Dove, fortunatamente, non riuscì la guerra potè una partita di calcio: la Germania si prepara ad invadere pacificamente Londra e a colorare di giallonerorosso (che guarda caso sono proprio i colori della bandiera teutonica oltre a quelli delle due tifoserie) lo stadio di Wembley per una finale che sarà la quarta fra squadre della stessa nazione. In principio furono Valencia e Real Madrid nel 2000 (vittoria che arrise alle Merengues, che prevalsero con un netto 3-0), poi nel 2003 la celebrazione del massimo fulgore del calcio made in Italy, con Juventus e Milan - in stretto ordine alfabetico - a contendersi la Coppa dalle grandi orecchie in quel di Manchester, mentre il cammino dell'Inter si arrestò proprio al cospetto del Milan poi Campione, al termine di un doppio, drammatico, derby di semifinale. L'ultima volta che andò in scena uno scontro "fratricida" fu nel 2008, quando Chelsea e Manchester United si sfidarono sotto il diluvio di Mosca: finì con la gioia dei Red Devils e lo sprofondo Blues, indelebilmente fotografato dal dramma di John Terry in lacrime dopo aver fallito clamorosamente il rigore scivolando goffamente al momento di calciare.
Sabato sera sarà il Tempio di Wembley a dirci chi la spunterà fra l'irriverente banda di ragazzini guidata da Klopp e la sin qui invicibile corazzata bavarese, pilotata dal saggio Heynckes, uno che la gioia di sollevare il Trofeo l'ha già assaggiata con il Real Madrid che battè la Juve nella finale del 1998 grazie un gol di Pedrag Mijatovic.
Qui Bayern - Un'annata da record che sarebbe bello concludere con la ciliegina sulla torta. In campionato non c'è stata partita, con gli avversari letteralmente triturati e il discorso Meisterschale chiuso con diverse giornate d'anticipo, senza contare un saldo finale sulla seconda (proprio il Borussia) che recitava più venticinque punti. Stratosferico anche il cammino in Champions League, dove ben poco ha potuto fare la Juve e ancora meno il Super Barcellona, letteralmente ridicolizzato dai bavaresi, capaci fra andata e ritorno di rifilare ben sette reti ai catalani senza subirne alcuna, una cosa che nemmeno la super Inter targata Mourinho (per citare l'altra squadra in grado di mettere i bastoni fra le ruote all'armata Guardiola) era stata in grado di fare. Naturale che i bavaresi arrivino all'appuntamento che conta con il morale alle stelle e con i favori del pronostico. Ma anche con quel pizzico di boria e presunzione che in una partita delicata come una finale di Champions League possono fare la differenza in negativo: regia e parole sono, al solito, di Kaiser Franz, che dopo aver menato sciabolate a destra e a manca con obiettivo dapprima Buffon (bollato come "pensionato" dopo la non impeccabile partita di Monaco), poi il Barça (che secondo lui avrebeb fatt oricorso a tutti i mezzi, anche quelli illeciti, per ribaltare la partita d'andata), ha ovviamente riservato lo stesso trattamento ai "cugini" gialloneri, affermando senza mezzi termini che solo una giornata storta di Robben e compagni può favorire una sconfitta del Bayern. Finora i fatti gli han sempre dato ragione, sebbene lo stile di Beckenbauer permanga perlomeno rivedibile.
Sicuro del fatto suo anche Yupp Heynckes, il quale in un'intervista pubblicata sulla Gazzetta dello Sport il 21 maggio scorso, non ha nemmeno preso in considerazione l'idea di un'eventuale sconfitta: "Sono ottimista, non mi chiedo cosa succederà se perdo: ho fiducia, porteremo a casa questa Champions".
A fronte di tutto questo ottimismo, resta però il dato di fatto che il Bayern non può permettersi di fallire la terza finale in quattro anni e non si può escludere, malgrado la tranquillità di facciata, che la cosa ingeneri un po' di pressione: nel 2010 dovette inchinarsi al coronamento del Triplete interista, l'anno scorso il clamoroso esito della finale giocata davanti al proprio pubblico, con la Coppa che prende la via di Londra sponda Chelsea in un'Allianz Arena incredulo e ammutolito. Un vero dramma nazional-popolare, che però ha dato la spinta ai bavaresi per arrivare a razzo fino all'atto finale, che, ironia della sorte, si gioca proprio a Londra, anche se non nell'appartamento in zona Chelsea dove i Blues espongono l'argenteria pregiata, fra cui quella Coppa abilmente soffiata proprio ai Bavaresi, proprio nella loro tana.
