Il giorno della conferenza stampa di Iavazzi sul futuro della Juvecaserta è arrivato e, come temuto, le parole dell'azionista unico della società bianconera sulla situazione attuale non sono state per niente buone, con l'aria di essere parole di rassegnazione: "Avevo parlato con Marino in quanto sindaco, avevo detto entro il 7 maggio di farmi sapere qualcosa ma molte notizie le apprendo dai media. Alla data odierna non so cosa è stato fatto o cosa si pensa di fare. Oggi è 11 maggio, abbiamo ancora pochi giorni per fare in modo che Caserta resti in A1. Abbiamo già approvato il bilancio, i parametri, tutte le liberatorie di giocatori e staff. La Juvecaserta è iscritta al campionato ma manca il leader. Io fino ad oggi non ho avuto riscontri, ho letto di tutto ma nessuno è venuto da me, ho avuto un piccolo interessamento di persone venute per conto degli altri ma nulla di che. Sono convinto che Caserta ha cose più importanti ma un po' sono rimasto male che certe cose potevano venire fuori prima".

Oggi - continua - parliamo di una cosa che sta a cuore a tutti: la Juvecaserta è la cosa più importante della provincia. Io non posso credere che in questi 4 anni sono rimasto sempre da solo. Oppure o realmente di questo sport non gliene frega nulla a nessuno; l'anno scorso io mi sono fatto da parte nella speranza che qualcuno fosse più bravo di me ma non ho visto nessuno. Da oggi al 30 giugno non ci sono altre incombenze. Bisogna venire da me, e metto a disposizione qualsiasi cosa."

Iavazzi lancia poi una ulteriore "provocazione": "La Reggia è rinata perché ci sono stati investimenti, io ho la sensazione che nel progetto Juvecaserta non ci crede nessuno, nel caso questo territorio non se ne frega, ci sarà una provincia che potrà farlo ma se ci arriviamo vuol dire che questa città non merita niente".

E sull'ipotesi di autoretrocessione il numero 1 bianconero è categorico: "Non sono interessato all'A2. Il nostro bilancio è in regola. C’è un gruppo che vuole fare l'A2? Nessuno è venuto da me. Sono disponibile ad affiancare un gruppo di imprenditori assumendomi massimo il 20% del pacchetto. Lungi da me vendere il titolo ma se viene l'A2 vendo la società. L'intento è di affiancare chiunque sia disponibile a proseguire con questa squadra in questo palazzetto. Se io dovessi decidere di cedere, già non ci sono più i tempi. Entro il 31 vanno fatte una marea di cose. Piu del 20% non sono in grado di farlo. In questo momento non c'è prospettiva. L'anno scorso mi erano state date una serie di garanzie, promesse tutte disattese, ad oggi la situazione è peggiore. Ho fatto una riunione con una serie di persone e mi era stato assicurato che per il 7 maggio avrei avuto delle risposte; sono stato costretto a mandare una comunicazione il giorno dopo e ad oggi non ho avuto risposta. Non ho la forza di arrivarci al 50%. Chiunque ha interesse viene dal commercialista e ha tutto quello che vuole, ma per fare l'A1 ci vogliono soldi importanti. Basta guardare quello che è successo a Roma che ora non può permetterselo. Per fare un campionato di A1 ci vogliono 3 milioni di euro per garantirsi un'onesta salvezza poi puoi avere la fortuna di pescare bene gli americani.

Chiusura su un presunto incontro con il presidente del Benevento Calcio, Oreste Vigorito: "Mai incontrato. Se ha visto il sindaco Marino non lo so. Non credo più che la politica sia in grado di veicolare, io ci ho provato. Chi caccerà i soldi potrà scegliere i suoi collaboratori".