Amichevoli sperimentali, avare di successi. Una qualificazione ottenuta da tempo e un finale “leggero”. Due pareggi, con Danimarca e Armenia, che parevano aver lasciato il segno. L'Italia di Prandelli retrocessa in seconda fascia, fuori dalle otto signore del calcio mondiale. Umore nero il giorno dopo, meno ora. Perché se è vero che agli azzurri toccherà una big e se è vero che il girone potrebbe essere non certo accomodante, un'Italia al top non avrebbe comunque trovato strada spianata alla rassegna verdeoro.
Osserviamo quello che potrebbe riservare l'urna di Bahia il 6 dicembre. Difficile scegliere. Evitare le pretendenti al trono o sfidare in un titanico esordio storici nemici per testare condizione e gamba? Il Brasile, per fattore casalingo, motivazioni, equilibrio, appare ostacolo complesso, soprattutto in apertura. Come la Germania, appena affrontata in amichevole. Il calcio insegna che quando conta difficilmente cediamo ai teutonici, ma la squadra di Loew è oggi più matura, pronta. Ha unito alla dirompente forza fisica un talento sopraffino. Poi ci sono Spagna e Argentina. La roja ha sbandato nelle ultime apparizioni, ma resta un'orchestra capace di vincere e convincere. L'albiceleste si affida invece al suo uomo copertina. É l'ultimo gradino da scalare per Leo Messi. Per essere il più grande manca l'alloro più prestigioso. Lì dove è riuscito Maradona è chiamato Leo. Le insidie sono Colombia e Belgio. Il nuovo che avanza. Talenti come Hazard o Falcao spostano gli equilibri. Meglio evitarle. Svizzera e soprattutto Uruguay sono il meglio che il carniere offre.
Azzurri in seconda fascia quindi, con l'Europa a far da padrona. C'è l'Olanda di Snejder e Van Persie splendida protagonista quattro anni fa e di nuovo sugli scudi nel girone di qualificazione. Con lei, l'Inghilterra di Hodgson che naviga tra mille problemi, soprattutto difensivi. L'ultima sconfitta con la Germania ha turbato l'ambiente. Poi c'è Cristiano. Ronaldo e il Portogallo rappresentano una mina vagante. Oggi l'asso Real è giocatore capace di spostare gli equilibri. Se al Mondiale si presenterà in queste condizioni meglio diffidare. Come della Russia, arcigna, ostica. Capello è un tecnico vincente e il suo undici ne ha assimilato il credo. Difende, combatte, subisce poco. La Croazia ha talento. Modric, Kovacic, il gigante Mandzukic, ma non spaventa. Come l'esordiente Bosnia di Pjanic. La Grecia ha già vinto, approdando ancora una volta alla massima rassegna. Difficile faccia strada.
In terza fascia predomina l'Africa. Il Ghana trascinato al Mondiale dal rientrante Boateng, il Camerun dell'infinito Eto'o, la Costa d'Avorio di Drogba, l'Algeria di Belfodil e Taider, infine la Nigeria, capace di impattare con gli azzurri a Londra. Denominatore comune è la straordinaria forza, spesso non accompagnata da adeguata tattica di gioco. Lo spauracchio però porta una firma da noi ben conosciuta. I galletti francesi, scampato il pericolo ucraino, possono scardinare il tavolo da gioco. Deschamps ha fissato la sua panchina e ora, dal basso, punta alla scalata. Occhio anche al Cile che, al completo, può stupire. Più indietro l'Ecuador.
Arriviamo alle ultime otto che partiranno per il Brasile. Fascia meno nobile, che riunisce America e Asia. Il Giappone di Zaccheroni è probabilmente la compagine più pericolosa, insieme al Messico di Oribe Peralta che ha travolto la Nuova Zelanda nello spareggio. Gli Stati Uniti hanno rischiato la clamorosa eliminazione e paiono meno intraprendenti di altre volte. A completare il lotto Australia, vecchi e gloriosi ricordi per l'Italia, Iran, Corea del Sud e Costa Rica.
Prima fascia:
Brasile, Argentina, Germania, Spagna, Colombia, Belgio, Svizzera, Uruguay
Seconda fascia:
Olanda, Italia, Inghilterra, Portogallo, Grecia, Russia, Bosnia, Croazia
Terza fascia:
Cile, Costa d'Avorio, Francia, Ghana, Ecuador, Algeria, Nigeria, Camerun
Quarta fascia:
Usa, Messico, Costa Rica. Honduras, Giappone, Iran, Corea del Sud, Australia