Organizzazione di gioco, attenzione difensiva, gioco pulito ed elegante condito da qualche colpo estroso dei talenti migliori. Sembrerebbero gli ingredienti ideali per poter dominare ogni competizione. Invece no, non sempre bastano; spesso a decidere le partite più importanti sono dei fattori misteriosi che rendono il calcio lo sport più bello del mondo. Ma andiamo con ordine.

Istanbul, Turk Telekom Arena, ore 20.00, si gioca la finale del Mondiale Under 20. Al capitolo conclusivo di questo torneo arrivano Francia e Uruguay. La Francia parte favoritissima: 10 gol in 3 partite nella fase a eliminazione diretta, mai disputati i tempi supplementari e qualità collettive e individuali da fare invidia; unico neo è l’assenza di Umtiti per squalifica rimpiazzato da un non affidabilissimo Sarr, per il resto è la formazione tipo. L’Uruguay arriva alla finalissima teoricamente con le pile scariche: due turni superati giocando l’extra time e l’obbligo per Mister Verzeri di rinunciare inizialmente ai due acciaccati Varela e de Arrascaeta.

Dopo un inizio che vede la Francia tentare qualche timido attacco è l‘Uruguay a prendere l’iniziativa nelle azioni più pericolose. La Francia non trova i colpi vincenti per colpa di un Thauvin che ha solo qualche sporadico momento di furore agonistico e gli attaccanti Sanogo e Bahebeck che stentano a trovare spiragli di fronte ad una difesa solida composta dall’inedita coppia Velazquez-Silva. L’Uruguay controlla di più il gioco grazie alle ottime giocate (sia offensive che difensive) di Cristoforo e Acevedo ma è debole sugli esterni e non trova spunti vincenti se non per errori avversari. L’unico vero brivido del primo tempo è un tiro di Nico Lopez abile a sfruttare un disastroso errore di Sarr che crea qualche grattacapo al portiere transalpino Areola.

La ripresa comincia sugli stessi ritmi: l’Uruguay tiene meglio il campo e riesce a domare una Francia sulla carta più forte. Provano però a crescere i galletti: Pogba comincia a crescere e a prendere in mano la squadra che prova più spesso qualche incursione offensiva senza però mai sfondare la difesa celeste. L’Uruguay cambia ritmo soltanto dopo l’ingresso di de Arrascaeta che rileva un impalpabile Laxalt e manda più volte in porta la coppia d’attacco Lopez-Avenatti che sprecano occasioni importanti. Nella parte finale della ripresa c’è spazio anche per qualche occasione pericolosa francese con Veretout che costringe De Amores ad un intervento super che riscatta le deludenti prestazioni precedenti. Finisce 0-0 e si va ancora una volta ai supplementari: per l’Uruguay è la terza volta consecutiva, per la Francia la prima. I crampi tolgono di scena alcuni protagonisti come Digne da una parte e Gimenez dall’altra.

Poco da raccontare con la musica che continua a non cambiare. Non sono tante le occasioni ma l’Uruguay di Verzeri ha fatto sforzi enormi e meriterebbe senz’altro più dei rivali il successo. Continua a non sbloccarsi la sfida e si decide ai rigori. Cominciano da incubo per la Celeste: Velazquez e de Arrascaeta sbagliano, la Francia è avanti 2-0 grazie ad un super Areola abile a respingere entrambi i penalty. Alla Francia serve solo un gol di Foulquier per chiudere i conti e aggiudicarsi il primo titolo mondiale Under 20 della sua storia. Finisce male dunque per l’Uruguay impavido e coraggioso, ultima vittima di un mondiale spietato. Vince la Francia forse non meritatamente ma il calcio è a anche questo.