Favola BVB - Dal fallimento alla finale di Champions League in cinque anni; e in mezzo metteteci pure due Bundes, mica ciccioli. Ed ecco a voi la creatura che è vanto di Jurgen Klopp, il BVB dei ragazzini irriverenti che sotto le cure del mago della foresta nera, sposato con una scrittirice da lui definita la Rowling di Germania e che quindi di fiabe ne sa eccome, sono diventati campioni fatti e finiti. Molti di loro hanno preso e prenderanno altri lidi, ma prima c'è una finale Champions da giocare. Una favola appunto, un sogno e spesso le favole possono avere anche un be lfinale, i sogni realizzarsi. E qui torna in ballo Mourinho: prima della partita contro il Barcellona parlò della differenza fra il sogno e l'ossessione, e alla fine a vincere fu il sogno interista che bbe la meglio sull'ossessione barcellonista.
E così sabato i gialloneri, approdati con qualche brivido alla finalissima dopo aver eliminato proprio il Madrid di un Mourinho alla caccia dell'ossessione della Decima (una sorta di nemesi per chi parlava della forza dei sogni sulle ossessioni venir battuto da un sognatore dopo essersi trasformato in ossessivo perseguitore di un obiettivo che i madridisti attendono dal 2001), proveranno a coronare nel modo migliore questa fiaba. Certo, per il buon Klopp non mancano i grattacapi, che arrivano dall'infermeria: Mario Gotze infatti sarà indisponibile causa problema muscolare. Lui, il promesso sposo del Bayern che sarà di Pep Guardiola, costretto a saltare quell'appuntamento che le sue magie avevano contribuito a raggiungere: fatale gli è stato il guaio muscolare rimediato in semifinale contro il Real nella partita di ritorno al Bernabeu. Dispiaciuto il centrocampista giallonero, che ha fatto di tutto per poter essere presente alla grande sfida ma a cui dovrà assistere dalla tribuna, prima di salire sul pullman dei bavaresi e tornare con loro verso la sua nuova casa in quel di Monaco. Dovrebbe essere invece regolarmente in campo Mats Hummels: il difensore, per cui si parla di un forte interessamento da parte del Barcellona, ha rimediato uno stiramento a un legamento della caviglia nel corso dell'ultima partita di Bundes persa contro l'Hoffenheim, ma le parole del medico sociale Markus Braun lasciano qualche spiraglio a Klopp che può così contare su una pedina fondamentale in difesa.
Quanto all'aspetto psicologico, se in casa Byern si mette l'accento sui 25 punti di differenza in campionato fra le due squadre, tutto ciò non pare turbare più di troppo la truppa giallonera e in particolare il suo condottiero, deciso a ribaltare il pronostico e sopratutto convito del fatto che in una partita secca e con la posta in palio così elevata, tutto ma proprio tutto può accadere.
E l'elefantina dice Bayern - L'elefantina Nelly ha sentenziato: a vincere sarà il Bayern! L'epigona del leggendario polpo Paul, l'infallibile indovino di tutti i pronostici al mondiale tedesco del 2006 idolo indiscusso in Spagna e nemico pubblico numero uno in Olanda, ha espresso la sua preferenza a favore dei bavaresi: la piccola ospite del Serengeti Park di Odenhagen, Bassa Sassonia, trovatasi un pallone fra i piedi, pardon fra le zampe, e di fronte a due porte con sopra gli stemmi di Bayern e Borussia, ha insaccato la palla proprio in quest'ultima porta, segno inequivocabile che la vittoria arriderà ai bavaresi, la cui porta è rimasta invece immacolata. Non sappiamo quanto la scaramanzia sia parte del popolo teutonico, è però facile prevedere che, vada come vada, per la povera Nelly si prospettano tempi duri e per il proprietario del parco incassi d'oro. Ci scommettete?