Solidità tecnica e economica. Potenza finanziaria. Talento in campo e fuori. Pep pronto a sedersi nuovamente in panchina, per iniziare qui, in Germania, un nuovo ciclo storico. Monaco è l'Eldorado del calcio, la nouvelle vague del panorama pallonaro. Si guarda alla Bundesliga, e si cerca di apprendere come diventar grandi. Guardiola, dal prossimo anno, Heynckhes ora. Vuole andarsene dopo aver vinto tutto. Il campionato, in cassaforte da tempo, è passeggiata di salute. Caterve di gol, imbottitura di riserve, spettacolo per i presenti. Troppo facile. Solo il Borussia avrebbe il talento e la sfacciataggine per giocarsela con la macchina Bayern, ma sul lungo tragitto tende a perdersi nei meandri della sua bellezza. E allora monologo e applausi bavaresi. Ma stasera è altra storia. Stasera risuona la musica delle grandi occasioni. All'Allianz Arena, ovviamente gremita, arrivano i marziani. Il vecchio ancora in auge, contro il nuovo. I fuoriclasse che hanno reso il loro calcio simbolo di arte planetaria approdano in Germania, per stroncare la voglia di rivalsa di Schweinsteiger e compagni. Secondo il classico motto – se abbiamo noi la palla, difficile possano farci male- Xavi e compagni, con Messi, perché in una partita così certa gente non può mancare, verranno qui e proveranno a tessere la loro ragnatela perfetta, il loro intreccio indecifrabile di passaggi all'apparenza semplici, ma mai banali. Questo nuovo Bayern è di una quadratura pazzesca, tosto, vincente. E in più ha stille inebrianti di talento. Spinto da ambizioni e obbiettivi importanti. Non hanno dimenticato qui la lezione di calcio subita dai catalani. Non hanno dimenticato le sciagurate finali perse con Inter e soprattutto Chelsea. “Per tutta la vita non dimenticherò mai più le facce dei miei compagni nello spogliatoio” furono le parole di Schweinsteiger dopo la sconfitta contro la squadra guidata da Di Matteo. Non si può più sbagliare. Il tempo dell'apprendistato è finito. E lo sanno anche qui. La coppa più prestigiosa è al suo penultimo atto, forse il più affascinante, districato in 180' minuti di inaudite emozioni.

Il Bayern deve rinunciare ai lungodegenti Badstuber e Kroos e allo squalificato Mandzukic. Gli undici saranno i soliti. Difesa a quattro con Lahm e Alaba sugli esterni, fondamentali nella loro spinta offensiva (che duello con Dani Alves e Jordi Alba),e Dante e Boateng, rientrato non da molto, coppia centrale. Diga formata da Schweinsteiger e Javi Martinez, il fiore all'occhiello dell'ultima campagna acquisti, trio delle meraviglie Robben-Ribery-Muller e davanti SuperMario Gomez, poco impiegato quest'anno e in cerca di riscatto. Uomo che difficilmente sbaglia le grandi partite. Sfida per certi versi simile a quella affrontata nei quarti, e dominata, contro la Juventus di Antonio Conte. Un cervello da spegnere Xavi, insieme a Pirlo uno dei più grandi del ruolo, e una banda di piccoletti che gioca divinamente al calcio, palla a terra. I tedeschi proveranno certamente ad aggredire gli avversari togliendo respiro e certezze alla manovra. Pressato a mille all'ora anche un meccanismo perfetto può incrinarsi. Come contro i bianconeri sarà una questione fisica. E il Bayern può dominare. Giovinco, Vucinic, come Pedro, Sanchez. Velocità, ma non potenza. Chiave importante. Come le assenze in casa Vilanova di Mascherano, Puyol e Adriano. Bartra è giovane di prospettiva, ma ci sono partite che bisogna saper giocare. La variabile impazzita è chiaramente il Dieci. Leo Messi. Non è al meglio, ma su una gamba ha steso i sogni di gloria parigini. Lui è il pericolo numero uno. Lo sanno tutti. Il Barca passa da lui. Dal timore reverenziale che si ha non appena mette piede sul magico prato verde. Con lui i blaugrana aumentano autostima e convinzione. Senza improvvisamente diventano scontati e prevedibili. Occorrerà limitarlo, annullarlo è impossibile. Non si può annullare un dio.

Non sono mancate le polemiche a infarcire una vigilia già tesissima. Prima i problemi fiscali del presidente Uli Hoeness. Autodenuncia di un conto in Svizzera, pagamento di sei milioni per tasse non dichiarate. Il rischio di una multa salatissima o addirittura di una condanna a cinque anni. “Non mi dimetterò.” Così ha risposto interrogato il leader maximo bavarese. Crollato il castello di carta di una moralità solo apparente, è arrivato puntuale anche l'attacco della Cancelliera Merkel, altro colpo durissimo. Problemi burocratici e non solo. Anche sul fronte mercato è arrivata una bomba inattesa, ma potentissima. Mario Gotze sarebbe il primo pallino del nuovo Bayern, modello Barca, di Pep. 37 milioni per strapparlo ai “nemici” di Dortmund. L'acquisto più pagato della storia della Bundes. Super Mario, esploso sotto la guida del divino Klopp,con il “fratello” Reus, è il prototipo perfetto per l'ex professore del Camp Nou. Tecnico, agile, di classe. Realtà? Finzione? Di certo la tempistica sorprende e lascia perplessi. Fino a stasera se ne parlerà, poi ventidue uomini entreranno in un'arena infuocata, ventidue campioni si stringeranno in mezzo al campo e allora ci sarà solo da godersi un meraviglioso spettacolo.

Le probabile formazioni: