Illusioni perdute. Si risveglia l'Italia, e l'alba del giorno dopo è improvvisamente nuvolosa, brusca. L'entusiasmo post Inghilterra si scioglie al sole brasiliano, innanzi a una Nazionale non qualitativamente al nostro livello, ma ben organizzata e terribilmente fisica. Il Costa Rica travolge sul ritmo l'Italia, che si scopre stanca, appannata. Sulle gambe cediamo a Campbell e compagni, ingenui. L'errore di Chiellini, in marcatura, coadiuvato dalle incertezze di Buffon, incerto in uscita, condanna la nostra rappresentativa. In un secondo tempo di rivoluzione non troviamo spunti e basta un undici ordinato per spegnere le poche luci azzurre. Le idee di Pirlo si fan fioche col passare dei minuti. Ci scopriamo inadeguati. 

Il 4-1-4-1 visto all'esordio, tremolante nell'avvio caotico inglese e vivo nella ripresa, non incide. I nostri palleggiatori non trovano tempo e giocata. Contro il Costa Rica scegliamo la fase di attesa e per un tempo Balotelli è disperso in campo nemico. Due occasioni, ghiotte, le costruiamo, ma Mario non è puntuale. Nervoso, si stizzisce. Il giallo, atteso, arriva nella ripresa. Abate costringe Darmian allo spostamento a sinistra. Perdiamo così la spinta del ragazzo rivelazione, condizionando il nostro gioco sulle corsie. Thiago Motta, preferito a Verratti, toglie ulteriore dinamismo alla manovra e i nostri registi si trovano spesso a calpestarsi l'un l'altro.

Il Candreva dominante visto con l'Inghilterra lascia il posto a un giocatore distratto, incline a sbavature. Prandelli prova a rimediare inserendo Cerci, Insigne e Cassano. L'idea di allargare il campo, con esterni veri, che costringano il Costa Rica alla copertura, inibendo le frecce dei nostri avversari, non è di per sé errata. Lo è però l'atteggiamento dell'Italia, che spesso preferisce oziosi lanci lunghi a una manovra lavorata. Troppo facile, leggibile per gli uomini di Pinto. In panchina resta Immobile, il capocannoniere solo. In un arrembaggio finale poteva dir la sua. 

La difesa, a cui sopra si è accennato, è nota dolente. Ranocchia, il più in forma nel finale di stagione, non è qui. Paletta è stato bocciato dopo la prima uscita. De Sciglio, unico vero esterno di sinistra, è in infermeria e la sua presenza con l'Uruguay resta un'incognita. Chiellini ha confermato che le difficoltà non dipendono dal ruolo. Schierato nel mezzo ha mostrato problemi ancor più rilevanti. Barzagli, non al meglio, si è aggrappato all'intelligenza ed è riuscito a non naufragare. 

A complicare il cammino, non ancora scritto (all'Italia basta un pari per gli ottavi), il possibile forfait di De Rossi. Problema muscolare, da valutare l'entità. 

L'Italia prova a chiudersi per ritrovare compattezza di squadra, allontanando lo spettro del fallimento. Nelle partite senza domani difficilmente cadiamo senza combattere. Lo spauracchio si chiama Suarez e per quel che si è visto è minaccia reale. Possibile qualche cambiamento, di uomini, forse di modulo. Martedì a Natal gli azzurri provano a scongiurare un nuovo 2010.