Sbaglia chi non si corregge, non chi erra e persiste nella convinzione che le proprie idee risulteranno vincenti. E' la morale che si può trarre alla fine dell'incontro fra Svizzera ed Ecuador, terminato 2-1 in favore dei rosso-crociati. La gara viene decisa a tempo scaduto da Haris Seferovic, prima punta cresciuta nella Fiorentina e gettata nella Liga spagnola, dove quest'anno non ha sfigurato. Decide Seferovic ma alle sue spalle, come in una piéce teatrale che si rispetti, sono i gregari a concedere il lusso della ribalta al prim'attore. E' Behrami, con un contrasto stratosferico, ad interrompere l'offensiva ecuadoregna nei minuti finali, permettendo il ribaltamento di fronte quando le squadre sono ormai lunghe e sfiancate. E' anche Ricardo Rodriguez, con l'ennesima discesa positiva, a concedere le luci dei riflettori a Seferovic, con un cross niente male sul quale il centravanti è lesto ed affamato nel bruciare Erazo a centro area . E' l'ottimo arbitro uzbeko Irmatov che, grazie al vantaggio concesso alla Svizzera, permette il gol nel finale.

Dietro il gol del 2-1 di Seferovic, principalmente, c'è però la capacità di rendersi conto che le proprie scelte non son magari del tutto indovinate di Ottmar Hitzfeld. Hitzfeld, giunto all'ultimo Mondiale prima di ritirarsi, opta per la formazione annunciata. Stocker è l'esterno sinistro del 4-2-3-1 di base, Drmic il centravanti e Djorou uno dei due centrali difensivi. Tutti rispettivamente preferiti a Mehmedi, Seferovic e Schar.

Il piano di battaglia svizzero, inizialmente, non funziona. Il calcio d'inizio decreta lo start delle amnesie rosso-crociate. Difensivamente, con von Bergen e Djorou non protetti adeguatamente che vanno nel panico, ed in fase di impostazione, dove Inler, Xhaka e Behrami non riescono a far girare il pallone per colpa del pressing altissimo degli ecuadoregni, regna la confusione. Nel bel mezzo del caos la Svizzera paga dazio l'essersi fatta cogliere di sorpresa. Al 22°, la seconda punta del 4-4-2 o il trequartista del 4-2-3-1 che dir si voglia di Rueda, Enner Valencia, sblocca la gara. La punizione-cross dell'energico e muscolare Walter Ayovi (veterano nonché primo regista dell'Ecuador) è preciso ma non quanto basta. Ciò che fa pendere la bilancia verso l'esito positivo dell'azione è la disattenzione sulla difesa a zona di Djorou. Enner Valencia, non Antonio, quello dello United, stacca e fa secchi tutti. L'Ecuador è in vantaggio.

La partita subisce uno scossone e si fa gustosa. La Svizzera, se è vero che per vie centrali è un disastro, sulle vie laterali, è più che buona. A sinistra regna sovrano Ricardo Rodriguez, che però può poco per sopperire alle defaillance difensive di uno Stocker che non torna. A destra sale sul palco il talento più cristallino della Svizzera: Xherdan Shaqiri. Dribbling, rientri sul sinistro, accentramenti e traversoni. Il ragazzino del Bayern sembra aver preso lezioni da Robben per la capacità maturata nel rendere il dilettevole, utile. Calcia, inoltre, innumerevoli (ben 7) tiri dalla bandierina solo nel primo tempo. Cross di buona fattura. Tuttavia la Svizzera non trova il pareggio, anzi. Dopo il rush centrale del primo tempo, cala leggermente e permette che la prima frazione si chiuda sull'1-0.

Il secondo tempo non comincia in maniera diversa. Enner Valencia è una zanzaretta niente male. Drmic continua a boccheggiare lì davanti. Xhaka non sembra chissà cosa. In più mettici un Jefferson Montero che ha ormai preso le misure a Lichtsteiner e comincia a puntarlo ripetutamente, tanto da ridurre al minimo le energie dello juventino, reduce da una stagione più che faticosa in Italia. Jefferson, con esperienze in Spagna, salta l'uomo e crea superiorità. Fortuna che Ottmar, sapientone, a metà gara aveva inserito Mehmedi al posto di Stocker cominciando l'opera di redenzione. E' proprio il subentrato attaccante esterno del Friburgo a pareggiare la contesa al 48°. La rete è la fotocopia della segnatura di Enner Valencia nel primo tempo. Il cross dalla bandierina è di Ricardo Rodriguez e chi ci lascia le penne è Gruezo, stellina 19enne che ha cominciato ad assaggiare il calcio europeo da Gennaio, quando è approdato allo Stoccarda, dove ha prontamente cominciato a giocare da titolare.

La gara diventa difficile da giocarsi, sull'1-1, sia da una parte che dall'altra. Il sole battente sull'Estadio Nacional Mané Garrincha di Brasilia costringe le due squadre a chiudersi pensando ad un pareggio che starebbe comodo ad entrambe. Un punto ciascuno vediamo chi riesce a far più punti contro Francia ed Honduras. Tutto sembra indirizzato verso il primo pareggio dei Mondiali 2014 ma nel finale le squadre cambiano le proprie intenzioni: la ricerca del 2-1 diventa prerogativa di entrambe. L'Ecuador calerà le carte Arroyo e Rojas, la Svizzera quella di Seferovic. Quella che alla fine risulterà decisiva.

Ah, l'esperienza di Ottmar Hitzfeld.

Questi gli highlights della gara: