Il Messico e il Mondiale 2014, ultima chance. Alle 14:30 locali, 21:30 in Italia, la nazionale centroamericana riceve la Nuova Zelanda nell’andata dello spareggio per un posto ai Mondiali in Brasile. L’incubo di un paese intero è di rimanere fuori dalla più importante competizione calcistica, in un paese in cui la nazionale genera una quantità enorme di aspettative e di affari. Secondo un calcolo della ESPN, la qualificazione vale una cifra intorno ai 447 milioni di euro tra diritti TV e altre voci. Soldi distribuiti in un arco di quattro anni e che la Federazione non vedrà in caso di sconfitta.

Basterebbe questo dato per spiegare l’attesa di una partita che sulla carta il Messico dovrebbe vincere con facilità. Quattro allenatori in un mese illustrano la situazione di panico creatasi quando ci si è resi conto che il gruppo CONCACAF (spesso dominato dai messicani nei decenni precedenti) stava sfuggendo di mano con USA, Costa Rica e Honduras che si aggiudicavano i primi tre posti nel gruppo valevoli per la qualificazione diretta.

L’attuale allenatore è Miguel Herrera, tecnico del América, uno dei club più importanti del paese; Herrera si è subito affidato al nocciolo duro della sua squadra di club, lasciando a casa per questo match la maggior parte dei giocatori “europei”, compreso Chicharito Hernandez. Abbiamo parlato con l’editor in chief di Vavel Mexico, Alan Nuñez, per capire come si sta vivendo la vigilia della partita più importante dell’anno.

Il Messico è arrivato allo spareggio in maniera rocambolesca e grazie alla vittoria in extremis degli USA su Panama; come è stata vissuta quella serata?

È stata una notte surreale. Il paese si divise tra quelli che maledicevano i pessimi risultati del girone di qualificazione e quelli che festeggiavano per avere ancora un’opportunità di andare al Mondiale.

Com’è l’atmosfera in questa vigilia così delicata?

C’è speranza e scetticismo insieme. Herrera ha deciso di convocare i giocatori migliori del campionato messicano e questo ha risvegliato l’orgoglio e la passione di quei giocatori che non avevano mai indossato la maglia della nazionale. Il clima intorno alla squadra è abbastanza strano.

L’allenatore è sostenuto nelle sue scelte?

In questo momento nessuno osa criticare la nomina di Herrera. L’ultimo titolo vinto con l’América ha dato un margine di fiducia a questo carismatico allenatore.

Come hanno giocato Chicharito e Dos Santos durante il girone di CONCACAF?

Il problema con questi due giocatori è che non sarà mai sufficiente il loro apporto per calmare le critiche di tifosi  e stampa. Gli si chiede di essere i salvatori della patria ma quando lo fanno nessuno glielo riconosce, si pensa che hanno fatto solo il loro dovere.

Qual è il giocatore più in forma in questo momento?

La maggior parte dei giocatori convocati sta vivendo un buon momento, ma tra tutti penso che Oribe Peralta sia il più in forma. Come il buon vino, è migliorato col tempo e ha avuto la pazienza per passare molto tempo in panchina. Nei momenti importanti ha sempre dimostrato carattere e qualità. Per informazioni chiedere al Brasile delle Olimpiadi a Londra (il Messico vinse la medaglia d’oro a Londra 2012 battendo in finale il Brasile con una doppietta di Peralta, ndr)

Cosa si dice della Nuova Zelanda?

Dal punto di vista calcistico non c’è grande considerazione per questa squadra. La difesa comunque ha esperienza europea e sono molto forti fisicamente, soprattutto in attacco, ma con poca qualità tecnica.

La stampa messicana è fiduciosa?

La stampa di qui ha preso una posizione di attesa. La qualificazione, se arriverà, sarà festeggiata. Ma se non dovesse accadere il  presidente della federazione messicana sarà considerato responsabile e perderà sicuramente l’incarico.