"Il calcio è uno sport semplice: si gioca in undici contro undici e alla fine vincono i tedeschi", diceva Gary Lineker. Forse quei tempi stanno tornando, prepotentemente. Il Borussia Dortmund raggiunge Wembley dopo 180 minuti combattutissimi, ma che alla fine hanno avuto un solo padrone: quella squadra che fino a dieci anni fa era sull'orlo del fallimento e che è rinata dalle proprie ceneri, come una fenice, e il 25 Maggio, in quel di Londra, si giocherà la finale di Champions League, 16 anni dopo l'ultima volta. Al Real di Mourinho servivano tre gol per passare il turno; il Borussia ha ceduto solo negli ultimi dieci minuti fomentando, seppur per un tempo irrisorio, le speranze di remuntada dei Galacticos, che forse tanto Galacticos non lo sono più. A José non riesce di vincere la coppa dalle grandi orecchie in tre nazioni diverse; il portoghese, dopo questo fallimento, come lui lo aveva etichettato alla vigilia, saluterà la Spagna e ritornerà dal suo vecchio amore, il Chelsea. Jürgen Klopp, lento lento e in silenzio, prepara la sua consacrazione; uno che fino a pochi anni fa commentava in tv le partite della Nazionale tedesca... Non male.

Nessun cambio per Klopp, piccole modifiche per Mou Il tecnico tedesco da fiducia agli stessi 11 che sei giorni fa in Germania hanno annientato il Real Madrid. Mourinho, per contro, preferisce Essien a Pepe (il peggiore all’andata) e al posto di Khedira arretra Modric in mediana e posiziona Di Maria sull’out di sinistra.

Primo tempo Il Real Madrid sa che per avere delle minime speranze di passare il turno, deve scendere in campo aggressivo, determinato e pronto a giocare 90’ tutti in velocità. Come era lecito attendersi, dunque, gli uomini di Mou partono a razzo giocando il primo quarto con un’intensità incredibile, senza che il Borussia Dortmund possa in qualche modo contrastare le offensive dei blancos. I tedeschi, comunque, non mollano un centimetro e si buttano a capofitto su ogni contrasto (spesso vincendoli) e su ogni pallone con un’elogiabile foga agonistica, costringendo a più riprese Varane e Sergio Ramos a spazzare senza troppi fronzoli in tribuna. La prima occasione per il Real capita sui piedi di Higuain, ben servito da Di Maria nello stretto, ma Weidenfeller si esalta deviando in angolo con i piedi. Il Real non stacca un attimo il piede dall’accelleratore; al 12’ Ronaldo va alla conclusione ma il portierone tedesco (senza dubbio uno dei migliori) mura letteralmente con il petto il portoghese. Al 13’ Klopp perde l’estro e la velocità di Götze per un problema muscolare; poco male, al suo posto entra un freschissimo Kevin Großkreutz che andrà a posizionarsi sulla corsia di sinistra con Reus libero di spingere per vie centrali. Al 14’ un’altra scorribanda del Real mette i brividi ai 4.000 tifosi ospiti presenti: questa volta è Özil a mangiarsi in maniera clamorosa un'altra palla gol chiudendo troppo con il mancino. Dopo questi primi minuti di panico, i giallo neri riescono a prendere bene le misure e si limitano, a differenza di quanto successe nel girone, a fare possesso palla difensivo.

Secondo tempo Non si era visto molto nel primo tempo, Robert Lewandowski, troppo preso a far a gomitate con Sergio Ramos. Il polacco, in avvio di ripresa, fa vedere i fantasmi e le streghe a Josè Mourinho: al 48’ calcia alle stelle da posizione invitante e un minuto dopo scarica un destro terrificante che si stampa sulla traversa, dopo una combinazione geniale con Reus. Il cronometro che passa è un nemico per il Real Madrid; lo sa bene il tecnico portoghese che al 56’ passa ad un modulo più offensivo; fuori un nervoso Coentrão e un deludente Higuaìn, dentro Kakà e Benzema. Passaggio alla difesa a tre e Real che torna arrembante, ma senza però trovare il primo dei tre gol che gli consentirebbe di staccare il pass per Wembley. Il Borussia, dal canto suo, non ha fretta ad accelerare e si limita a contenere, salvo però colpire in contropiede quando il Real sale tutto nella sua metà campo. Al 61’, Diego Lopez (il migliore all’andata e pure al ritorno) si immola su una conclusione a porta spalancata di Gündoğan. Per vedere il primo tiro dei Galacticos dobbiamo aspettare il 69’ con Ronaldo, ma la sua idea è poca roba. Il Real sembra aver terminato l’energia (mentali, non fisiche) per il pressing; il Borussia capisce che può tornare a casa con un’altra vittoria. I giallo neri sono impressionanti, soprattutto dal punto di vista fisico; sull’out di destra, Reus se ne va come e quando vuole annichilendo un’inguardabile Essien.

Ma i cambi del Vate di Setubal sono azzeccati; l’impatto di Kakà sulla partita è devastante, così come quello di Benzema, che trova a 10 dalla fine il gol che riaccende la candela; cross di Özil dalla destra e zampata del francese per l’1-0. I Galacticos ricominciano a credere della remuntada che avrebbe del miracolo; il Bernabeu è una bolgia e i tedeschi tremano dalla paura. Poco prima del 90’, Sergio Ramos trova il 2-0. Howerd Webb decreta 5 minuti di recupero: non succederà più nulla. A Wembley ci va la squadra migliore, non la più forte. Champions Über Alles.