"Facciamo paura a tutti". Fabio Capello lancia la Russia, all'esordio Mondiale, con poche, ma significative parole. L'uomo in più è proprio lui, Don Fabio, esperto, capace, vincente. Una squadra, la Russia, plasmata sulle solide basi di un insegnante di calcio di stampo italiano. Difficilmente bella la nazionale dell'est, ma spesso pratica, concreta. La qualificazione alla fase finale, ottenuta a spese del Portogallo, poi costretto al lastricato cammino dei playoff, ha mostrato una Russia pragmatica, poco perforabile. "Capello è la nostra stella", parola di capitan Berezutski.

A complicare il cammino l'infortunio di Shirokov, luce di un centrocampo ora affidato all'esperienza di Denisov. Capello nelle amichevoli pre Mondiali ha provato disperatamente a rilanciare Dzagoev, stellina del Cska Mosca, che pare aver perso lo smalto del passato. Qualche anno fa in Champions il nome di Dzagoev era sulla bocca di tutti, ora la magia sembra di colpo svanita.

Il nome nuovo è quello di Aleksandr Kokorin, ventitre anni, attaccante della Dinamo Mosca. Nel 4-2-3-1 di Capello parte da esterno di sinistra, col compito di accendere Kerzhakov e illuminare la scena. La difesa si basa ancora sull'inossidabile coppia Ignaschevich - Berezutski, ma soprattutto sulle lune di Akinfeev, non sempre impeccabile.

Il Gruppo H è ampiamente alla portata. Il duello con il Belgio per il primo posto appare scontato. Due filosofie differenti quelle di Capello e Wilmots. La vecchia guardia opposta al vento del cambiamento. Il Belgio rivelazione contro la Russia dell'antico regime. Corea del Sud e Algeria paiono sparring partner perfetti, ma il Costa Rica insegna che il Mondiale non può essere scritto sulla carta.

La Corea testerà quindi le ambizioni della Russia, dopo una sofferta qualificazione. Il cambio di allenatore, con l'arrivo di Myungbo, le difficoltà mostrate non solo nel doppio confronto con l'Iran, ma anche con avversari modesti contro il Libano, hanno portato la Corea a sperare in una vittoria non troppo larga dell'Uzbekistan, opposto al Qatar, per conseguire un accesso diretto al Mondiale. Il 5-1 uzbeko ha qualificato la Corea, che spera ora di voltar pagina qui in Brasile.

I migliori elementi si trovano sulla trequarti. Pezzi di stampo "europeo", con Son, Koo e Lee chiamati a fornire velocità e imprevedibilità. Davanti Park, quest'anno al Watford, 24 gol in 64 presenze in Nazionale.

A raccontare l'avvicinamento all'esordio della Corea è Ji Dongwon "Se si guarda alla nostra squadra abbiamo solo cinque giocatori con esperienza in una Coppa del Mondo e c'è una netta differenza di comportamento tra questi e il resto della squadra. Come noi, anche i giocatori di Belgio e Russia sentono la pressione, visto che è 12 anni che non partecipano a un Mondiale. Siamo molto orgogliosi di essere per l'ottava volta consecutiva alla fase finale di un rassegna così importante".

Probabili formazioni: