L'Italia torna in campo dopo la Confederations Cup e affronta una rivale storica nel primo appuntamento della stagione di Brasile 2014.
Dopo essersi affrontate per 5 mondiali consecutivi (con gli azzurri mai sconfitti nei 90 minuti e gli argentini battuti in casa da un gol di Bettega prima di laurearsi campioni nel '78,), Italia e Argentina non si sfidano in una gara con qualcosa in palio dalla drammatica semifinale di Italia '90. Da allora solo l'amichevole del 2001, disputata a Roma davanti a pochi intimi, 15mila spettatori, vinta dalla squadra allenata da Bielsa (con la solita colonia  "italiana" in campo: Vivas, Ayala, Samuel, Zanetti, Simeno, Husain, Sorin, Kily Gonzalez, Crespo, Cruz) su quella guidata da Trapattoni (che lanciava Pierini e Christian Zenoni...).
Con la benedizione di Papa Francesco, le due compagini scendono in campo prive dei loro uomini più rappresentativi: Messi e Balotelli, acciaccati, non sono nemmeno a Roma, richiamati alla base da Barcellona e Milan.
E' l'ultima volta, fino a decisione contraria della sempre volubile FIFA, che l'Italia disputa un'amichevole ad agosto, appuntamento da sempre indigesto che negli anni ha prodotto figuracce contro Islanda, Ungheria e Costa d'Avorio.
 
C'è curiosità per vedere all'opera Higuain e Biglia; Lamela è alla prima da titolare con la sua nazionale, Palacio e Campagnaro provano a regalare qualche sorriso ai tifosi interisti, Lavezzi invece è in panchina. Andujar vince il ballottaggio con Romero, alle prese con le beghe contrattuali con la Samp e prossimo a lasciare i blucerchiati. La Selecciòn cerca un fenomeno tra i pali dai tempi di Ubaldo Fillol. Ogni tanto sbuca la sorpresa che fa scintille durante una manifestazione (Goycoechea, Roa), un "mostro" naturalizzato ma non selezionabile (Navarro Montoya) o un presunto predestinato che presto si perde in fretta (Bizzarri, Ustari) ma a questa formazione basterebbe un mestierante affidabile come Pato Abbondanzieri. Andujar nella serata si dimostrerà asse centrale del contropiede argentino, per il resto avrà poco lavoro da svolgere.
In campo c'è anche Federico Fernandez. Il centrale del Napoli sta per lasciare il campionato italiano: Getafe o Germania le mete dove proverà a strappare una convocazione per i Mondiali.
Prandelli schiera De Rossi centrale in una difesa a 4. Osvaldo è appoggiato sulle fasce da Giaccherini e Candreva. A centrocamo, libertà di creare per Verratti e Montolivo.
 
L'Italia soffre subito le accelerazioni di Di Maria e Higuain. Biglia e Mascherano smistano senza patemi il gioco, mentre sul versante opposto Verratti fatica a prendere il controllo delle operazioni. Al ventesimo, una sanguinosa palla persa di De Rossi regala un'opportunita d'oro a Higuain. Il centravanti del Napoli ringrazia sentitamente e fulmina imparabilmente Buffon. L'Italia fa fatica a replicare. Osvaldo annsima nella morsa tra i pur non irresistibili Garay e Fernandez, Giaccherini si spegnesubito mentre Marchisio, che pare il più in palla, non trova assistenza. Montolivo prova a sviluppare il gioco sulla fascia destra, sfruttando la velocità di Maggio, ma i cross del napoletano sono facile preda delle lunghe braccia di Andujar. I ritmi sono prevedibilmente blandi, i giocatori risentono della preparazione e il pubblico del gran caldo. L'Italia trova spazi 
prevalentemente sulla fascia destra, dove Candreva e Maggio sopo più vivi dei dirimpettai Giaccherini e Antonelli. Il laziale si beve un paio di volte il truce Basanta, che fa la differenza nel campionato messicano ma a livelli più alti non dimostra affidabilità. Gli Azzurri però non tirano mai in porta e l'Olimpico comincia a mugugnare. L'Argentina mette i brividi in contropiede: prima Higuain, poi Di Maria e Palacio mettono in affanno la retroguardia italiana, l'interista sciupa la palla del raddoppio. L'Italia invece colleziona un paio di infruttuosi angoli, prima che l'arbitro Starke mandi le squadre a riposare. 
 
Prandelli comincia la ripresa con volti e modulo nuovo. Fuori Candreva, dentro Insigne, che si posiziona a sinistra facendo trasferire Giaccherini a destra. Aquilani e Florenzi prendono il posto di Montolivo e Marchisio. Sabella, non soddisfatto dell'opaca prestazione di Lamela, lo lascia negli spogliatoi sostituendolo con Banega. E' proprio il centrocampista del Valencia a punire gli Azzurri dopo pochi minuti: calcio d'angolo per l'Italia, palla conquistata da Andujar, il portiere con le mani fa partire la 4x100 argentina, Higuain serve Banega, che tutto solo fulmina Buffon. Tra gli azzurri regnano confusione e scoramento, l'assenza di Pirlo, la mancanza della sua leadership e delle sue trame, è lampante. Verratti, ancora una volta, si dimostra troppo acerbo nonostante la buona volontà, perde palloni in serie e raramente azzecca un suggerimento incisivo. Prandelli chiede inventiva a Diamanti, che sostituisce Giaccherini, e regala la passerella davanti al proprio pubblico a Marchetti. Il portiere della Lazio evita il terzo gol salvando sullo scatenato Higuain, che nell'occasione avrebbe potuto far meglio. Il Pepita lascia il campo a Lavezzi: dopo la prestazione del nuovo centravanti, i tifosi del Napoli non rimpiangeranno certo il Pocho. Diamanti prova a scuotere i compagni. Il fantasista del Bologna chiede più impegno, guadagna un paio di punizioni e proprio su calcio piazzato disegna una parabola che, deviata da Andujar, si stampa sulla traversa. A un quarto d'ora dal novantesimo l'Italia accorcia le distanza con una perla di Insigne. L'Argentina perde palla a centrocampo, Osvaldo riappare in una partita in cui ha fatto la parte dello spettatore non pagante e serve il napoletano, che di prima pennella una palombella sul secondo palo, dove Andujar non può arrivare. Il pubblico dell'Olimpico si scuote dal torpore della torrida serata e crede nella rimonta. L'Italia prosegue nella collezione di angoli, da cui l'Argentina esce con i soliti, letali contropiedi. E' ancora Andujar a lanciare la 4X100: nella prima batteria, Di Maria è un fulmine inarrestabile che ridicolizza Verratti, ma Marchetti in uscita salva con bravura; nella seconda, Lavezzi crea scompiglio ma Ricky Alvarez si conferma il Calloni del 2000. Marchetti, invece, si esalta ancora, negando la gioia del gol a Maxi Rodriguez. 
 
Finisce 2-1 per gli Argentini, come nel 2001. Ancora una volta, la classica amichevole di agosto non sorride agli azzurri, troppo deficitari in fase di costruzione, spenti in attacco, ballerini in difesa. Calcio d'agosto, amichevoli. L'Italia di Prandelli, ormai si sa, dà il meglio solo nelle gare che contano.