Il Mondiale in Brasile è cominciato da una manciata di giorni e il ritornello che viene ripetuto da media locali e non è sempre lo stesso: i Carioca devono vincere e Neymar deve assumere le sembianze di salvatore della patria capace di guidare la squadra al trionfo, congiungendosi quindi ai più grandi giocatori della Seleçao e conquistandosi un posto fra i giocatori più forti di sempre. A soli 22 anni. Eppure i 33 gol segnati in 62 partite con la maglia verdeoro spazzano via ogni dubbio: Neymar è il più forte giocatore brasiliano, quello a cui fare affidamento e colui il quale deve prendersi la responsabilità, che essa sia calciare un rigore o gestire un pallone pesante con il risultato in bilico. Di questo anche Felipe Scolari è sicuro: “Neymar assomiglia molto al Ronaldo nel 2002, può essere decisivo come il Fenomeno in Corea e Giappone. La sua più grande capacità è quella di far parte di questo gruppo senza strafare e il risultato è una squadra solida fra reparti come lo era quella del 2002”. L’attaccante del Barcelona all’esordio mondiale ha risposto presente, con una doppietta decisiva (con aiutino dell’arbitro nell’assegnazione del rigore che ha permesso ai suoi di portarsi sul 2-1) e una leadership costante: quando il pallone passava fra i suoi piedi, l’uomo veniva costantemente saltato e si creava in quasi tutte le occasioni una situazione di superiorità numerica. Con il 10 sulle spalle ed il ciuffo biondo che ondeggiava spavaldo, Neymar si è preso il Brasile e ha messo la prima firma sul Mondiale. “Ma non è stato l’unico a brillare”, ha aggiunto Felipao, “ed io lo sapevo”.

OSCAR - Sì perché oltre a O’Ney (con questo gioco di parole viene alimentato il parallelo fra Pelé e Neymar), Brasile-Croazia è stata una vetrina importante anche per Oscar. Il giocatore del Chelsea, a cui la stampa prima dell’esordio continuava imperterrita a preferire Willian, ha fatto ricredere tutti e con dieci palloni recuperati e un gol (oltre ad un ruolo attivo in entrambi gli altri due gol brasiliani) è diventato subito -com’è meraviglioso il mondo del calcio- uno dei calciatori più apprezzati della Nazionale. “Ma ci sono tanti giocatori che possono cambiarci la partita oltre a me, come per esempio Neymar, Hulk, Fred o Bernard”, commenta il diretto interessato, che poco prima del Mondiale ha ricevuto la maglia numero 11 direttamente da Scolari, con una promessa: “Mi devi ripagare con almeno un gol”. Detto, fatto, subito all’esordio. Ma se la luce dei riflettori ha inquadrato le due stelle della squadra, c’è anche qualche zona d’ombra nel ritiro del Brasile. In primis la difesa, che non ha per nulla convinto nell’uscita contro la Croazia. Felipe Scolari, il cui credo -molto trapattoniano- è quello di “prima non prenderle, perché tanto con l’arsenale offensivo che ho a disposizione un gol lo faccio sicuro”, vuole aggiustare immediatamente questa tendenza e per farlo ripescherebbe dalla panchina un giocatore reduce da un’ottima stagione in Italia: Maicon.

FORMAZIONE - Il terzino della Roma potrebbe essere schierato al posto di Dani Alves, garantendo così una copertura più massiccia anche in fase di non possesso, presenza fisica che il laterale militante in Spagna non riesce a fornire (il cross del primo gol della Croazia deriva da un buco clamoroso lasciato sulla fascia di competenza proprio di Alves, con Olic che ha avuto gamba e libertà necessari per agire indisturbato). Un altro cambio che potrebbe avvenire nella formazione titolare (o a partita in corso) riguarda la mediana: il duo formato da Paulinho e Luiz Gustavo non ha convinto, soprattutto il primo alle prese con un non esaltante periodo di forma fisica, anche a causa di alcuni problemini fisici. Al suo posto potrebbe subentrare chi di fatto ha aiutato a sbloccare la partita d’esordio: Hernanes. Il Profeta, accomodatosi in panchina e deciso a dare il meglio come 12° uomo della Seleçao, giovedì ha letteralmente stravolto la partita, garantendo al Brasile un’ottima fase di impostazione a centrocampo, che ha lasciati liberi Oscar e Neymar di lottare esclusivamente per la finalizzazione della manovra che passava quasi sempre fra i suoi piedi. E’ possibile (ma non certo) un suo impiego dall’inizio, anche se l’infortunio (e il probabile forfait) di Hulk -per lui problemi di natura muscolare al tendine del ginocchio sinistro- possono mischiare una volta di più le carte in gioco. Felipao potrebbe scegliere di infoltire il centrocampo (e quindi Hernanes avrebbe quasi sicuramente una maglia da titolare nel terzetto in mediana) oppure scegliere Ramires o Bernard (subentrato proprio a Hulk nel secondo tempo della partita d’esordio) che però, come ci racconta il medico della Nazionale, soffre a causa di alcuni dolorini fisici che però si possono guarire in poche ore. Allarme rientrato sembra per Thiago Silva, che ha recuperato dalla botta alla caviglia di ieri in allenamento.

IL MESSICO - In tutto questo, i Messicani sono stati sempre una squadra ostica per il Brasile. Basti pensare alla finale dell’Olimpiade di Londra 2012, che la Seleçao perse proprio contro il Messico. Ma quest’anno sono fiduciosi e a parlare è ancora Hernanes: “Li abbiamo battuti l’anno scorso, possiamo replicare”. Per quanto riguarda gli uomini di Herrera, è probabile la conferma della medesima formazione che nella prima giornata ha vinto contro il Camerun. Il commissario tecnico dà fiducia a Peralta, tenendo ancora fuori Chicharito Hernandez, una mossa che ha già pagato in questo Mondiale, visto che l’unico gol convalidato del Messico è stato siglato proprio da Peralta. Un altro giocatore molto ispirato è Giovani Dos Santos: spesso bistrattato dalla stampa per la sua scarsa continuità a livello di club, ogni volta che indossa la maglia del tricolore messicano si trasforma. Avrebbe segnato una doppietta, ma un guardalinee ubriaco gliel’ha sprecata via così con due chiamate inesistenti. E’ prevista una sfida equilibrata, con il Brasile che se vuole arrivare primo deve assolutamente vincere. Anche se non si sa quanto convenga arrivare primi: ad attendere i vincitori del girone A infatti, ci sarà (molto probabilmente, visto l’andazzo del loro esordio) la Spagna -fiducioso che si riprendano almeno i giocatori visti in America”.

SCOLARI - E, al di là di tutto, Felipe Scolari prova a sdrammatizzare la matta pressione che attanaglia il Brasile in questo Mondiale casalingo. Perché se Hernanes afferma che “non ci possiamo mai distrarre, anche perché se no il nostro pubblico ci redarguisce subito”, Felipao è molto più diretto e scherzoso: “Ora tutti mi fanno i complimenti, ma quest’anno abbiamo un solo obiettivo: vincere il Mondiale. Se non dovesse finire così la nostra avventura, probabilmente mi rifugerei in Kuwait e chiederei asilo politico”. Che è una battuta del serafico Felipe, ma mica tanto, visto che in Kuwait ci ha allenato e ha pure vinto una coppa d’Oriente. Tuttavia ciò per cui viene ricordato è il Mondiale del 2002. Quello che i brasiliani quest’anno sperano (e Scolari è il primo a farlo) finisca allo stesso modo. Campioni del Mondo? Intanto oggi, ore 21, Brasile-Messico.

Probabili formazioni: