E poi ci sono gli azzurri che non riescono mai davvero ad incidere in avanti, che non cambiano ritmo, che sono pesanti sulle gambe e nella testa. Non basta la grinta di Verratti poi costretto ad uscire per crampi. Balotelli ed Immobile non incidono, la prova opaca dei terminali offensivi è la prova di un fraseggio che non c’è. La difesa prende l’ennesimo gol su calcio da fermo a riprova delle difficoltà di Chiellini & Co. Insomma il cuore caldo- ente fredda della vigilai non c’è stata, nonostante il buon approccio nel primo tempo.
Salutiamo dunque i Mondiali 2014. Prandelli avrà da chiarire il perché di tante scelte, prime fra tutti quelle posate di oggi quando rileva un diffidato balotelli, già ammonito, per Parolo ed unop spento Immobile per Cassano.
L’Uruguay approda agli ottavi come seconda del girone. Primo il Costa Rica, fermato da un pari dagli inglesi,a quota 7 punti.
PRIMO TEMPO Arena das Dunas tinta d’azzurro a Natal. Il colpo d’occhio è impressionante. Moltissimi i tifosi dell’Uruguay, pochi ma buoni i supporter azzurri. Prandelli opta per un insolito 3-5-2 invocato a furor di popolo con Immobile seconda punta insieme all’immancabile Balotelli. In difesa tornano Bonucci, all’esordio in questo Mondiale, e De Sciglio recuperato dopo l’infortunio. Verratti di nuovo in campo dopo lo stop contro il Costa Rica. Sacrificato Candreva a centrocampo. Cuore caldo, mente fredda, la tensione è altissima. Agli azzurri basterebbe un pareggio per qualificarsi agli ottavi per la miglior differenza reti.
Tantissimi i falli in avvio e il gioco ne risente. Contenere Cavani e Suarez è l’obiettivo principe della difesa e, a fine primo tempo, il lavoro è svolto al meglio se si pensa che il numero 9 uruguagio ha fatto vedere ben poco se si escludono uno o due guizzi su cui Buffon si è superato.
Pirlo prova a ferire e sfodera il marchio di fabbrica, “la maledetta”, al minuto 12: pallone teso e centrale, Muslera non può far altro che deviare in angolo. La coppia Cavani-Suarez è ben contenuta e trova ben poco spazio per sfondare. Dicevamo del doppio miracoloso intervento di Buffon che al 32’ prima mura su Suarez in sfondamento dalla sinistra poi si immola su Lodeiro in ribattuta. Non succede molto altro in questi primi 45 minuti ma l’impatto con il match degli azzurri è buono.
SECONDO TEMPO Prandelli richiama Balotelli e inserisce Parolo, si torna dunque allo schema ad una sola punta con Immobile terminale offensivo. Non c’è predominanza in campo tra le due squadre e l’Italia risente della scelta tattica di Prandelli tanto è che si propone meno in avanti.
Il calo si avverte e la Celeste prova a prendere coraggio. Cebolla Rodriguez spara un diagonale a tu per tu con Buffon ma la fortuna vuole che sbagli l’angolazione del tiro e il pallone finisce fuori. Quella stessa fortuna, e la scellerataggine di Marchisio, ci volta le spalle. E’ il momento chiave del match. Il giocatore della Juve entra duro su Rios, il direttore di gara è li, ad un metro. Estrae il rosso che poteva starci per la durezza del fallo. Italia in dieci a mezz’ora dal termine. Da qui va solo a peggiorare. L’Uruguay ci crede adesso ed è un assedio. Al 64’ Buffon è ancora determinante su Suarez e salva tutto. Prandelli rileva anche Immobile autore di una prova opaca e inserisce Cassano. Non c’è pace però, al 74’ Verratti è costretto ad uscire per crampi, il Ct inserisce nella mischia Thiago Motta per fare muro a centrocampo. Altro momento chiave del match all’80’. Scontro in area tra Chiellini e Suarez; il difensore azzurro dice di esser stato morso e mostra la spalla all’arbitro. Il filmato dimostra che il difensore della Juve dice il vero, Suarez andava espulso ma così non è e, come nei peggiori incubi, due minuti più tardi l’Uruguay passa in vantaggio. Godin svetta di testa su calcio d’angolo e batte Buffon. È il gol che ci condanna a tornare a casa perché nonostante i cinque minuti di recupero gli azzurri non riescono a sfondare e la fatica si fa sentire. Finisce dunque qui, per la seconda volta di fila, un Mondiale per gli azzurri.