I sogni dei ragazzi d'oro di Julen Lepetegui si sono trasformati in un incubo 'celeste'. Il destino ha voluto mettere di fronte  forse le due squadre più forti e dotate di questo torneo, assieme alla Francia, naturalmente. Spagna e Uruguay, ma il calcio è uno sport crudele che non accetta compromessi. Una delle due deve andare fuori, purtroppo. Esce la Spagna, la super favorita, a testa altissima. Va avanti l'Uruguay, a sorpresa.

Felipe Avenatti -attaccante classe 1993 del River Plate, ma quello di Montevideo- questa sera se la ricorderà per un po’ di tempo; quel suo stacco di testa su corner di De Arrascaeta rivivranno per molto tempo nei suoi occhi e in quelli dei tifosi uruguagi. La Celeste batte 1-0 la super favorita Spagna al termine di 120’ minuti non bellissimi, ma sicuramente intensi e tatticamente degni di nota. Adesso, la squadra allenata da Juan Verzeri se la vedrà con la vincente di Iraq-Corea del Sud e scorge, in lontananza, il profilo della Türk Telekom Arena, lo stadio dove sabato prossimo si giocherà la finale.

L'Uruguay fa quello che sperava di fare: linee di centrocampo e difesa molto ravvicinate per impedire ai baby talenti del centrocampo iberico (Oliver Torres su tutti, che danza con il pallone) di fraseggiare nello stretto e trovare l’imbucata vincente. E questo metodo funziona. L’unico sussulto del primo tempo è quello di Deulofeu -uno dei prodotti di maggior qualità della florida cantera blaugrana-  che da calcio d’angolo scheggia la traversa della porta difesa da De Amores. Il possesso palla sorride alla Rojita: 65% a fronte del 35% dei sudamericani. Ma è un possesso palla sterile, quasi fine a se stesso. La tattica dell’Uruguay è chiara: palla a Nico Lopez sulla sinistra, che si allarga e cerca in area le incursioni di De Arrascaeta. Non funziona, ma l’Uruguay mantiene la buona tradizione difensiva che ha visto incassare solo un gol nella fase a gironi e uno nel pallido ottavo di finale contro la Nigeria dove a brillare è stato Nico Lopez. La ripresa è una fotocopia del primo tempo: la Spagna fa il gioco, tiene la palla mentre l’Uruguay punge sulle palle inattive e in contropiede. La difesa, come sempre, non sbaglia un colpo. Al 92’, il primo brivido vero per la difesa spagnola lo procura Diego Rolán, che di testa impegna seriamente Daniel Sotres, portiere del Racing Santander appena retrocesso in Segunda División B. 0-0 al termine dei 90’. E allora ci vogliono i supplementari per decretare chi giocherà il 10 luglio la semifinale a Bursa. La svolta arriva nel primo dei due tempi da 15’: Avenatti entra al posto di Cristoforo. Che segna. Quando si dice “azzeccare i cambi”…