Si è preso la sua rivincita. La vendetta è un piatto da servire freddo. Dopo una vita passata da girovago in Serie B e Lega Pro, Federico Piovaccari sta salendo alla ribalta grazie alle sue reti in maglia Steaua, come quella di ieri sera nel 2-2 che ha dato ai rumeni la qualificazione ai gironi di Champions League.

Classico bomber di categoria, gran prestanza fisica e ottimo destro, passato troppo presto nel dimenticatoio del calcio di casa nostra. Una carriera con la valigia in mano. Cresciuto nelle giovanili dell'Inter, che lo prelevò dalla Pro Patria nel 2003. Gol a raffica nel campionato Primavera e al Viareggio, non gli bastano però per debuttare in prima squadra. Viene mandato a farsi le ossa in Lega Pro, allora serie C, prima al Vittoria, poi al San Marino ed infine in serie B alla Triestina. Con i friulani ottiene la sua prima grande soddisfazione; il 19 marzo 2007, la sua strada si incrocia con quella della Juventus post Calciopoli, impegnata nelle sabbie mobili della serie cadetta. La sfida, all'Olimpico di Torino, finisce 5-1 per i bianconeri, ma il cassanese ha l'onore di sbloccare il risultato al 7' minuto del primo tempo, segnando al neo campione del mondo Buffon, roba da raccontare ai nipotini. 

Nel giugno del 2007 si trasferisce al Treviso, che retrocede in Lega Pro la stagione successiva. Dopo il fallimento della squadra veneta, si ritrova svincolato, e nel luglio 2009 firma con il Ravenna, in Prima Divisione. Dopo una stagione con 34 presenza e 14 reti, attira le attenzioni di Foscarini, storico allenatore del Cittadella. Torna così in Serie B, per la stagione 2010/2011, in cui esplode definitivamente. Si fa conoscere al pubblico anche per la sua bizzarra esultanza, il "pifferaio magico". Si guadagna il titolo di capocannoniere con 23 reti in 38 partite e, a fine stagione, piomba su di lui la Sampdoria appena retrocessa. E' l'occasione di una carriera intera, un vero e proprio trampolino di lancio. I blucerchiati acquistano l'intero cartellino. Purtroppo con il Doria non scatta la scintilla, e dopo una prima parte di stagione con sole due reti in 17 presenze, viene girato al Brescia. Con le rondinelle segnerà altre 4 reti, prima di tornare a fine stagione a Bogliasco. 

Nel frattempo la Sampdoria è risalita in Serie A, e lui non fa più parte del progetto. Viene girato in prestito al Novara, in serie B, dove però non incanta, e nemmeno segna. 10 presenze e zero gol. L'oblio. Di nuovo con la valigia in mano. Passa così al Grosseto, 7 reti in 17 gare complessive. Il suo cartellino è ancora di proprietà dei doriani, che non puntano su di lui.

Ed il resto è storia recente, con Piovaccari che il 5 luglio 2013 approda a Bucarest (sempre in prestito) con la possibilità di giocare i preliminari di Champions League. Debutta l'11 luglio nel match di Supercoppa vinto 3-0 contro il Petrolul Ploiesti. Il 17 luglio debutta in Champions nella sfida d'andata contro il Vardar. I gol arrivano nella partita di ritorno contro gli stessi macedoni, vinta 2-1 il 23 luglio. Poi la doppia sfida contro i polacchi del Legia Varsavia, e due gol di pregevolissima fattura, uno all'andata ed uno al ritorno, che trascinano i rumeni alla qualificazione alla fase a gironi di Champions League.

A 29 anni, non è mai tardi per sognare, per rimettersi in gioco, e Federico Piovaccari si è preso una grande rivincita. Tiferemo per lui, sognando un pifferaio magico che suona al Camp Nou, o al Bernabeu, ad Old Trafford. Non c'è limite alla fantasia.