Anno completamente da dimenticare per Alessandro Gentile, che scaricato dal Panathinaikos è costretto a tornare Milano, dove aveva iniziato la stagione. Doveva essere l'ultima stagione in Europa, quella decisiva per il passaggio in NBA a Houston, ma si è trasformata in un completo disastro che mette a rischio anche la partecipazione ad Eurobasket con la nazionale. La fascia di capitano tolta dalla dirigenza in estate è stata solo il preambolo degli ultimi 8 mesi negativi per la carriera di uno dei talenti italiani più discussi degli ultimi anni. Dopo una prima parte di stagione negativa a Milano, in cui è stato più volte criticato e si è scontrato con coach Repesa, Gentile ha deciso di seguire le orme del padre Nando, trovando un accordo con il Panathinaikos e firmando in Grecia un contratto valido fino a fine stagione. A distanza di soli due mesi però coach Pascual ha già messo la parola fine sulla sua esperienza, scaricandolo dopo aver provato in diversi modi a cambiarlo, rendendolo congeniale alla squadra, senza esito.
L'ESPERIMENTO - Nei 60 giorni da green, Alessandro Gentile ha avuto più di qualche problema a ritagliarsi il suo spazio. Dopo i pochi minuti giocati nelle prime settimane, in particolare legati all'adattamento necessario al sistema di coach Pascual, l'italiano ha faticato ad ingranare soprattutto perchè per la prima volta in carriera non era più il primo violino nella fase offensiva. Questa situazione ha creato probabilmente più grattacapi al coach che al giocatore stesso. Pascual ha cercato di reinventarlo, ispirandosi a quanto fatto da coach Laso (Real Madrid) con Jeffery Taylor. In pratica ha cercato di trasformare un giocatore solitamente concentrato sulla fase offensiva in uno stopper difensivo di primo livello, lavorando sulla testa del giocatore. Più volte infatti Gentile è stato messo in campo negli ultimi minuti delle partite per fornire un apporto difensivo, probabilmente oltre le sue capacità, e per spronarlo a dare sempre di più e crescere anche come giocatore. Questa è stata una scommessa personale per coach Pascual, che probabilmente oggi si può considerare persa. Gentile infatti ha sofferto questo ruolo e messo di fronte a campioni del calibro di Langford non è riuscito a portare a termine il compito richiesto. Vista la grande concorrenza presente in squadra, questa poteva essere una svolta per ritagliarsi un grosso ruolo, ma così non è stato. Bisogna però considerare come i due giocatori messi a confronto, abbiano avuto carriere differenti. Taylor infatti ai tempi del college a Vanderblit era un giocatore in grado di difendere in quattro posizioni differenti e contemporaneamente guidare la fase offensiva della squadra, guadagnandosi così una chiamata alla numero 31 del draft 2012. Differentemente Gentile a Milano è sempre stato il faro in attacco, mentre in difesa i compiti più duri erano svolti dai compagni, limitandosi al lavoro assegnato.
FUTURO - Le due parti di stagione giocate a Milano ed Atene limitano ampiamente ora le scelte a disposizione di Gentile. Infatti non è più possibile un tesseramento per lui in squadre che disputano il campionato italiano di A1 o l'Eurolega. Le scelte a disposizione allora si restringono ad una nuova avventura all'estero (Spagna, Turchia o Germania?), che però nasconde i rischi di un nuovo possibile flop che comprometterebbe la partecipazione ad Eurobasket, o ad un'esperienza in A2, un livello in cui sarebbe dominante, per trascinare una nobile decaduta alla promozione (ritorno a Bologna o a Treviso?), mantenendo i fari puntati su di lui e rimanendo nello stesso tempo allenato ed arruolabile. Se coach Repesa dovesse rimanere a Milano anche nella prossima stagione, è difficile lui possa tornare alla base, visto soprattutto il suo comportamento su alcuni social dopo la sua partenza. Per cui Eurobasket sarebbe la vetrina perfetta per rilanciarsi e rendersi appetibile per le squadre impegnate in Eurolega. Questa stagione non può cancellare quanto fatto gli scorsi anni, ma sicuramente aggiunge un punto interrogativo, che ora lui dovrà far sparire. Solo quattro anni fa, proprio ad Eurobasket 2013, stupì tutti gli addetti ai lavori con una competizione da giocatore dominante in Slovenia assestandosi come una delle stelle dell'Italia. Oggi a ventiquattro anni compiuti, proprio nella stessa competizione potrebbe rilanciarsi, però bisogna lavorare duro e conquistarsi il posto. Tutto sta nella sua testa e nelle sue gambe, ma può essere certo che al suo fianco avrà tutti i tifosi, che non vedono l'ora di rivederlo dominare.