Madrid è la capitale del calcio mondiale. L’Atletico batte il Chelsea 3-1 e raggiunge in finale di Champions League in un derby storico con il Real Madrid. Ci sono due volti a Stamfor Bridge. Uno è quello sorridente e vincente di Diego Pablo Simeone, dopo l’Europa League e laSupercoppa Europea, l’ex centrocampista di Pisa, Inter e Lazio porta i Colchoneros a giocarsi la competizione regina l'altro quello triste e sconfitto di José Mourinho che si ferma per la quarta volta consecutiva a un passo dalla finale e chissà quanto ripenserà alla gara dell’andata, nella quale ha voluto giocare per non subire gol rinunciando completamente ad attaccare.

L’ Atletico fa con una prestazione al limite della perfezione, superando anche il rischio di finire ko mentalmente dopo il vantaggio del Chelsea. Infatti l'illusione del gol di Fernando Torres è durata poco. Che il ritorno sarebbe stato diverso dal faccia a faccia di una settimana fa lo si capisce già al 4’ quando Koke regala il primo brivido colpendo traversa e palo con un tiro-cross velenoso. Proprio su una punizione battuta da Willian dal limite arriva la prima chance per i padroni di casa, ma la conclusione sopra la barriera è di poco alta. Al 22’ ci prova invece David Luiz con una rovesciata volante in area, ma la sua conclusione spettacolare finisce a lato. Gli spazi sono pochi ma entrambe provano, a modo loro, a creare. Il Chelsea controlla il ritmo e tenta di scardinare l’ordine difensivo imposto da Simeone, che attende prima di scatenarsi in attacco dove la pericolosità delle folate biancorosse trova in due occasioni un buon alleato nel balbettante Cahill. Il Chelsea sembra comunque avere qualcosa in più e infatti gli uomini di Mourinho passano in vantaggio: bella iniziativa sulle destra di Willian che lascia sul posto un paio di difensori, palla ad Azpilicueta che mette in mezzo per Torres, il cui tiro, deviato involontariamente da Mario Suarez, si spegne alle spalle di Courtois

La reazione dell’Atletico è composta ma incisiva e si materializza a un minuto dall’intervallo con un cross lungo di Tiago rimesso al centro daJuanfran: Cahill dimentica Adrian Lopez e l’attaccante insacca a pochi metri dalla porta. Uno a uno e Chelsea costretto a sbilanciarsiLa manovra degli spagnoli cresce grazie agli spazi più ampi. Nella ripresa sono ancora i colchoneros a partire meglio e su un cross di Koke, un doppio liscio di Ivanovic e Terry favorisce Arda Turan, il cui tiro a botta sicura viene però deviato in corner dal portiere australiano del Chelsea. Risponde il capitano degli inglesi John Terry di testa, ma Courtois è bravissimo a dirgli di no. Il portoghese inserisce Eto’o al posto di Cole per aumentare il peso offensivo alla ricerca del gol qualificazione ma l’ex Inter fa la frittata al 60’. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo colpisce Diego Costa sulla gamba: rigore netto e l’attaccante trasforma. Chelsea prova a reagire, ma è sfortunato quando su punizione di Willian, David Luiz di testa colpisce a botta sicura trovando pero’ il palo. Il Chelsea non fa in tempo a reagire con un palo colpito da David Luiz che l’Atletico trova il gol della tranquillità. El Cholo continua così la sua ascesa in panchina . Gioco fisico, squadra che non molla un centimetro: Al 25’ della ripresa è però la squadra di Simeone a chiudere la pratica: l’azione è la fotocopia del gol del pareggio, con l’apertura di Tiago, il cross di prima di Juanfran e la conclusione vincente di Arda Turan, bravo nel tap in di testa dopo che la palla era finita sulla traversa. Il Chelsea è nel panico e l’Atletico potrebbe dilagare, ma . L’unico rischio lo corre in pieno recupero su un tiro a botta sicura di Hazard, ma Courtois e’ impeccabile.

A Londra Simeone ha compiuto l’ultimo capolavoro, triturando il Chelsea e sconfessando la tattica attendista di Mourinho. La prima manca all’Atletico dal ’96; la coppa non è mai stata alzata dai Colchoneros, che vanno a giocarsela dopo 40 anni contro l’altra metà della città. Atletico Madrid in un paradiso chiamato Lisbona, chiamato finale di Champions League. Lì, a un passo da un sogno, e con il piacere aggiuntivo di giocarselo contro il Real Madrid, nel primo derby cittadino che vale una Coppa dei Campioni. L’ Il lato nobile e vincente di Madrid, l’establishment del calcio mondiale, contro la squadra fondata da un manipolo di studenti baschi.

Il 24 maggio si scrive un pezzo di storia del calcio spagnolo e non solo.