E' innegabile, un po' di paura i milioni di brasiliani assiepati nelle migliaia di piazze sparse per il paese un po' di paura l'hanno avuta. Perché un gol dopo 12 minuti all'esordio nel Mondiale di casa può tagliare le gambe. Ma non hanno dimenticato che per la Seleçao gioca un certo Neymar, O'Ney: due gol, che si aggiungono ai 31 già siglati in Nazionale, e la gratitudine di una squadra che inevitabilmente grava sulle sue spalle. Il Brasile soffre tanto, più del dovuto. La Croazia è dura a morire, al di là del vantaggio iniziale, abbastanza fortunoso: la compattezza fra i reparti è ammirevole, ma alla fine non basta. Quando la stanchezza colpisce i temprati giocatori croati però, il Brasile esce e -aiutato dall'arbitro, fautore di un rigore inesistente- ribaltano la partita. Per ora il popolo carioca e la stampa sono tenuti a bada. Ma dalla prossima partita bisognerà vincere, e poi vincere ancora. Perché Felipao e i suoi hanno un solo e unico risultato possibile: la Coppa del Mondo.
I commissari tecnici delle due nazionali optano per due schieramenti identici: Brasile e Croazia scendono in campo con un 4-2-3-1 che dal lato carioca vuole valorizzare l’attacco fantasia di Neymar e compagni, dall’altra Kovac rassoda la linea di centrocampo con Kovacic, Modric e Rakitic e occupa le fasce con Olic e Perisic, non potendo disporre né di Kranjcar (per infortunio) né di Mandzukic (squalificato per una giornata a causa dell’espulsione rimediata nello spareggio). L’inizio, nonostante sugli spalti domini un’imperterrita torcida carioca, è a tinte biancorosse: nei primi momenti di gioco è Mateo Kovacic, esordiente mondiale, a tentare un tiro dalla lunga distanza, ma il pallone si spegne sul fondo, molto lontano dalla porta del redivivo Julio Cesar, riesumato dal suo soggiorno a Toronto e pronto a difendere i pali della Seleçao per il secondo Mondiale consecutivo. La Croazia continua a giocare in modo aggressivo e dopo qualche minuto batte un altro colpo verso la porta brasiliana, questa volta con Olic che, imbeccato in area di rigore da un cross dalla destra di Perisic, schiaccia il pallone ma non trova il gol. Al 12’ accade quello che non ti aspetti: la fascia destra brasiliana è lasciata totalmente scoperta da Dani Alves e in quel pertugio offensivo si scatena Olic che crossa in mezzo dove Jelavic sfiora appena verso la porta di Julio Cesar. Un tocco innocuo, ma sporcato irrimediabilmente dal rientrante Marcelo (che fra l'altro sbaglia la diagonale difensiva): Brasile 0, Croazia 1.
Sui social network gli umoristi si divertono a definire quest’azione un nuovo Maracanazo, il Marcelonazo, ma la partita è ancora lunga. Gli uomini di Kovac portano però sul campo l’esperienza e la ruvidezza del loro CT, vincendo tutti i contrasti su cui è possibile avere la meglio: 68% di quelli aerei e 58% di quelli 1vs1. I passaggi compiuti sono appena 42 (a confronto dei 182 del Brasile) ma tanto basta per passare la prima mezz’ora del Mondiale in vantaggio contro i padroni di casa. Ma proprio attorno al 30’ si susseguono una serie di eventi il cui esito avrebbe potuto avere effetti devastanti sul proseguo del match: Neymar entra in contatto con Rakitic e nel contrasto alza il gomito. L’arbitro vede e alza il cartellino giallo nei confronti della stella brasiliana.
L’attaccante del Barcelona ha però rischiato molto, Thiago Motta per un fallo simile nella semifinale di Champions League del 2010 è stato mandato senza troppi pensieri sotto la doccia. Dopo quest’episodio si scatena però la furia carioca: Oscar magheggia a centrocampo e vince una serie di rimpalli, andando poi a servire Neymar il quale parte in progressione e lascia partire da fuori area un sinistro dolce che bacia il palo e si lascia addomesticare dalla rete. Pletikosa sembra tuffarsi a rallentatore e il pallone lo sorpassa inesorabilmente. 1-1 e in tutto il paese iniziano a scoppiare fuochi d’artificio e caroselli. Per Neymar si tratta del 5° gol in 4 partite con la Seleçao, e le sue marcature personali in Nazionali salgono a 32, una in meno di Ronaldinho (e ricordiamoci che ha solo 22 anni). Il primo tempo finisce senza altri sussulti.
