Una serata di festa. Sei reti, un uomo da record, Miroslav Klose, una vittima predestinata, l'Armenia. La Germania abbraccia il Mondiale con una partita condita da gol ed effetti, lasciando poco o nulla ad avversari modesti, guidati dal solo Mkhitaryan. Fin qui le note liete per Joachim Loew. Sorride solo nei primi 45 minuti il Commissario Tecnico, perché la prima frazione lascia in dote un brivido poco dopo trasformatosi in certezza.
Marco Reus crolla a terra, dopo uno scontro, fortuito, con l'armeno Yedigaryan. Il dolore è lancinante. Immediata sostituzione e trasporto in ospedale, in attesa di esami e verifiche. Presunta rottura dei legamenti della caviglia e sogni iridati spezzati sul nascere.
Il fuoriclasse del Borussia Dortmund è il terzo centrocampista tedesco costretto a rinunciare al Mondiale, dopo Gundogan e Bender. Fondamentale a questo punto il rientro di Khedira, riapparso in tempo per la finale di Champions e ora preziosissimo nello scacchiere di Loew. Nessuno può però garantire l'imprevedibilità del biondo venticinquenne, consacratosi al Mondo sotto la guida del mago Klopp e ora ambito dai maggiori club d'Europa.
21 presenze e 7 gol per lui con la maglia della Germania, partendo da esterno, con licenza di far male, "spaccando" la difesa avversaria. Loew, in attesa di certezze, non ha ancora reso noto il nome del sostituto, ma è ormai chiaro che questo sia il Mondiale dei grandi assenti. Dopo Falcao e Ribery, ecco Reus. Aspettando Cristiano.