Se l'Italia vuole guardare con ottimismo al match delle 18 contro l'Uruguay, di certo non deve farlo partendo dalla lista degli indisponibili. Agli out annunciati da tempo di Barzagli, Balotelli ed Abate, si sono infatti aggiunti nelle ultime ore Marchisio e Pirlo. A completare il quadro (clinico), si aggiungono le non perfette condizioni di Giaccherini, che ieri si è allenato a parte, e l'affaticamento inevitabile di Chiellini, De Rossi e Gilardino, con il difensore bianconero in forte dubbio.

Scelte quindi praticamente obbligate per Prandelli, che dovrà barcamenarsi tra la linea difensiva a 4, nel caso che Chiellini riesca ad essere della partita, e quella a 3, con il probabile arretramento di De Rossi al centro e l'avanzamento di Maggio a esterno di centrocampo. Unica certezza l'attacco: il tridente Diamanti-GIlardino-El Shaarawy non sembra essere in discussione. In discussione è invece l'attaccante del Milan, della cui "crisi" ha parlato proprio Prandelli in conferenza stampa: "L'ho visto bene fisicamente - ha riferito il ct - ma vuoto emotivamente, provato dalla stagione. Deve mettere su carattere: non è facile ricaricarsi, ma deve farsi trovare pronto all'occorrenza".

Contro un Uruguay senza particolari problemi di formazione, gli azzurri sono chiamati, seppur in condizioni soprattutto fisicamente proibitive, ad una vittoria più importante dal punto di vista psicologico che da quello sportivo. Dopo aver fatto un figurone contro i campioni del mondo in carica ed aver messo in difficoltà anche i padroni di casa, l'Italia deve dimostrare che, dietro il man of the match Prandelli (così Tabarez in conferenza stampa, ndr), c'è un collettivo in grado di rispondere presente anche nei momenti di maggiore difficoltà. E di resistere alla tentazione di crollare sulla linea del traguardo, così come allo scorso Europeo.

La Celeste punterà tutto sull'intensità contro gli azzurri. L'orario di gioco (le 13 ora brasiliana, ndr) si farà sicuramente sentire di più nelle gambe degli azzurri, reduci dai 120 minuti più rigori contro la Spagna. Tabarez tuttavia non si aspetta una squadra debole o fiaccata: "Anche i numeri nella sconfitta contro il Brasile - dice - dimostrano che l'Italia di Prandelli è una squadra che non vuole perdere. Vedremo cosa avranno in serbo per noi". Motivatissimo, e non potrebbe essere altrimenti, anche Edinson Cavani: "Battere l'Italia ci darebbe ulteriore spinta per le qualificazioni al mondiale, nelle quali dobbiamo risalire la classifica. Mi aspettavo una grande Italia in Confederations Cup e così è stato".

Nel frattempo a casa Italia, anche se nessuno dei muscoli degli azzurri se lo augura, sono state prese adeguate contromisure in caso di ulteriore ricorso ai calci di rigore. Seduta di penalty per tutti a fine allenamento: dagli 11 metri è tornato anche Bonucci, che non ha sbagliato. Ma di fronte a 70mila spettatori, si sa, è tutta un'altra storia.