Nella seconda frazione il ritmo delle due formazioni è più compassato, con Neymar e Oscar che sono i due macinatori di gioco per il Brasile, mentre la Croazia attende dietro attenta e pronta a sfruttare il contropiede. Tuttavia Kovacic non entra mai davvero in partita e viene sostituito al 60’ da Brozovic che dovrebbe fornire più assistenza alla punta e una maggiore fluidità di gioco. Ma i ragazzi di Kovac vengono beffati dall’arbitro: Fred, appena toccato da Lovren in area di rigore, sviene e inganna il direttore di gara, che assegna un imbarazzante calcio di rigore ai Carioca. Neymar danza come al solito sul pallone prima di calciare, Pletikosa indovina la direzione, non riuscendo però a trovare la giusta forza per respingere il pallone. 2-1 Brasile e strade ancora in festa. Va detto che in quel momento della partita i croati si erano pericolosamente abbassati e il gol era nell’aria. Tuttavia l’arbitro combina la frittata già alla prima partita concedendo spazio a quei complottisti che proclamano ad ogni Coppa del Mondo che i padroni di casa saranno inevitabilmente aiutati.
Il Brasile, passato quindi immeritatamente in vantaggio, se la deve ancora vedere con una Croazia tosta e caparbia, che con l’ingresso del sopracitato Brozovic e di Rebic mette alle corde una difesa più che mai vulnerabile (Thiago Silva pare più volte addormentato e sulle fasce i terzini latitano, mentre Vrsalijko imperversa come una furia) che viene salvata dall’imprecisione degli attaccanti. Felipe Scolari mette dentro Hernanes per un macabro Hulk per dare più geometrie alla squadra e tutto sommato i verdeoro dopo l’ingresso del Profeta sembrano più equilibrati. La partita scorre lentamente verso la fine, quando la Croazia ha l’occasione di pareggiare con un tiro di Perisic che però Julio Cesar è reattivo a deviare in parata bassa, dal cui contropiede scaturisce la rete che chiude il match. Oscar parte in contropiede e, lanciato verso la porta, decide di tirare d’istinto con la punta del piede per prendere il tempo e al difensore che tentava una disperata chiusura e Pletikosa. Il portiere va giù ancora una volta molto (troppo) lentamente, e la partita finisce qui: 3-1 per il Brasile, lode ad Oscar che ha giocato una grande partita, riscattandosi dopo un finale di stagione deludente (nel Chelsea di Mourinho è stato utilizzato negli ultimi 4 mesi per una cosa come 372 minuti, meno di 4 partite).
Il Brasile vede il baratro ma riesce a risalire, aiutato un po’ dalla sua stella (Neymar) e da un ottimo fantasista (Oscar), ma è in fase difensiva che sorgono le più grandi preoccupazioni. Come già accennato, la squadra ha girato meglio con Hernanes al posto di Paulinho, e anche Hulk non ha convinto (per l’ennesima volta, visto che il fisicato attaccante non è nuovo a scadenti prestazioni in maglia verde oro). La Croazia ha mostrato quanto di buono può fare: nonostante la sconfitta Kovac ha molto materiale su cui poter lavorare, grazie anche ad una panchina che può dimostrarsi lunga. Dalla prossima partita tornerà Manzdukic e Brozovic e Rebic si sono dimostrati ottimi ricambi. Modric e Rakitic possono crescere ancora, e anche Kovacic può dare senza dubbio molto di più. Ora che l’attesa è stata rotta, il Mondiale è ufficialmente cominciato. Il prossimo turno vedrà il Brasile impegnato con il Messico, mentre la Croazia giocherà contro il Camerun. I Carioca riusciranno a conquistare la qualificazione già al prossimo turno? E la Croazia tornerà in carreggiata per il secondo posto?