Tutti gli occhi rivolti a lei. L'urna di Nyon. Il sorteggio più atteso. Passa, all'apparenza ancor più lenta di quello che in realtà è, la scelta dei due accoppiamenti di Europa League e si arriva al momento clou. Il responso che le quattro potenze d'Europa aspettano con ansia. Nessun derby, questa è la prima notizia. Doppio incrocio Spagna-Germania. Il più soddisfatto è forse Josè Mourinho, anche se difficile sorridere quando si arriva al penultimo atto di un trofeo così prestigioso. Il Borussia è forse attualmente inferiore a Barcellona e Bayern, dal punto di vista tecnico e soprattutto a livello di esperienza e spessore internazionale. Però è mina vagante, da prendere con le molle. Bayern-Barca è la sfida assoluta, tra il bel calcio e la concretezza. La durezza tedesca (non che i bavaresi non giochino bene, chiedere alla Juve per conferma) contro il tiqui-taca spagnolo. Emozioni. Dopo il tacco di Reus, il controllo di Sneijder, la classe di Drogba, è nuovamente Champions, è nuovamente spettacolo.

Borussia Dortmund-Real Madrid

Le merengues hanno sempre sofferto in Germania e in generale contro squadre tedesche. Aldilà della cavalcata trionfale con il Bayer Leverkusen, firmata dal capolavoro di Zidane, più delusioni che trionfi. Non un inedito Real-Borussia, già di fronte lo scorso anno, e non solo, nel girone di ferro con Ajax e Manchester City. In casa i gialloneri si imposero 2-1, con gol di Lewandowski, su errore di Pepe, pari di Ronaldo e nella ripresa rete decisiva di Schmelzer. Non fu passeggiata nemmeno al Bernabeu per Mou. Due volte avanti gli ospiti (Reus e autorete di Arbeloa) e assalto finale blancos con Ozil che impatta all'ottantanovesimo.

Due squadre dal talento sopraffino. Il giovane Dortmund di Klopp. Macchina perfetta, ispirata dall'estro della new age tedesca Reus e Gotze, sorretto dall'emergente Gundogan e da Hummels, centrale di livello mondiale. Davanti la stella Lewandowski, pronto a raggiungere Guardiola al Bayern. Difetto? Spesso si bea troppo del proprio calcio e non concretizza. Col Malaga di un maestro intelligente come Pellegrini ha rischiato e non poco, col Real potrebbe pagare. Già, il Real. Patto di ferro. Via gli individualismi. Si punta alla decima. Un extraterrestre di nome Cristiano Ronaldo, il capocannoniere con 11 centri in Champions. In semifinale in formazione tipo, coi rientri di Ramos e X.Alonso. Il caso Casillas. Un team pazzesco. E un condottiero che vuole fare la storia. Se gioca a mille, come quando è sul pezzo, é difficilmente giocabile, se cala di intensità e concentrazione può rischiare qualcosa. Vedi Galatasaray. Dietro quest'anno ha sempre concesso, nonostante l'esplosione di Varane. Può rischiare qualcosa, ma é favorito.

Bayern Monaco-Barcellona

Probabilmente avesse potuto scegliere il Bayern Monaco avrebbe certamente evitato la collisione contro i marziani. Non hanno dimenticato in Germania quel confronto, massacrante, nel 2009. Un 4-0 senza attenuanti. Il Barca di Guardiola, di Eto'o, Iniesta e Messi in 43 minuti asfaltò i rivali al Camp nou. Lezione di calcio. Da allora altra storia. Quello era il Bayern di Oddo, Demichelis, Butt. Da lì solo grandi cavalcate. Finali perse a Madrid, quella persa ai rigori contro Di Matteo e Drogba. Ora il Barca, per non dimenticare cosa è successo in quel 2009 e per tornare finalmente ad alzare il trofeo.

É la sfida tra il calcio tedesco, duro, vincente, firmato Lahm, Schweinsteiger, Neuer, unito all'imprevedibilità di Ribery, Muller e Robben ( mix sontuoso) contro il gioco palla a terra, il pressing alto, le verticalizzazioni impossibili dei ragazzi di Vilanova. Il Barca ha problemi seri nel reparto arretrato. Senza Mascherano e Puyol, l'unico titolare rimasto è Piquè. Per il resto ci si arrangia. Tanto c'è Leo. Quasi fuori col Psg, entra lui e la decide. Su una gamba sola. Se lui è al top allora tutto è possibile, altrimenti si fa dura. Il Bayern è solido, solidissimo. Van Buyten sta sostituendo al meglio Boateng, Alaba e Lahm sono due esterni perfetti ( che duello con Dani Alves e J.Alba), il centrocampo è una diga non perforabile. Schweinsteiger e J.Martinez. All'occorrenza Luiz Gustavo. Sulla trequarti la gioia per gli occhi. Mandzukic terminale offensivo, ma anche aiuto prezioso per la squadra. E in panchina Mario Gomez. Non uno qualunque. Parata di stelle. La Champions al suo meglio.