Non può essere una sorpresa la Colombia. Non può esserlo per tanti motivi, in primis la rosa. Tanti giocatori militano nei principali campionati europei, da protagonisti. Da Cuadrado a Guarin, fino a Jackson Martinez. Dagli italiani Zuniga e Armero all'ex italiano Quintero. In panchina un guru come Pekerman. Il campo ha confermato le previsioni della vigilia. Due partite, cinque reti, un solo gol incassato, quello di Gervinho, e una qualificazione agli ottavi già in tasca. Nel firmamento sudamericano una stella brilla però più delle altre. James Rodriguez è la lampada magica di questo gruppo. Per caratteristiche si distingue dai suoi compagni. Veloce, ma non come Cuadrado. Fisico minuto. Non ha la stazza e la possenza di compagni come Ibarbo e Yepes. Semplicemente è l'accentratore della manovra, un Pirlo in posizione più avanzata. 

I cafeteros passano dal suo mancino. Lui imposta e disegna, spesso allargando sulle fasce laterali per innescare la terribile rapidità dei suoi compagni. Alla qualità aggiunge una insospettabile quantità. Il secondo gol di Quintero, contro la Costa d'Avorio, nasce da un suo recupero a metà campo. Il primo porta direttamente la sua firma, di testa. Lui, il più basso di tutti. 

Il Monaco ha speso fior di quattrini per portarlo in Francia e disegnare un progetto ambizioso attorno al suo talento. Ora anche il Mondo scopre James, ragazzo della porta accanto, ambizioso come pochi "Voglio solo dare una mano, segnare, impostare, vincere. Abbiamo un sostegno incredibile, è come essere a casa". 

Quasi un segno del destino quello stacco portentoso tra i colossi Zokora e Drogba "Il fatto che mi marcasse Drogba mi rende ancora più felice. Il gol più importante della mia carriera". 

Nella Colombia orfana di Falcao brilla la stella di James Rodriguez.