Se l'obiettivo era evitare le big, ovvero Real Madrid, PSG e Bayern Monaco, potremmo dire Missione Compiuta. Infatti, la mano portoghese di Luis Figo, sorteggiatore per un giorno, ha pescato l'Atletico Madrid. Guai però a pensare ad una sfida abbordabile: la squadra del Cholo Simeone è una 'potenza emergente', che comanda la Liga a pari punti con il Barcellona e offre un calcio di altissimo livello, offensivo e di tanta corsa.
Nonostante i pericoli che l'urna di Nyon presentava fossero apparentemente maggiori, i rossoneri non possono dirsi del tutto soddisfatti del sorteggio. Obiettivamente però, di tutte le teste di serie in questo ottavo di Champions League, l'Atletico è una delle meno accreditate alla vittoria finale, vuoi per poca esperienza internazionale, vuoi per nomi non altisonanti. L'ex Christian Abbiati, a Madrid nella stagione 2007/2008, nel post partita della sfida con l'Ajax, si augurava di trovare proprio la sua ex squadra, più per risvolti romantici che tecnici.
A prescindere dalla caratura a livello europeo, i 'colchoneros' stanno attraversando uno stato di forma incredibile, grazie anche ad un allenatore altrettanto incredibile, che dal suo arrivo ai piedi della Fuente de Neptuno, ha totalmente rivoluzionato la squadra, sul piano del gioco prima di tutto, ma anche, e soprattutto, sul piano del carattere e della convinzione nei propri mezzi. Dal 23 dicembre, Diego Pablo Simeone eredita i Colchoneros da Gregorio Manzano, trascinando i suoi ragazzi alla vittoria dell'Europa League, in una finale tutta spagnola contro l'Athletic Bilbao del Loco Bielsa. La conferma che l'Atletico era già in rampa di lancio per diventare un top Club arriva il 31 agosto del 2012, quando a Montecarlo schianta il Chelsea in Supercoppa Europea, trascinato da un Falcao stellare.
La scorsa stagione raggiunge il suo apice il 17 maggio 2013, quando in finale di Coppa del Re contro i cugini ben più blasonati del Real Madrid, i ragazzi di Simeone ribaltano lo svantaggio iniziale grazie a Diego Costa e Miranda e trionfano nella stracittadina. Una crescita rapida ma allo stesso tempo costante, che ha portato ai risultati sorprendenti, ma non troppo, di questa prima parte di stagione.
In testa alla Liga, appaiati al Barça a quota 43 punti, in sedici partite giocate; 43 come i gol fatti, a fronte di solo 9 subiti, per una differenza di +34. E soprattutto, un attacco da temere, con la coppia Diego Costa- David Villa che si è dimostrata affiatata, oltre che letale, ed in grado di sopperire alla partenza del trascinatore Radamel Falcao. Infatti, l'addio del colombiano destinazione Monaco, avrebbe potuto sgonfiare di molto il potenziale della squadra di Simeone, che però ha beneficiato della crescita esponenziale di Diego Costa e ha optato per l'acquisto low cost del bomber della Roja David Villa. Senza dimenticare Adrian, per cui la Roma di Garcia era disposta a mettere sul piatto 20 milioni in estate, ed il giovane talentino Koke, campione d'europa con la Spagna Under 21.
Il neo spagnolo Diego Costa è in lotta con Cristiano Ronaldo per il trono da Pichichi, con 17 reti all'attivo in Liga e 4 in Champions League, dove i colchoneros non hanno alterato il loro ruolino di marcia. Di fatti, hanno dominato il girone, vincendolo con 16 punti, addirittura 10 più dello Zenith, l'altra qualificata del gruppo G. 5 vittorie ed un solo pareggio, proprio a San Pietroburgo, a qualificazione già archiviata.
Nell'ultima di Liga, l'Atletico ha schiantato il Valencia, che a lungo nelle scorse stagioni è stata la terza forza del campionato spagnolo. Lo scorso 23 novembre, i biancorossi hanno ottenuto la vittoria più larga in campionato dal 1988 ad oggi, umiliando per 7-0 il Getafe, altra coinquilina della città di Madrid, al Vicente Calderon. Lo stadio di casa in questa stagione è un vero e proprio fortino, 11 vittorie su 11 partite giocate, tra campionato e Champions.
Il ritorno, programmato per il 19/3, sarà proprio a Madrid, più di un mese dopo la sfida di andata del 18/2 a San Siro. Sarebbe un peccato veniale pensare all'Atletico come un'avversaria abbordabile, perchè attualmente la squadra di Simeone è indubbiamente superiore a quella di Allegri, e al Milan serviranno due prove di grande sacrifico ed abnegazione, soprattutto a San Siro, in previsione del ritorno bollente al Calderon. Quindi, guai a considerare l'Atletico il male minore.