Kevin Prince Boateng se n’è andato dal campionato italiano perché stufo dei continui episodi di razzismo. È quanto emerge da un’intervista rilasciata a Bild da uno dei massimi dirigenti dello Schalke 04, Peter Peters. Secondo Peters, Boateng “voleva assolutamente partire a causa degli incidenti razzisti in Italia” e si sarebbe accordato con la societá di via Turati per lasciare il club in caso di qualificazione alla Champions. Boateng ha anche segnato una doppietta nel match vinto con il PSV per 3-0 che diede ai rossoneri la qualificazione.

Boateng era stato protagonista suo malgrado di un episodio che aveva fatto molto discutere: durante un’amichevole con la Pro Patria dello scorso anno aveva deciso di lasciare il campo dopo i continui cori razzisti dei tifosi locali. Qualche mese dopo era stato ospitato all’ONU per tenere una conferenza sopra questo tema. “Il razzismo è come la malaria” aveva detto. “Il razzismo si trova nelle strade, sul posto di lavoro e anche negli stadi di calcio. Il razzismo non sparisce da solo. Se no lo affrontiamo, dilagherà. È una delle malattie piú pericolose dei nostri giorni”.

Giá allora il giocatore era rimasto molto amareggiato (come è logico) dall’incivile comportamento dei tifosi e aveva ipotizzato di lasciare il Milan. La notizia della sua cessione è arrivata quest’anno subito dopo la partita col PSV, senza che niente facesse presagire la sua partenza. Il giocatore aveva assicurato che si trattava di una scelta “prettamente sportiva” e che il razzismo non c’entrava nulla. Oggi le parole di Peters, che fanno luce su quanto realmente accaduto. Purtroppo la piaga del razzismo in Italia non accenna a scomparire e i continui episodi di cui sono stati protagonisti alcune frange di tifosi in questo inizio di Serie A lo confermano.