90 minuti per sciogliere i dubbi. Un'amichevole utile per sfoltire una rosa ad oggi composta da 30 giocatori, da ridurre di sette unità entro il fatidico 2 di giugno. Prandelli aspetta la sfida con l'Irlanda per provare le varie facce di una Nazionale per forza di cose camaleontica, in grado di produrre diversi sistemi di gioco a seconda delle occasioni. Particolare attenzione al reparto di ceontrocampo, con tre atleti in corsa per un'unica maglia. La sensazione è che le gerarchie, con il passare di allenamenti e contatti, siano in parte rovesciate. Risale la corrente Marco Verratti, scende la candidatura di Marco Parolo.

Chiari i dubbi del Commissario Tecnico sul talento esploso a Pescara e consacratosi nella incantevole Parigi. Se sotto la Tour Eiffel l'amore calcistico per il genietto azzurro è esploso prepotente non così nel bel paese. L'Italia si interroga sul possibile ruolo di Verratti, stante l'intoccabilità di Pirlo, all'ultima recita da protagonista, in regia. Falso problema in realtà, per almeno due motivi. Nel Psg di Blanc, Verratti ha spesso interpretato con costrutto il ruolo di interno di centrocampo, al fianco di Thiago Motta. Una sorta di doppio play, con licenza di offendere. A testimoniare la vena creativa del calciatore i sei assist in Ligue 1. In secondo luogo pare deleteria la rinuncia al miglior talento espresso dal calcio italiano nel recente periodo. Gli anni passano anche per Pirlo e un sostituto all'altezza, nel caldo brasiliano, non può mancare.

Le alternative

Parolo e Aquilani rappresentano le alternative a Verratti. Entrambi hanno disputato un campionato di assoluto valore. In attesa del ricorso al Tas di Losanna, Parolo ha contribuito, in maniera decisa, a portare il Parma in Europa, coronando la stagione con otto reti e sette assist. Interno con grandi tempi di inserimento, pericoloso in zona gol, giunto finalmente alla maturità calcistica. Aquilani offre un'inferiore fisicità rispetto al ducale, ma senza dubbio aumenta il tasso di qualità. In una stagione trascorsa lontano dagli infortuni, spesso decisivi nella carriera dell'eterna promessa, ha collezionato 31 presenze, fornendo adeguate risposte sulla sua integrità fisica.

Le certezze

Cinque certezze per Prandelli. Il gruppo granitico che accompagna il Ct dall'insediamento in panchina. In regia Pirlo, il mago in grado di strofinare la lampada, il filo conduttore di ogni trama azzurra. L'accentratore a cui affidare i palloni più pesanti. Ai suoi lati un rigenerato De Rossi, utile anche in caso di passaggio a tre in fase difensiva. Prandelli ha aperto alla soluzione, chiarendo la necessità di avere nel reparto arretrato un calciatore in grado di impostare la manovra. Identikit perfetto del romanista. L'incursore Marchisio, l'uomo di dinamismo, necessario per dare vitalità al reparto. Altalenante in bianconero, ma apparso in palla nelle settimane precedenti al ritiro. Infine Thiago Motta e Montolivo, esperienza e fraseggio.

La sorpresa e la duttilità

Candreva e Romulo. Il primo, da tempo inserito nei radar di Prandelli, rappresenta il prototipo perfetto del calciatore tuttofare. Esterno alto garantisce copertura e spinta offensiva. Ideale per il 4-3-3, ma anche come cambio a partita in corso. Impossibile il Ct rinunci a lui. Romulo è il nuovo. Dopo un anno di transizione a Firenze tra campo e panchina, l'esplosione nel Verona delle meraviglie di Mandorlini. Quantità a dosi industriali, corsa, abnegazione. Non un fuoriclasse, ma un elemento importante per amalgamare il gruppo. Da Barone a Perrotta, fino a Romulo? Nomi non altisonanti, eppur importanti nelle spedizioni iridate recenti.