Dall'utopia di una rimonta da leggenda all'amara realtà di un aggregate di 7-0 che lascia ben poco spazio a repliche. Finisce così, fra gli olè di sberleffo degli oltre 5 mila tedeschi calati in Catalogna, il cammino del Barça in questa Champions League: mai in partita la squadra catalana, che ha provato a scardinare la solida retroguardia tedesca con il solito trito e ritrito giro di palla, senza mai creare grattacapi a Neuer, stasera spettatore non pagante del match. E così a Wembley ci sarà un'invasione tedesca, la nemesi per i maestri del football inglesi. Ma del resto Lyneker lo aveva detto in tempi non sospetti che il calcio è un gioco che si gioca in undici contro undici e alla fine vincono sempre i tedeschi. Facezie a parte, il risultato di stasera (e in parte quello di ieri sera a Madrid) è la chiosa della netta superiorità del calcio tedesco su quello spagnolo, ma soprattutto dei bavaresi su un Barça apparso alla frutta in questo doppio confronto.
Messi out, Barça grigio - "Orgoglio", è quello che invocano gli oltre novantamia tifosi bluagrana sugli spalti: una coreografia meravigliosa per provare a spingere i blaugrana a una rimonta che avrebbe dell'incredibile. A dare forza alle utopie del popolo catalano, il recente 4-0 rifilato da Messi e compagni proprio ai bavaresi nel 2009: una vittoria costruita nell'arco di un solo tempo di gioco, una vera e propria lezione di calcio impartita dal Barça al Bayern. Ma questa sera la Pulce non c'è, parte dalla panchina perchè le sue precarie condizioni fisiche non ne permettono l'utilizzo dal primo minuto. Spazio quindi a Fabregas come falso nueve affiancato da Pedro e Villa, mentre in difesa c'è ancora il giovane Bartra al posto dell'indisponibile Mascherano. Formazione tipo per i bavaresi, sul cui capo pendono ben sei diffide su altrettanti giocatori chiave, fra cui Schweinsteiger e Javi Martinez, le colonne del centrocampo.
Il Barça parte piano, prediligendo il ragionamento all'attacco scriteriato, ma i lunghi fraseggi non danno alcun fastidio ai bavaresi che, forti dell'enorme vantaggio, potrebbero anche sedersi comodamente sul prato e assistere alla fitta trama di passaggi dei giocolieri agli ordini di Tito Vilanova, i quali senza il faro di Messi sembrano del tutto smarriti e incapaci di trovare idee illuminanti: Fabregas viene fagocitato dalla retrogaurdia in maglia rossa e non da alcun segnale di vita. Il primo - e unico - sussulto del Barça lo si ha al 26esimo: cross dalla destra di Dani Alves, palla che in qualche modo arriva a Xavi che tira di prima intenzione ma la palla schizza alta. E il Bayern? Non sta di certo a guardare, anzi sono ben più pericolosi dei padroni di casa che devono ringraziare San Gerard Piquè che con un paio di recuperi miracolosi evita che la partita si trasformi in una lunga agonia già a partire dal minuto dodici, quando ferma Robben ormai a tu per tu con Valdès. E ancora, qualche minuto più tardi, è bravo a sventare una botta a colpo sicuro di Lahm (con un intervento al limite, ci poteva stare anche il rigore), arrivata al termine di un pregevole scambio sull'asse Robben, Schweinsteiger e appunto Lahm. Il cronometro corre inesorabile e arriva la fine del primo tempo, non prima però che Alves si faccia ammonire per un fallo su Schweinsteiger.
Bayern chirurgico - Si torna in campo, senza che Vilanova apporti alcun cambio alla formazione: Messi (che ha capito che non era serata) rimane intristito in panchina, inutile rischiarlo per un'impresa ormai diventata impossibile. Stessa formazione anche per il Bayern che dopo soli tre minuti colpisce: magia di Robben che in posizione defilata stoppa, dribblinga rientrare e sinistro chirugico a girare. Valdes è battuto e a questo punto la partita diventa per i catalani un'atroce sofferenza: servirebbero 6 gol per ribaltare la situazione, ma soprattutto manca ancora un tempo intero per evitare una seconda umiliazione, che però è inevitabile: dapprima con il torello bavarese accompagnato dagli olè di scherno dei tifosi ospiti, quindi con il patatrac combinato da Piquè, fino a quel momento il migliore in campo e l'unico che sembrava veramente remare in direzione giusta per provare la rimonta. Succede tutto al minuto 76: Ribery sfonda sulla sinistra e mette in mezzo un pallone velenoso che il centrale catalano devia di ginocchio in fondo alla sua porta nel tentativo di spazzare via il pallone. Il copione si ripete due minuti dopo: ancora Ribery che crossa dalla sinistra, stavolta è Muller a metterla alle spalle di Victor Valdes. In mezzo fra i due gol, il palo colpito da David Villa di testa, segno che proprio per i catalani non c'è trippa per gatti.
E' questa l'ultima fiammata del match, con le due squadre che attendono con ansia il triplice fischio, choi per festeggiare l'approdo in finale, chi per dimenticare al più presto questa sciagurata partita: per il Barça è un'altra dura punizione, un 7-0 complessivo senza possibilità di replica e che fa salire a galla la frustrazione: prova ne è Piquè che falcia da dietro Muller e rimedia un giallo. Finalmente arriva il novantesimo e Skomina, bontà sua, assegna un solo minuto di recupero malgrado le sei sostituzioni effettuate nella ripresa. Finisce coi tedeschi in festa e coi catalani a terra, mentre lo sportivissimo pubblico di fede bluagrana applaude comunque i loro beniamini. Il Bayern vola a Wembley, dove affronterà il Borussia Dortmund con la speranza di riuscire a mettere le mani sulla coppa sfuggita contro Inter nel 2010 e Chelsea l'anno scorso, mentre sopra al Camp Nou si addensano nubi scure e si fa sempre più largo un sospetto: che questa squadra meravigliosa, quella dei Marziani, quella degli Illegali, sia ormai giunta alla fine del suo ciclo leggendario.