Alla vigilia della partita di andata del play off tra Ucraina e Francia che vale il Mondiale, sono tante le preoccupazioni che attanagliano giocatori e tifosi francesi. Mentre gli ucraini la vivono in maniera più tranquilla, non comportando l’eventuale mancata qualificazione particolari problemi, ben diverse sono le sensazioni che stanno provando oltralpe. Sono sei le volte in cui la Francia non si è qualificata al Mondiale e in ben quattro casi (quando il meccanismo non prevedeva gli attuali gironi, bensì scontri a eliminazione diretta) ciò è stato dovuto a partite secche come quella di domani. E, nei corsi e ricorsi storici sul tema, l'Italia è stata qualche volta indirettamente responsabile delle sfortune francesi.
Cajkovski e l'amara Firenze
Nel 1949 la Francia si gioca un posto al Mondiale di Brasile '50, il primo del dopoguerra, contro la Jugoslavia. Le due sfide producono lo stesso risultato (1-1): nell'andata a Belgrado Baillot pareggia il vantaggio di Cajkovski, ma nel return match a Colombes la Francia non sfrutta il fattore campo e Bobek gela gli entusiasmi dopo il gol ancora una volta segnato da Baillot. Si deve disputare uno spareggio e come sede viene scelta Firenze: nello Stadio Berta (l'attuale Franchi) il risultato dopo 90 minuti è nuovamente di parità, stavolta 2-2 con la doppietta di Prvoslav Mihajlovic per gli jugoslavi e i gol di Marius Walter e Jean Luciano per i francesi. Si va ai supplementari, dove Cajkovski è autore del gol che estromette i Bleus dalla rassegna carioca. Per la cronaca, la Jugoslavia sarebbe stata eliminata al girone dai padroni di casa del Brasile dopo aver vinto i primi due incontri con Svizzera e Messico.
La beffa di San Siro
Passano gli anni e nel frattempo la Francia è cresciuta, affacciandosi alle qualificazioni per Cile '62 reduce dal terzo posto conquistato in Svezia nel 1958. La Francia è inserita in un mini girone con Bulgaria e Finlandia: i transalpini vincono le prime tre partite (Finlandia battuta 5-1 in casa e 2-1 in trasferta, Bulgaria sconfitta 3-0 a Parigi), ma cadono proprio nella quarta contro i bulgari (1-0 gol di Iliev) e sono condannati a dover spareggiare. Francia-Bulgaria si disputa nuovamente in Italia, questa volta a Milano: a San Siro André Lerond, difensore in forza allo Stade français, commette l'autorete che regala alla Bulgaria il pass per il Cile. Al Mondiale i bulgari non ottengono nemmeno un successo, strappando appena un punto all’Inghilterra e venendo umiliati 6-1 dall’Ungheria.
Tiro mancino dalla Scandinavia
Continua la maledizione del Sud America: il Mondiale del 1970 si gioca in Messico e la Francia manca nuovamente l'appuntamento più importante. Stavolta i carnefici sono Svezia e Norvegia: i Bleus perdono in casa contro i norvegesi per colpa di un gol di Odd Iversen (a Strasburgo l'arbitro era l'italiano Francescon) e sono sconfitti 2-0 in Svezia dalla doppietta di Ove Kindvall. Mancano così i punti necessari per scalzare gli svedesi dal primo posto nel gruppo, non essendo sufficienti per i transalpini le vittorie 3-1 in Norvegia (tripletta di Revelli) e 3-0 a Parigi con la Svezia (doppietta di Bras e gol di Djorkaeff sr.). In Messico gli svedesi non superano il girone, vinto dall’Italia campione europea in carica.
La forza dell’armata sovietica
Il copione si ripete quattro anni dopo, quando in palio c'è il pass per Germania Ovest '74. La Francia è inserita nel girone di qualificazione con Unione Sovietica e Irlanda, ma il rullino di marcia vede soltanto una vittoria nella prima partita a Parigi contro i sovietici (gol di Georges Bereta), un pareggio sempre nella capitale contro l'Irlanda (1-1 firmato Serge Chiesa e Martin) e due sconfitte nelle partite in trasferta (2-1 in Irlanda e 2-0 in terra sovietica). A vincere il girone è l'Unione Sovietica, destinata però a perdere lo spareggio interzona contro il Cile (la vincitrice del girone non era qualificata automaticamente al Mondiale).
La beffa scozzese apre gli anni Novanta
Italia ’90 è l’occasione per il calcio francese di confermarsi dopo la vittoria dell’Europeo casalingo nel 1984. Il girone di qualificazione comprende la Jugoslavia come unica avversaria sulla carta temibile, ma i Bleus allenati da Michel Platini non fanno i conti con la rivelazione Scozia che scippa loro il secondo posto utile per qualificarsi. La nazionale di Bats e Papin sembra ben avviata con 4 punti nelle prime due partite, ma poi cade in Jugoslavia e Scozia mettendo in pericolo la qualificazione. La Francia non riesce poi a superare in casa gli jugoslavi, pareggiando anche in Norvegia e rendendo inutile la bella vittoria 3-0 sugli scozzesi a Parigi. Nell’ultima giornata i Bleus superano agevolmente Cipro, ma la Scozia chiude seconda con un solo punto di vantaggio grazie a un pareggio strappato in casa ai norvegesi. Scozzesi che nel Mondiale italiano vinceranno soltanto contro la Svezia di Stromberg.
Torna lo spauracchio Bulgaria
La voglia di riscatto anima i francesi nelle qualificazioni al Mondiale americano del 1994. Il girone di qualificazione numero 6 sembra un concentrato degli incubi dei francesi: ci sono Svezia, Bulgaria, Austria, Finlandia e Israele. Dopo aver perso la prima partita in Bulgaria (2-0), i Bleus (guidati in panchina da Gérard Houllier) mettono insieme una serie di cinque vittorie che sembrano spianare la strada che porta agli States. Qualcosa però si incrina proprio sul più bello: in Svezia finisce 1-1 e, dopo la vittoria 2-0 in Finlandia, arriva l’inaspettato ko casalingo con Israele (2-3) con gol decisivo di Atar a 30 secondi dalla fine. A questo punto la Francia non deve perdere l’ultimo impegno a Parigi contro la Bulgaria il 17 novembre 1993. A 32 anni dallo spareggio di San Siro, francesi e bulgari sono nuovamente di fronte per giocarsi un posto al Mondiale. Il Parc des Princes esplode quando Éric Cantona porta in vantaggio la Francia, ma gli entusiasmi si trasformano in pianti quando Emil Kostadinov realizza la doppietta (secondo gol a pochi secondi dal 90’) che lascia i francesi per la seconda volta consecutiva orfani del Mondiale. Nei giorni successivi la stampa francese intitolava “Siamo già qualificati al prossimo Mondiale”, alludendo ironicamente al fatto che la Francia non avrebbe corso pericoli perché automaticamente qualificata quale paese organizzatore al Mondiale poi vinto nel 1998.