Salvo protrazioni legate ad eventuali supplementari e rigori, stasera la prima delle quattro formazioni europee qualificate dopo gli spareggi si conoscerà alle 22 circa e il suo nome uscirà dall’”Arena Nationala” di Bucarest, dove la Romania di Victor Piturca inseguirà l’impresa contro la Grecia di Fernando Santos. Gli estremi per parlare di “impresa” sono legati alla situazione dell’andata da cui dovranno ripartire gli est-europei, sconfitti venerdì sera ad Atene per 3-1: per loro sarà necessario segnare almeno due reti, possibilmente evitando di subirne alcuno.
Il martedì sera di passione per Marica e compagni sarà seguito con grande partecipazione e coinvolgimento dai propri tifosi, destinati ad occupare la totalità o quasi dei 55.200 posti dello stadio di Steaua e Dinamo Bucarest. L’immagine ritualizzata del “dodicesimo uomo” in campo sarà un requisito immancabile contro una squadra, quella di Santos, che basa sulla fase difensiva il proprio punto di maggior forza e sicurezza.
Nelle ultime 17 gare ufficiali gli ellenici hanno incassato appena 10 reti, solo in cinque delle ultime 40 partite giocate hanno subito almeno due gol mentre il momentaneo pareggio di Stancu all’andata è stata la prima marcatura incassata in assoluto negli incontri casalinghi nell’ambito delle qualificazioni; nel precedente girone la Grecia ha chiuso con appena quattro reti subite, al pari di Belgio, Inghilterra e Ucraina, e solo la Spagna campione in carica ha fatto meglio con tre.
Considerazioni oggettive sulla consistenza dell’equilibrio tattico e sulla solidità difensiva dell’avversario che contribuiscono a rendere più complessa la lettura del match da parte di Piturca, se ad esse si aggiunge il fresco rebus sulla linea mediana del 4-2-3-1: sia Borceanu, per somma di ammonizioni, che Lazar, espulso venerdì sera, sono squalificati, mentre Pintili è fermo per infortunio; da non escludere l’inserimento in quella posizione di Chiriches, col centrale del Tottenham che potrebbe giocare con una maschera protettiva dopo la frattura al naso e adattarsi davanti alla difesa in coppia con Cocis. Dalla trequarti in su, invece, non dovrebbero esserci novità rispetto ad Atene: Tanase, l’ex udinese Torje e Stancu sosterranno la punta Marica.
Tra i pali, con Tatarusanu ancora fermato dal mal di schiena, dovrebbe esserci ancora il romanista Bogdan Lobont, che in maniera concisa e senza troppi giri di parole indica la ricetta per riportare la sua squadra ad una fase finale di un mondiale 16 anni dopo Francia ’98: «Siamo molto dispiaciuti per aver dato una delusione ai nostri tifosi giunti ad Atene per sostenerci, ma tutti possono stare certi che noi lotteremo al meglio delle nostre possibilità, non importa quanto queste siano esigue».
In casa Grecia si insegue invece la terza partecipazione in assoluto alla una fase finale della Coppa del Mondo, la seconda consecutiva dopo Sudafrica 2010. Sia tre anni fa che ad Usa ’94 gli ellenici non superarono la fase a gironi, ma per la squadra di Santos vi è prima l’incombenza di staccare il biglietto per il Brasile. Il tecnico portoghese ha molti meno problemi di formazione rispetto al collega Piturca, anche se rimane un margine di incertezza sul sostituto dello squalificato Katsouranis a centrocampo: il più papabile è l’ex interista Karagounis. Un altro elemento non del tutto definito sarebbe il modulo: Santos, dopo il 4-3-3 di venerdì, potrebbe optare per un più prudente 4-1-4-1, con Salpingidis e Samaras arretrati sugli esterni, l’ex senese Tziolis davanti alla difesa e Kostas “Mitra” Mitroglou intoccabile come terminale offensivo.
La punta dell’Olympiakos, 22 gol in 20 gare ufficiali disputate dallo scorso agosto ad oggi, figura decisamente tra i giocatori in maggiore spolvero a livello europeo ed internazionale, e i numeri messi a referto sino ad ora lasciano intravedere la prospettiva di un nuovo punto di riferimento in una nazionale avara di nuovi grandi interpreti dopo l’exploit di Euro 2004. Il futuro è ancora più radioso a livello personale per l’attaccante nato in Tracia 25 anni fa e cresciuto in Germania, ma adesso il suo pensiero è interamente rivolto all’opportunità di regalare un attimo di felicità ad una nazione in ginocchio per la difficile congiuntura economica e che ha individuato in lui il simbolo di un riscatto: «Sogniamo di prendere parte alla fase finale in Brasile e metteremo tutto quanto di nostro in campo. A Bucarest dovremo approcciare la gara come se all’andata avessimo fatto 0-0 e puntare a vincere anche lì. Ci aspettiamo che la Romania ci metta sotto pressione sin dall’inizio, cercando di segnare il prima possibile e destabilizzarci psicologicamente con la spinta del loro stadio gremito. La rispettiamo, ma non la temiamo».
Quella di stasera sarà la sfida numero 32 tra Romania e Grecia, il bilancio dei precedenti è favorevole agli est-europei con 17 vittorie a fronte delle sole 6 elleniche, mentre sono 8 i pareggi. A Bucarest dirigerà l’incontro il serbo Milorad Mazic, fischio d’inizio alle 21 locali, le 20 in Italia.