Da cancellare un ricordo, un'impronta oscura. Quattro anni fa il baratro. La Francia, allora guidata da Domenech, implode, vittima di faide interne, ribellandosi al mentore. La lite tra il Commissario Tecnico e Anelka spacca l'ambiente e il naturale evolversi è l'eliminazione della Nazionale nella fase a gironi. 

Oggi, a meno di due settimane dall'inizio del Mondiale in Brasile, la paura è che la situazione possa ripresentarsi sotto altre vesti. Nella lista di Deschamps non compare il talentuoso Nasri, uno dei pezzi pregiati dell'argenteria transalpina. 

A spegnere le polemiche giunge allora uno dei più esperti del gruppo, Mamadou Sakho. Queste le sue parole a Press Association Sport "Non posso parlare del Mondiale in Sud Africa, perché allora non ero presente. Non ho idea di cosa sia successo. Quello che posso dire è che abbiamo giocatori di qualità, che militano nelle principale squadre europee".

Il pensiero corre alla qualificazione, sofferta, giunta al termine di uno scontro fratricida ai play-off contro l'Ucraina, in cui Sakho è risultato decisivo "Quel che mi piace del calcio è l'inatteso, quando accadono cose che non si pensa possano accadere. Nessuno pensava che avremmo ribaltato il risultato contro l'Ucraina e invece lo abbiamo fatto. Le persone non si aspettano granché da noi, è ora di cambiare il loro pensiero".

Non solo specialisti difensivi tra i modelli di Mamadou "Fin da piccolo mi sono ispirato a Thuram e Desailly. Più recentemente a Drogba. Anche se è un attaccante sono stato impressionato dalla sua carriera, come ha lottato per arrivare dov'è. Questo non vuol dire che stia cercando di copiarli, ho il mio stile di gioco".